Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Frühling in Paris, nella versione degli Abélard, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Avevo piacere di sentire Erika Grimaldi da tempo. Optiamo per una chiamata; siamo geograficamente distanti al momento dell'intervista.
Elogiata dal San Francisco Chronicle per “il vigore e calore espressivo della sua interpretazione”, e dal New York Times che definisce la sua partecipazione alla Messa di Requiem di Verdi “eccellente”, “forte e impressionante”, Erika, astigiana doc, è considerata fra i soprani più affermati e richiesti della sua generazione, sia in Italia che all’estero in teatri e festival quali il Teatro alla Scala, San Francisco Opera, Bayerische Staatsoper di Monaco, Deutsche Oper di Berlino e l’Arena di Verona, nonché il Teatro Regio di Torino, con cui ha coltivato una relazione speciale sin dagli inizi della sua carriera.
Sentite cosa mi ha raccontato.
Erika, che rapporto hai con la tua Asti?
Devo dire che è un rapporto che coltivo e vivo poco, perché sono spesso fuori casa per lavoro. Ho ancora tanti posti da scoprire e vivere, voglio esplorare queste terre con pace e calma. Il mio lavoro mi assorbe molto e, ahimé, il tempo libero è poco. Ad ogni modo, è un territorio a cui sono molto legata: per me Asti fa rima con relax, riposo e famiglia. Vorrei godermela di più.
Tu che viaggi molto, cosa pensi della valorizzazione della città? Si fa abbastanza?
Amo la mia città, anche se penso che si potrebbe fare di più. Serve essere realisti. Asti non è da meno e non deve sentirsi inferiore rispetto a tante altre città. Avrebbe tante belle cose da offrire, ma immagino che ci si scontri anche con un aspetto economico e non è detto che tutti riescano a valorizzare al meglio ciò che hanno. Penso che si potrebbero fare tante cose valutando la realtà concreta della nostra città.
E la musica? Come l'hai incontrata?
È nato tutto quasi per gioco. Avevo il pianoforte a casa e così, da piccola, a cinque anni, mi divertivo ad abbozzare qualche suono. Ho poi voluto studiare piano, ma senza velleità particolari. I miei genitori e gli insegnanti hanno poi visto che c'era del materiale su cui lavorare, un seme da coltivare e da lì è iniziato tutto. Sono stata fortunata ad avere famiglia e maestri che mi hanno incoraggiata a non interrompere questo cammino.
E il canto quando arriva?
Più avanti. Diciamo che ho sempre cantato a livello amatoriale, anche in qualche piccolo coro, ma poi dai 16 anni mi ci sono dedicata appieno.
Come si superano i momenti difficili in un cammino come il tuo?
Il fuoco che senti dentro, se lo percepisci davvero, non ti fa mollare. Personalmente, ho vissuto tanti momenti difficili, ma non ho mai preso nessuna decisione drastica. La vita dell'artista, come quella di qualunque altro professionista ormai, ha momenti più o meno fortunati. Nei momenti bui, quando metti in dubbio qualsiasi cosa, mi sono detta "c'è qualcosa che so fare meglio di questo?".
E che risposta ti sei data?
"No". E da quel momento sono andata avanti, aspettando un momento più favorevole di quello in cui mi trovavo. Penso sia umano questo saliscendi: è pura evoluzione.
È normale essere umani e sentirla tutta questa maledetta umanità
Erika mi ricorda quanto sia importante accettare le altalene della vita.
È normale attraversare momenti bui.
È normale non ingranare subito la marcia giusta.
È normale sentirsi confusi.
È normale, talvolta, essere pervasi dalla negatività.
Sono normali le giornate no!
È normale essere umani e sentirla tutta questa maledetta umanità.
Alcuni dei momenti più belli della tua carriera?
Ce ne sono stati tantissimi! Sicuramente all'inizio, con la vincita di Spoleto, ma anche il debutto al Regio di Torino, è un momento che porto nel cuore. O il debutto alla Scala, ma anche la prima di Andrea Chenier a Bologna nel 2022, che ha un po' dato il via a un nuovo repertorio e ad altri ruoli che non avevo mai interpretato prima.
L'esibizione che ti ha dato di più a livello personale?
Ecco, ti direi proprio l'Andrea Chenier. Mi ha lasciato qualcosa di importante. È un'opera a cui ho lavorato dopo la pandemia, conseguente a un periodo di stop, tra l'altro. Mi è rimasta dentro e mi ha insegnato a cogliere tanti aspetti di me, oltre al cambio di repertorio.
Il ruolo più difficile che hai dovuto interpretare?
Uh, direi Pamina nel Flauto Magico. Parliamo di diversi anni fa. Era un ruolo complesso, a cominciare dalla lingua: il tedesco è ostico e ho dovuto studiare su quel ruolo per un bel po' di tempo. L'ho interpretato una volta sola e poi non l'ho più fatto.
Un consiglio a chi vorrebbe intraprendere un percorso artistico non 'preconfezionato'?
Insistere, se avete un fuoco dentro che vi (s)muove, ma anche essere onesti con voi stessi. Chiedetevi "quanto valgo davvero? Sono veramente in grado di farlo?". Se avete tutte le carte in regola, allora non arrendetevi. Questo è un mondo in cui non solo non ci sono certezze di riuscire a entrarci (la porta si può aprire come no), ma anche una volta entrati c'è incertezza, anche se sei in piena carriera, anche se la tua preparazione è sempre al top. Un personaggio oggi funziona e magari domani non più, perché passiamo di moda, perché c'è una novità più interessante. La fortuna gioca un ruolo importante, ma fa tantissimo la preparazione dell'artista.
Il tuo è un mondo più maschile, femminile o è abbastanza equilibrato in questo senso?
Nel mio lavoro uomini e donne sono presenti più o meno nella stessa percentuale, quindi non ci sono diseguaglianze. Non ho mai avuto problemi in questo senso, per fortuna.
Su cosa stai lavorando adesso?
Ho finito da poco la produzione di Falstaff nel bellissimo teatro di Genova. Pensa che conoscevo bene la città, perché avevo fatto il Conservatorio lì, ma non conoscevo il teatro ed è stata un'esperienza incredibile. Ora vado verso Cardiff (Galles), a fare Le nozze di Figaro. Sarà la prima volta lì, in una nuova realtà. Il lavoro durerà poco meno di un mese. Continuo a sperimentare. L'anno scorso ho debuttato con sei nuovi ruoli: un lavoro mastodontico per la memoria. Esploro e mi butto in ruoli che ora capisco possano fare parte di me, che sento nelle mie corde. Cerco di restare aperta mentalmente, in modo da non precludermi nulla. A Cardiff canterò un'opera che non è nuova, l'avevo cantata nella prima parte della carriera, ma mi sono detta "posso ancora cantarla". Mi divertirò. Finché il mio strumento me le fa eseguire, continuerò a fare queste cose.
Quanto hai viaggiato in questi anni?
Tantissimo. Tra l'Italia, l'Europa, l'Asia, gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi. Ho visto tante città grazie al mio lavoro.
Se non fossi diventata un soprano, che cosa avresti fatto, probabilmente, nella vita?
Credo il medico, perché ho una grande passione per la scienza e la medicina. Adoro leggere e rimanere aggiornata sulle tecniche nuove, per esempio. All'università avevo dovuto scegliere un'altra facoltà, perché Medicina aveva l'obbligo di frequenza e io non potevo essere sempre presente. Il mio fuoco artistico era già molto forte. Se non avessi avuto il problema della frequenza avrei fatto Medicina, invece ho poi scelto Giurisprudenza, anche per via della maggior flessibilità sulla frequenza.
Hai mai pensato di andare via da Asti?
No, non ho mai preso in considerazione l'idea di trasferirmi. Qui ho la mia famiglia e Asti mi dà tutto quello di cui ho bisogno. E poi, quando ho bisogno d'altro, lo prendo da altre città, muovendomi molto. Per me è rilassante sapere che, nel momento in cui torno, c'è una città alla mia misura, pronta ad accogliermi. Magari avessi 18 anni sarebbe diverso, ma con la vita movimentata che ho cerco pace e tranquillità. E ad Asti le trovo.
I ruoli di Erika
Il 2024/2025 prevede l’inaugurazione della stagione del Teatro Regio di Torino nei panni della protagonista di un nuovo allestimento di Manon Lescaut, ruolo che interpreta anche all’Opera di Zurigo, il debutto nel ruolo di Amelia in una nuova produzione di Un ballo in maschera all’Opera di Zurigo, Alice in Falstaff all’Opera Carlo Felice di Genova, la Contessa ne Le nozze di Figaro con la Welsh National Opera, Missa Solemnis di Ludwig van Beethoven con la National Symphony Orchestra al Kennedy Center di Washington, DC, il debutto nel ruolo della protagonista di Madama Butterfly al Teatro Municipal de Santiago del Cile ed un concerto di gala dedicato a Giacomo Puccini a fianco di Gregory Kunde con la Malta Symphonic Orchestra al Teatro Astra di Gozo.
Fra gli impegni già annunciati della stagione 2025/2026 menzioniamo il debutto nei ruoli di Suor Angelica e Giorgetta ne Il tabarro (Il trittico) con la National Symphony Orchestra alla Carnegie Hall di New York e al Kennedy Center di Washington, DC., in aggiunta a molti altri non ancora divulgati dagli organizzatori.
Gli impegni della stagione 2023/2024 includevano i debutti nel ruolo di Manon Lescaut nell’opera pucciniana al Teatro Comunale di Bologna, in quello di Tosca all’Ópera de las Palmas, e successivamente al Teatro Regio di Parma, in cui esibiva per la prima volta; il ritorno al Teatro Regio di Torino nel ruolo di Mimì ne La bohème; Desdemona in Otello con la National Symphony Orchestra al Kennedy Center in Washington, DC, la parte del soprano solista nella Messa da Requiem di Verdi con la Czech Symphony Orchestra di Praga, un recital verdiano a Aix-Les-Bains, un tour in Spagna con la Sinfonia no. 9 di Beethoven a Madrid, Barcellona, Alicante e Saragozza, e sempre in Spagna, un’esecuzione del Requiem di Mozart a Granada.
La stagione 2022/2023 ha visto Erika Grimaldi debuttare nel ruolo di Maddalena di Coigny in Andrea Chénier e in quello di Leonora di Vargas ne La forza del destino al Teatro Comunale di Bologna, in quello di Aida al Teatro Regio di Torino, in quello di Lady Macbeth in Macbeth alla Korea National Opera Seoul, la parte del soprano solista nella Sinfonia No.4 in sol maggiore di Mahler al Teatro Comunale di Bologna, e un recital al Festival de Torroella de Montgrí in Spagna in omaggio alla grandissima Victoria de los Angeles.
Momenti salienti delle ultimissime stagioni includono Liù in Turandot al Teatro Verdi di Padova, Fiordiligi in Così fan tutte al Teatro Bol’soj di Mosca, Nedda in Pagliacci al Luglio Musicale Trapanese, la Messa da Requiem di Verdi con l’Orchestra Verdi a Milano, la Sinfonia n.8 Lieder der Vergänglichkeit di Krzysztof Penderecki diretta dal compositore stesso al Festival Enescu di Bucarest, lo Stabat Mater di Rossini alla Carnegie Hall di New York e al Kennedy Center di Washington, D.C.
Fra gli impegni delle stagioni 2018/2019 e 2017/2018 si ricordano Donna Anna in Don Giovanni e Liù in uno nuovo allestimento di Turandot al Teatro Regio di Torino, Alice Ford in Falstaff e Nedda in Pagliacci alla Deutsche Oper di Berlino, la Contessa ne Le nozze di Figaro al Teatro Bol’šoj di Mosca, la parte di soprano nello Stabat Mater di Rossini a Tolosa con l’Orchestre national du Capitole de Toulouse, e in tournée con la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Gianandrea Noseda a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, e la parte del soprano nella Messa da Requiem di Verdi alla Fundação Calouste Gulbenkian a Lisbona; la partecipazione al 70th Edinburgh Festival nel ruolo di Mimì ne La bohème e nella Messa da Requiem di Verdi, Mimì ne La bohème alla San Francisco Opera, Mathilde in Guillaume Tell alla Bayerische Staatsoper di Monaco, Nedda in un nuovo allestimento di Pagliacci al Teatro Regio di Torino, e la Nona Sinfonia di Beethoven all’Arena di Verona
Fra i momenti più importanti delle stagioni passate si sottolineano il debutto al Teatro alla Scala nel ruolo del titolo di Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, opera inaugurale della stagione 2015/2016; Armilla ne La donna serpente al Teatro Regio di Torino, Amelia Grimaldi in Simon Boccanegra all’ Hong Kong Cultural Centre, Micaëla in Carmen alla San Francisco Opera, Mimì ne La bohème al Savonlinna Opera Festival, la Messa da Requiem di Verdi alla Philharmonie de Paris, all’Hong Kong Cultural Centre, e in tournée con la London Symphony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda al Barbican Center di Londra, Lincoln Center di New York, Palau de la Música di Barcellona.
Gli impegni degli primi anni di carriera di Erika Grimaldi includono la Contessa ne Le nozze di Figaro, Mathilde in Guillaume Tell, Liù in Turandot, Desdemona in Otello, Elisetta ne Il matrimonio segreto, Amelia Grimaldi in Simon Boccanegra, Fiordiligi in Così fan tutte, Mimì ne La bohème, Micaëla in Carmen al Teatro Regio di Torino; Mimì ne La bohème al Teatro San Carlo di Napoli, Fiorilla ne Il turco in Italia e lo Stabat Mater di Rossini al Palau de les Arts di Valencia; Anaï in Moïse et Pharaon e Micaëla in Carmen al Teatro dell’Opera di Roma, Mimì ne La bohème e la Contessa ne Le nozze di Figaro all’Opera de Montpellier, Stabat Mater di Rossini all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e al Théâtre des Champs Elysées a Parigi.
Erika Grimaldi debutta in teatro alla giovanissima età di 18 anni nel ruolo di Serpina ne La serva padrona. Negli anni successivi vince concorsi prestigiosi quali il Concorso Lirico Internazionale di Orvieto ottenendo il ruolo di Carolina ne Il matrimonio segreto.
Nata ad Asti, Erika Grimaldi ha sviluppato la sua passione per la musica sin da bambina, dapprima imparando a suonare il pianoforte all’età di cinque anni e avvicinandosi in seguito all’arte del canto a sedici anni. Ha ottenuto il diploma in entrambe le discipline presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino in Canto nel 2001 e in Pianoforte nel 2003.
Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Roberto Abbado, Riccardo Chailly, Nicola Luisotti, Riccardo Muti, Gianandrea Noseda, Daniel Oren, Krzysztof Penderecki, Donato Renzetti, Pinchas Steinberg; e con registi come Pier’Alli, Calixto Bieito, Sylvano Bussotti, Giancarlo Del Monaco, Michael Hampe, Gabriele Lavia, Giuliano Montaldo, Giuseppe Patroni Griffi, Stefano Poda e Ettore Scola.