Prosegue da sei giorni lo sciopero della fame indetto dal direttivo di SEquS (Sostenibilità Equità Solidarietà) Circolo di Asti per protestare contro l'annunciato abbattimento dei sette platani di corso Savona. Nonostante la presenza quotidiana degli attivisti davanti a Palazzo Mandela, "nessun rappresentante della giunta comunale si è fermato ad ascoltare le ragioni del nostro gesto", denunciano dall'associazione in una nota diffusa oggi. In cui non risparmiano dure critiche alla vicesindaca e assessore al Lavori Pubblici Stefania Morra, sostenendo che "anziché favorire un dialogo costruttivo, sembra voler imporre la propria visione con atteggiamento autoritario". Perseguendo una volontà, secondo SEquS, di "muoversi evitando il confronto con le parti interessate, violando in questo modo i principi fondamentali della partecipazione democratica". I platani di Asti, si legge ancora nella nota, "sono diventati il simbolo della lotta ecologista contro la volontà imposta dal sistema, dalle lobby e, in questo caso, dall'industria alimentare tedesca che in nome dei propri utili è disposta a sacrificare il bene comune".
La protesta, annunciata lunedì 24 marzo con una conferenza stampa, nasce dalla totale contrarietà all'abbattimento degli alberi, classificati come 'classe C' (a rischio) in base a perizie tecniche che SEquS chiede vengano rese pubbliche e analizzate anche dai propri tecnici. "Abbiamo ascoltato e letto sui giornali queste sentenze da parte della dottoressa Morra dove dice che il dado è tratto - aveva dichiarato Giuseppe Sammatrice del direttivo SEquS - Noi ovviamente siamo contrari a questa scelta perché chiediamo che pubblicamente vengano date informazioni corrette sul motivo per il quale queste piante sono diventate di classe C".
Le richieste: stop ai tagli o compensazione record
Gli scioperanti chiedono lo stop agli abbattimenti o, in alternativa, una compensazione ambientale basata su criteri scientifici. "Ogni albero di 70 anni, per essere compensato, richiede la piantumazione di 3.000 nuovi alberi di diametro 12 cm", aveva spiegato Sammatrice, citando documenti scientifici. "Quindi chiediamo che vengano piantati 21.000 alberi, altrimenti continueremo il nostro sciopero della fame fino a quando non vedremo i primi nuovi alberi messi a dimora".
Oltre allo sciopero della fame, SEquS sta valutando azioni legali. "Abbiamo già avuto contatti con un avvocato civilista e uno amministrativo," aveva annunciato Sammatrice. "Se verrà emessa l’ordinanza (di abbattimento, ndr), cercheremo di impugnarla con un ricorso al TAR". Era stata annunciata anche una denuncia ai carabinieri forestali per presunta violazione della Direttiva Uccelli, dato il periodo di nidificazione. L'associazione aveva inoltre lamentato la mancata risposta da parte delle Belle Arti a una richiesta di parere inoltrata mesi fa.
Oltre a Sammatrice, portano avanti lo sciopero della fame gli altri membri del direttivo di SEquS Asti: Elena Pavarino, Patrizia Montafia, Marisa Piazzolla e Sabrina Mossetto. Ogni giorno alle 11, davanti a Palazzo Mandela, forniscono aggiornamenti sulla protesta, ribadendo di non volersi fermare "finché non otterranno delle risposte" e invitando le associazioni ambientaliste a unirsi "in questa battaglia di civiltà".