Possono le imprese, l’apicoltura e l’agricoltura allearsi per un futuro più sostenibile? Domani, 28 marzo, presso il salone comunale di Cocconato in Cortile del Collegio, si terrà una serata divulgativa che affronterà proprio questo tema. L’evento comincerà alle 18.30 e durerà circa due ore. L’ingresso sarà libero.
Interverrà il dottor Gianluigi Bressan, medico veterinario, referente per l’apicoltura regione Veneto e componente del gruppo di lavoro api Fnovi, che spiegherà della convivenza tra api e agricoltura e Collura Francesco, apicoltore dagli anni 80 ed esperto di biomonitoraggio attraverso le api a livello Nazionale, anche grazie al protocollo messo a punto da lui stesso e approvato dall’Università degli Studi di Torino.
“Si parlerà di ambiente, nello specifico di biomonitoraggio ambientale. Lo scopo della serata sarà dimostrare che la convivenza tra impresa, agricoltura e apicoltura è possibile. Questo progetto è nato circa 10 anni fa qui a Cocconato, quando la Saint Gobain Italia, che in questa zona ha una cava di gesso, mi ha contattato per inserire un monitoraggio attraverso le api. Il progetto è attivo tutt’oggi - spiega Francesco Collura - periodicamente faccio una serie di osservazioni sulle api e svolgo diverse analisi su polline, miele, cera ecc, cercando circa 600 molecole. Tutto questo serve per valutare la qualità ambientale, sapere se ci sono dei problemi in un determinato territorio e, nel caso, quali sono. Nel caso specifico della Saint Gobain, lo scopo era dimostrare che l’attività di cava è un valore aggiunto per il territorio e che non rappresenta assolutamente una minaccia alla salute delle persone, cosa che è stata ampiamente dimostrata dalle api, oltre che dalle mie analisi. Ho ottenuto persino un premio con del miele realizzato dalle api che abbiamo posto all’interno della cava”.
Le api sono, infatti, in grado di monitorare tutti i prodotti agricoli, agrofarmaci e fitofarmaci, metalli pesanti come piombo, nichel, cromo, cadmio e mercurio, idrocarburi policiclici aromatici e tantissime altre cose, spiega Collura.
Ma come funziona una stazione di biomonitoraggio attraverso le api? “Nella pratica è semplice da spiegare: porto un certo numero di alveari all’interno dello spazio da analizzare. Scelgo insieme ai proprietari del posto un’ubicazione adeguata, che non dia fastidio a nessuno ma che allo stesso tempo sia idonea per rilevare eventuali inquinanti nell’ambiente circostante. Trovato il luogo adatto inizio monitorando le api con una serie di osservazioni come forza, mortalità, eventuali patologie o comportamenti anomali e tutto ciò che può essere rilevante. In secondo luogo prendo delle matrici, dei piccoli campioni che posso essere di miele, cera, polline e altri elementi presenti all’interno dell’alveare e li faccio analizzare in laboratorio. Questo ci dà dei risultati chiari sulla presenza di eventuali inquinanti presenti in zona”.
Collura termina dicendo che tiene molto a questo evento, perché è necessario sensibilizzare il territorio, i cittadini e le aziende ai temi ambientali: “Gli agricoltori è giusto che facciano trattamenti, alcuni sono anche obbligatori per legge, il punto sta nel farli con rispetto. Ciò che non fa bene alle api non fa bene nemmeno a noi”.