Continuano i lavori per il ripristino dei tratti crollati della SP 18. I due punti, uno in frazione Maroero, l’altro in direzione Lauriano, hanno lasciato il paese di Tonengo completamente isolato per quasi 24 ore.
Il crollo è avvenuto nel primo pomeriggio del 17 aprile. A causa delle piogge torrenziali e ininterrotte, due tratti della SP 18 sono crollati. Il danno maggiore si riscontra in frazione Maroero, dov’è il manto stradale è sprofondato nella collina sottostante, scivolando per quasi 100 m e lasciando un buco profondo 10. Il danno, oltre a impedire la viabilità, ha danneggiato l’acquedotto e la corrente locali, lasciando il paese di Tonengo, verso cui la strada si dirige, completamente isolato.
Dopo circa 24 ore i servizi di acqua e luce del paese sono stati ripristinati, i lavori di riparazione della strada, invece, sono ancora in corso.
“Sarà un lavoro lungo e complesso. Gli addetti parlano di alcuni mesi” spiega Raffaele Audino, sindaco di Tonengo.
Il crollo della provinciale, però, non ha danneggiato solo Tonengo. Si contano, infatti, anche i danni provocati all’agricoltura e alle aziende nelle vicinanze. Quel tratto stradale, infatti, era particolarmente battuto sia dai turisti che si recavano presso i ristoranti locali, sia dagli imprenditori agricoli, che si trovano ora in seria difficoltà a raggiungere i loro noccioleti e vigneti situati a valle, per un totale di 16 ettari di coltivazioni.
“Nel primo pomeriggio di giovedì 17 aprile è giunto questo evento straordinario con una concentrazione di acqua, accompagnata ad forte vento, riversatasi in forma altrettanto straordinaria, che ha favorito il distacco di questo importante e profondo blocco di strada- racconta Adriano Cavallito, titolare dell’azienda agricola Marové e dell’agriturismo La Pompa, situate in prossimità a valle e a lato del tratto franato- tuttavia, è molto probabile che l’evento meteorologico sia stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, rispetto ad una situazione andata silenziosamente e occultamente aggravandosi nel tempo. I danni che ne sono conseguiti versano su più fronti: da un lato c’è l’interruzione di una strada provinciale di importante transito, dall’altro la totale compromissione dell’entrata presso noccioleti e vigneti situati a valle. Questo, ci costringe a scarrellare i macchinari e attraversare la collina, impiegandoci, ogni volta, un’ora e mezza di tempo contro i soliti cinque minuti”.
A queste problematiche si aggiunge la preoccupazione per altre eventuali frane e per la salute delle coltivazioni.
“La massa riversatasi è assolutamente instabile e potrebbe franare ulteriormente da un momento all’altro, andando a distruggere uno dei vigneti situati a valle dello stesso movimento franoso- continua Cavallito- inoltre, proprio in questi giorni dovremmo intervenire con i trattamenti dettati dal Settore Fitosanitario per contrastare Oidio e Peronospora. Diventa difficile entrare in sicurezza negli appezzamenti in questione. Le aziende agricole stanno intervenendo come possono, ma occorre trovare una soluzione”.
Sull’argomento si sono espressi anche la Presidente Coldiretti sezione di Asti Monica Monticone e il Direttore Giovanni Rosso, evidenziando la loro preoccupazione per la situazione presente e futura.
“Le emergenze conseguenti agli effetti dei cambiamenti climatici stanno diventando sempre più gravose. Occorrono misure strutturali a regia governativa, con sistemi attuativi capillari demandati a Regioni e Province. Diversamente, lo scenario resta aperto a danni, che impatteranno irrimediabilmente su agricoltura, turismo e assetto ambientale-paesaggistico, e quindi, su economie primarie per la sopravvivenza e il benessere delle comunità a valenza agricola”.
Nell’astigiano, i Comuni a valenza agricola più colpiti sono stati: Canelli, Mango, Coazzolo, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Vesime, Moransengo e Montiglio Monferrato. In particolare, sui versanti collinari sono stati registrati movimenti franosi in prossimità di vigneti, mentre nei fondovalle la fuoriuscita di rii e canali ha invaso i seminativi.