Attualità - 24 aprile 2025, 07:11

"Un Garante che non garantisce... Il Comune ci ripensi". Quagliotti sulla nomina di Stefania Sterpetti come garante dei detenuti di Asti

Una nomina che sta facendo discutere la politica. Al centro della bufera alcuni post della neo garante. In difesa l'onorevole Coppo: "Un esempio di dedizione e sobrietà istituzionale"

Il carcere di Asti

Il carcere di Asti

 L'annuncio che il Consiglio comunale di Asti ha eletto con nomina a scrutinio segreto, Stefania Sterpetti, militante di Fratelli d'Italia, come Garante dei detenuti di Asti, agita le acque della politica astigiana.

Dopo i consiglieri comunali Vittoria Briccarello (Uniti si può), Michele Miravalle (Pd), Mario Malandrone (Ambiente Asti) e la vicepresidente del Consiglio regionale, Alice Ravinale (Avs), scende nell'arena anche il segretario generale Cgil Asti, Luca Quagliotti.
 

"La nuova garante - scrive - non ha alcuna esperienza del mondo carcerario, non ha mai svolto attività di volontariato in carcere e, da ciò che posta, sembra più una giustiziera che un garante. In alcuni post ha infatti augurato, ad un detenuto in sciopero della fame, di togliersi di mezzo da solo, è favorevole alla pena di morte, odia apertamente i migranti, vive dell’odio nei confronti degli altri e posta foto di Mussolini".

Al Comune erano arrivati altri 6 curriculum e la candidatura di Sterpetti era stata appoggiata dal gruppo di Fratelli d'Italia, superando di soli due voti Domenico Massano, volontario di Effatà da diverso tempo, creatore della "Gazzetta dentro".
"Come possa il Consiglio Comunale votare una persona così poco qualificata e competente, in tema di diritti carcerari, a fronte di altri candidati che da anni dedicano con passione il proprio lavoro all’interno delle carceri in associazioni di volontariato è un incomprensibile. A pagare il prezzo più alto di questa scelta saranno i detenuti", sostiene Quagliotti.

"Il Garante comunale - conclude - dovrebbe essere l’anello di congiunzione tra le realtà di privazione della libertà, in particolare il carcere, e la città. Ha un ruolo di garanzia, osservazione e di dialogo rispetto alla salvaguardia di diritti e comportamenti conformi alla legge. Sostanzialmente dovrebbe verificare che i diritti dei detenuti non vengano violati. Dovrebbe valutare che non vengano mai meno la dignità della persona né il rispetto del dettato costituzionale. Dovrebbe denunciare situazioni di criticità, provare a risolvere i problemi dei singoli detenuti, avere rapporti con le istituzioni carcerarie e cittadine. Come si può pensare che la nuova garante dei detenuti abbia queste caratteristiche è un mistero che si perde nelle pieghe del manuale Cencelli.
Ci auguriamo che il Consiglio ci ripensi".

In difesa della nomina di Sterpetti una nota del deputato di Fratelli d'Italia Marcello Coppo che si dichiara stupito per "l’accanimento mediatico e politico che in queste ore si sta abbattendo sulla dott.ssa Stefania Sterpetti, recentemente nominata Garante dei detenuti del Comune di Asti. Parliamo di una donna che, nella sua vita professionale come in quella pubblica, ha sempre dimostrato un attaccamento esemplare al proprio lavoro e una profonda umanità. In oltre trent’anni di servizio come dirigente medico, e nel suo impegno in commissioni delicate come quella per le Pari Opportunità del Comune di Asti – dove ha operato dal 2018 al 2022 senza che alcuno abbia mai sollevato obiezioni – la dott.ssa Sterpetti ha rappresentato un esempio di dedizione e sobrietà istituzionale".

Coppo rimarca come Fratelli d’Italia (l'onorevole è anche coordinatore comunale di Fratelli d'Italia di Asti) abbia ritenuto, su un tema non prettamente politico, di lasciare libertà di voto (ricordiamo, segreto). "Una decisione rispettosa della sensibilità personale e dell’autonomia dei nostri consiglieri comunali. E siamo convinti che la dott.ssa Sterpetti svolgerà questo nuovo ruolo con la stessa competenza e serietà che l’hanno sempre contraddistinta. Dispiace constatare che ci sia ancora chi, a sinistra, ritiene legittimo attaccare persone – e in questo caso una donna – non per ciò che fanno o per come lavorano, ma semplicemente per il fatto di non appartenere al loro campo ideologico. È una deriva settaria e intollerante, che nulla ha a che vedere con il merito o con l’interesse reale dei detenuti che la Garante sarà chiamata a tutelare".

Betty Martinelli

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