Un Occhio sul Mondo - 29 marzo 2025, 09:00

'Una volenterosa forza di rassicurazione'

Il punto di vista di Marcello Bellacicco

'Una volenterosa forza di rassicurazione'

Lui ha sempre smentito di aver pronunciato tale frase, ma il mondo internazionale non ha mai demorso nel continuare ad attribuirgliela. Si sta parlando del mitico Henry Kissinger, quasi leggendario Segretario di Stato americano, il quale affondò il coltello nella piaga europea affermando “Chi devo chiamare se voglio parlare con l'Europa?”. Una misera verità al tempo in cui esercitava le sue funzioni istituzionali una trentina di anni fa, una drammatica realtà ancora oggi, in cui il Vecchio Continente sta letteralmente annaspando, nel tentativo di giocare un ruolo negli eventi della guerra russo-ucraina.

E per meglio comprendere i reali contorni della situazione, basti pensare che alla guida di tale tentativo, con la Francia c'è la Gran Bretagna, un Paese che poco tempo fa ha deciso di abbandonare la barca dell'Unione Europea.

Il 27 marzo scorso, infatti, su convocazione dei Premier Macron e Starmer, si sono incontrati a Parigi i leader di più di una trentina di Nazioni Europee, del Commowealth e asiatici che dovrebbero dare vita alla “Coalizione dei Volenterosi” per l'Ucraina. Il condizionale è d'obbligo perché, nonostante gli sforzi francesi e personali di Macron per incrementare il numero dei Paesi aderenti all'iniziativa, le perplessità per la partecipazione e le divergenze di concezione sono ancora numerose e sostanziali.

Il piano proposto ai Capi di Governo, elaborato nell'ambito di due precedenti meeting, a livello Capi di Stato Maggiore della Difesa e Ministri della Difesa, può essere considerato ancora a livello di “bozza appena accennata”, soprattutto perché fortemente soggetto a quelle variabili di situazione che deriveranno dai risultati della trattativa in corso tra USA e Russia, di cui l'Europa è, per il momento, completamente all'oscuro, perché estraniata dagli Americani.

Per quanto esposto dai Francesi, la prima priorità di questo progetto è la sicurezza dell'Ucraina, sulla base del teorema, che ha animato la politica europea lungo tutto l'arco del conflitto, secondo cui preservare Kiev è la garanzia di sicurezza dell'Europa. Per conseguire questo, la visione franco-britannica ritiene assolutamente necessario che le Forze Armate ucraine mantengano l'attuale struttura ed operatività, con un complessivo di circa 900 mila effettivi, di cui quasi il 50% con esperienza di combattimento. Un'entità che pone l'Ucraina al primo posto in Europa come potenziale militare, aspetto che, probabilmente, dovrebbe essere considerato in un'ottica più complessiva, visto che si tratta di una Nazione che è stata indubbiamente aggredita e deve disporre di una capacità di deterrenza, ma la cui completa affidabilità democratica ed il pieno rispetto dei diritti civili sono ancora tutte da dimostrare, come evidenziato dallo stesso iter di valutazione della NATO per la sua ammissione.

Secondo il piano di Londra e Parigi, la Forza militare dell'Ucraina dovrebbe essere moderna, ben addestrata, tecnologicamente avanzata e ben equipaggiata, perseguendo un modello “all'israeliana”, definito folkloristicamente “strategia del porcospino”, che dovrebbe essere delineato nei suoi dettagli tecnici, da una delegazione militare franco-britannica, che si recherà a Kiev prossimamente. Particolare non da poco, ma non ancora delineato, é da dove arriveranno le centinaia di miliardi di dollari (o euro, ma cambia nulla) per avviare e mantenere un bellissimo proposito come questo. Un carico finanziario notevolissimo che, qualora dovesse toccare alla sola Europa, andrebbe a sommarsi con le altre centinaia di miliardi di Euro (800?!) che la UE sembra voglia impegnare per il proprio riarmo.

Il secondo punto, non meno importante, che è stato discusso a Parigi, con dolorosi “mal di pancia” da parte di molti, è la questione della presunta Forza di pace che si dovrebbe inviare in Ucraina, subito dopo il cessate il fuoco. In tale contesto, si può dire che Emmanuel Macron, con il sodale britannico Starmer, ha probabilmente scritto una pagina memorabile nella storia del Peacekeeping, anche solo inventandosi e proponendo la costituzione di una “Forza di rassicurazione”, un inedito e mai istituzionalizzato modello di intervento che, molto probabilmente, anche per il “duo della Manica” è ancora tutto da definire, sia concettualmente che in termini organizzativi.

Si tratta di una proposta poco comprensibile e che presenta ampi margini di indeterminatezza già a partire dalla sua definizione, perché non è chiaro chi dovrebbe “rassicurare” questa presunta Forza militare di volenterosi. O comunque, stando alle prime dichiarazioni di Starmer e Macron, sembra emergere la concreta ipotesi che la finalità di questa iniziativa sia rivolta alla sola Ucraina e non ad entrambi i contendenti, come vorrebbe sacrosantamente una missione di interposizione.

Infatti, secondo Macron “tali forze avranno un carattere di dissuasione nei confronti di una potenziale aggressione russa”, per cui “non saranno forze destinate ad essere forze di mantenimento della pace, non saranno forze presenti sulla linea di contatto né destinate a sostituirsi all'Esercito ucraino ma offrirebbero supporto in aree strategiche”. E poi, giusto per buttar li una dichiarazione di principio, ma senza assolutamente chiarine i termini, il Primo Ministro francese ha aggiunto “La Russia non vuole la pace, ma a prescindere da quello che farà la Russia noi vogliamo rispettare il Diritto Internazionale”.

Poche idee e, ammesso che ci siano, pure molto confuse, al punto da chiedersi come possa essere possibile che i Leader di due delle Nazioni più antiche dell'Europa, che ne hanno scritto la storia e che sono pure le uniche potenze nucleari del Vecchio Continente possano arrancare penosamente in questo modo, presentando una soluzione raffazzonata e probabilmente inattuabile, pur di ritagliarsi una presenza, perlomeno mediatica, in una situazione internazionale che, al momento, non li considera neanche delle comparse.

Verrebbe quindi da pensare che, forse, il vero interesse di Francia e Gran Bretagna sia quello di avere il loro “piede militare” in territorio ucraino, anche solo per fornire “un supporto in aree strategiche” che dovrebbe dissuadere Mosca, ma non si comprende bene in cosa realmente consisterebbe.

Quello che invece risulta ben chiaro è l'enorme rischio che si potrebbe prospettare qualora, dopo un cessate il fuoco, dovessero riprendere i combattimenti tra Russi ed Ucraini, con il coinvolgimento di queste “forze volenterose” le quali, é doveroso ricordarlo, sarebbero di Nazioni dell'Unione Europea e, anche peggio, Membri della NATO. Che cosa direbbe l'invocato Diritto Internazionale di Macron? Cosa potrebbe succedere in quel caso? Si potrebbe/dovrebbe applicare il famoso e nefasto articolo 5 dell'Alleanza, oppure si lascerebbero questi Paesi volenterosi ai loro problemi? E gli Stati Uniti avrebbero un ruolo in tutto questo? Sono quesiti che sembra legittimo e logico porsi, per cui sarebbe interessante sapere se anche Macron, Starmer ed i loro staff politico-diplomatico-militari se li sono posti e quali risposte si sono dati.

Purtroppo, l'approssimazione, che sembra essere aleggiata durante il meeting del 27 marzo, non depone a favore della speranza che sia stata fatta un'analisi approfondita di quanto proposto e dei possibili risvolti. E questa percezione deve averla avuta gran parte delle Nazioni che hanno partecipato all'incontro, visto il numero delle defezioni che, per ora, si sono registrate.

L'Italia, anche per bocca del Ministro della Difesa Crosetto, ha opportunamente esternato il suo scetticismo, confermando la sua posizione che la vede invocare l'intervento dell'ONU, sotto la cui egida dovrebbe essere qualsiasi iniziativa militare, a seguito di un cessate il fuoco. Una posizione che potrebbe sembrare accademica ma che, in realtà, costituisce l'unica via concretamente percorribile, per quanto anch'essa molto difficile, perché dovrebbe passare sotto le “forche caudine” del Consiglio di Sicurezza, in cui si dovrebbero registrare i voti favorevoli dei Membri permanenti, tra cui la stessa Russia.

Una prospettiva indubbiamente non semplice da realizzare, ma probabilmente l'unica che potrebbe avere possibilità di successo, perché avrebbe già a monte, nelle fasi di decisione e concezione, il placet di Mosca che, di conseguenza, presumibilmente non la osteggerebbe neanche in fase di esecuzione sul campo, con accettabili condizioni di sicurezza per tutti.

D'altra parte, questa sarebbe anche la soluzione che potrebbe far digerire agli Italiani che reparti nazionali vengano inviati in territorio ucraino, visto che invece, al momento, i sondaggi registrano una fortissima avversione della gente verso un'ipotesi del genere.

Il prossimo 10 aprile ci sarà un ulteriore atto di questa vicenda che, per ora, ha solo l'aria di essere una farsa.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU