Frena ma contiene le perdite l'export della provincia di Asti verso la Germania. Nel 2024, il valore delle merci astigiane vendute sul mercato tedesco si è attestato a 348,4 milioni di euro, registrando un calo del -2,3% rispetto all'anno precedente. Un dato che, seppur negativo, appare decisamente migliore rispetto alla media regionale. Emerge da un dossier dell'ufficio studi di Confartigianato imprese, basato su dati Istat.
L'Astigiano nel contesto regionale e nazionale
La flessione del -2,3% dell'Astigiano si confronta con un calo ben più marcato a livello piemontese (-11,7%). Asti si colloca così al sesto posto tra le province della regione per valore esportato verso Berlino, mostrando una performance migliore rispetto a realtà come Torino (-23,8%) e Biella (-22,7%), mentre Cuneo (+3,6%) e Novara (+7,7%) hanno registrato una crescita.
Complessivamente, il Piemonte rimane la quarta regione italiana per export verso la Germania (oltre 8 miliardi di euro nel 2024), ma il calo a doppia cifra preoccupa. Questo rallentamento regionale si inserisce in un contesto nazionale di flessione delle vendite del made in Italy verso la Germania (-5,0% nel 2024), mercato che ha vissuto due anni consecutivi di recessione.
Resilienza nel settore macchinari
Un segnale potenzialmente incoraggiante anche per l'industria astigiana arriva dal settore dei macchinari. Nei primi nove mesi del 2024, nonostante la debolezza della domanda tedesca, l'export piemontese di macchinari ha mostrato una sostanziale tenuta (+0,8%), in controtendenza rispetto al calo nazionale e a quello di altre regioni manifatturiere.
Il commento di Confartigianato
"Gli oltre 8 miliardi di euro di beni esportati (a livello regionale, ndr.) sono un segnale positivo", commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato imprese Piemonte, "ma è necessario fare di più e meglio per rafforzare tale rapporto che, nell’ultimo anno si è visibilmente allentato, come dimostra l'importante flessione dell’export (-11,7%)". Felici sottolinea l'importanza del partner tedesco e la necessità di tutelare il tessuto produttivo locale, ricordando che "l’artigiano crea la qualità che fa la differenza sul mercato" e che è fondamentale "mantenere il rapporto di fiducia e valori condivisi che legano da sempre l’artigiano al consumatore".