Storie di Orgoglio Astigiano - 15 marzo 2025, 12:20

Storie di Orgoglio Astigiano. Danilo, da Asti all'Australia: "Nei miei locali la carta dei vini parla astigiano. E gli australiani ne vanno matti!"

Danilo Duseli, 36 anni, vive in Australia da 13. È titolare del ristorante Di.Vino e la sua prima enoteca è stata inserita nella Top 5 dei wine bar in Australia

Danilo e la sua realtà australiana

Danilo e la sua realtà australiana

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Zombie, nella versione dei Bad Wolves, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Danilo Duseli, 36 anni, è un astigiano doc trapiantato in Australia da un decennio. Ha preso un volo verso l'altra parte del mondo per migliorare l'inglese e ha trasformato una semplice partenza in un grande arrivo. In quattro anni ha aperto tre locali, legati da un unico filo rosso: l'amore per il vino, che tanto lo fa sentire vicino alla sua cara Asti. 

Ci telefoniamo quando finisce il servizio al ristorante. Pausa pranzo per me, tarda serata per lui. 

Danilo, qual è il tuo legame con il territorio astigiano e come vedi la città dall'Australia?

Sono nato ad Asti, un astigiano doc da generazioni. Ho studiato a Casale Monferrato e da lì sono partito per lavorare in giro. Quando ti allontani dai luoghi li vedi poi sotto una luce diversa. Ad Asti sono cresciuto e per me resta e resterà sempre casa. All'inizio sembrava piccola, limitante: mi dava la sensazione che dovessi essere quello che gli altri volevano che fossi, ma poi andando via e tornandoci cogli sfumature nuove. Penso che non sia valorizzata quanto dovrebbe essere: è nel cuore di tutto ciò che ruota attorno a cibo e vino, a livello storico-culturale c'è da sbalordirsi, eppure sono terre ancora troppo poco conosciute. Asti avrebbe tanto da dare.

Cosa ti piacerebbe fare per il tuo territorio del cuore?

Vorrei riuscire a portare un gruppo di australiani ad Asti, puntando sull'hospitality. Far visitare loro le nostre splendide colline, ma anche le cantine, i ristoranti. Sarebbe una chicca per valorizzare l'Astigiano, ma anche una mossa che potrebbe fungere da traino per chi non vuole partire da solo dall'Australia, verso l'Europa. 

Come e perché arrivi in Australia?

Nella vita ho praticamente sempre viaggiato. Ho fatto il barista e barmanager in vari club italiani e a Monaco. E poi, un bel giorno, un po' per sfida e, soprattutto, per imparare l'inglese, ho deciso di partire per l'Australia. E niente...Sono passati 13 anni! (ride, ndr).  

Come hai vissuto la partenza per l'Australia e, soprattutto, la permanenza inaspettata dall'altra parte del mondo?

La partenza 13 anni fa era molto diversa. Era più semplice arrivare qui e fermarsi. Sono stato fortunato, ho trovato subito un posto di lavoro che mi ha accolto nel campo del management della ristorazione. Ho anche lavorato per una stella Michelin in Australia, sempre curando il management. Fino a che, dopo sette anni, ho deciso di prendere la cittadinanza australiana e da lì il passaporto, per poi realizzare il mio sogno: aprire qualcosa di mio. 

The Land Down Under e l'invito a scoprirsi 

Cerco su Google quali altri appellativi esistano per l'Australia, oltre alla più che nota espressione "Terra dei Canguri". Internet mi suggerisce "The Land Down Under", ovvero il "Paese Giù Sotto", descrizione fatta propria dagli esploratori che la scoprirono, proprio perché sotto il continente asiatico. Penso sia bellissima l'analogia concettuale tra questa espressione e la storia di Danilo che, come un esploratore, si è spinto fino ai confini del mondo conosciuto per scoprirsi e riscoprirsi. 

Pare quasi un invito a tutti noi. Andare nel Paese Giù Sotto, addentrarsi al di sotto del conosciuto, per conoscersi davvero. 

Qual è stata la tua prima attività aperta in Australia?

Quattro anni fa ho aperto il mio primo wine bar, enoteca e wine shop, Arcade Wine. Un piccolo locale specializzato in vino, nel senso che non si propone altro che vino, abbinato a menu tapas, con salumi e formaggi di qualità: un elemento che per noi astigiani e italiani può sembrare un'ovvietà, ma ti assicuro che in Australia non è scontato. 

Dove si trova l'Arcade Wine?

L'ho aperto in una posizione strana, si trova ad Ashgrove, a circa cinque km da Brisbane, nello Stato del Queensland. Il 95% delle persone inizialmente mi ha dato contro per questa scelta. È un posto isolato, ci devi venire apposta perché altrimenti da lì non passi normalmente e non c'è nemmeno un passaggio pedonale. Ho iniziato quest'avventura perché volevo far scoprire alle persone cosa vuol dire bere bene, facendo aperitivo. E da lì abbiamo iniziato ad aggiungere cose sempre più strane: dei crudi di pesce, delle ostriche, dei gamberi con lardo e pancetta. Questo mi ha portato ad avere tre persone che lavorano con me e ad entrare nella Top 5 dei Wine bar in Australia. 

Quante etichette ci sono in carta e cosa è successo dopo la prima apertura? 

Siamo partiti da 40 etichette e ora ne abbiamo 420. Inizialmente le persone non capivano come potessimo avere una cucina senza cucina: è stato divertente. Il wine bar è sempre andato bene, ma io continuavo ad avere il sogno di creare qualcosa di più grande, con un team più numeroso. Fino al giorno in cui è venuto un signore al wine bar, dicendomi che aveva un locale da propormi, più grande e in una posizione centrale. Non do peso alla cosa e nel frattempo vado in vacanza con la mia compagna. Durante il soggiorno vediamo un'insegna che parla di vino. Le ho detto "se dovessi riaprire un locale lo chiamerei Di.Vino" e da lì è nato il nuovo locale ristorante. Il 9 marzo abbiamo festeggiato i suoi primi due anni di attività. Questo ristorante è partito molto lentamente, volevamo rivedere il concetto di wine bar, ma più in grande. Di.Vino è un ristorante  italiano raffinato, che propone cucina italiana con grandi classici ma anche importanti rivisitazioni. Lo chef è un ragazzo italiano che adesso ha 25 anni. Di.Vino ha quattro persone in cucina e quattro in sala. 

Hai aperto altri locali dopo Di.Vino?

Sì, l'Arcade Wine 2.0, un wine bar con cucina. Lo abbiamo inaugurato sei mesi fa in zona mare (Newport Redcliffe), una località che si sta sviluppando molto. 

Quanto è importante la componente astigiana nelle tue carte dei vini?

Su 20 pagine di vini, quattro sono composte da bottiglie dell'Astigiano. La valorizzazione della mia città c'è e ci sarà sempre.

Ti manca casa? 

Mi manca Asti, è parte del mio io interiore, così come mi manca la mia famiglia. Il primo sacrificio del fare questa vita è doversi allontanare dalla famiglia, dagli amici anche se restano sempre, in qualche modo. Sono 12 anni che non faccio più il Natale a casa e ovviamente questa lontananza ti fa perdere molti momenti. Adoro la mia vita, ma bisogna essere capaci di accettarne i pro e i contro. Sono molto legato ai miei. Prima del Covid tornavo ad Asti quelle due o tre volte l'anno, mentre viaggiavo per lavoro importando vini dall'Italia. Ora cerco di rientrare almeno una volta all'anno. 

Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di mollare tutto e di rientrare in Italia, magari all'inizio?

Sì, ti direi soprattutto all'inizio del soggiorno in Australia, anche perché non parlavo mezza parola di inglese. Dove lavoravo prima di arrivare in Australia, a Monaco, stavo bene, il salario era buono, ma non capivo l'inglese e questo mi frenava in qualunque posto io fossi andato. Prima del Covid anche, lavorando come dipendente ero soddisfatto, ma ho patito molto la lontananza da casa in quel momento. Per orgoglio, forse, o per fortuna, ho deciso di non rientrare in Italia. Non avevo ancora niente in mano per poter tornare a casa senza rimpianti. 

E oggi pensi di rientrare in Italia prima o poi?

Con la mia compagna ci piacerebbe molto riavvicinarci a casa e rendere le cose più semplici per la nostra famiglia, ma la paura è che vedendo ciò che ho costruito qui in quattro anni con l'apertura di tre locali, saremmo molto sconfortati. In Italia è tutto più complicato a livello di leggi e tassazioni. Non dico impossibile, ma comunque complicato. Sto valutando l'Astigiano come appoggio. Mi piacerebbe trovare un agriturismo in zona, per dedicarmi maggiormente all'hospitality e alla parte turistica. Anzi, faccio un appello a chiunque abbia in vendita una cascina da mettere a posto. Vorrei creare qualcosa di giovane e bello con e per il mio territorio. 

"Tutto ciò che sei a casa tua, quando ti sposti non vale più"

Un consiglio ai ragazzi che vorrebbero fare un'esperienza all'estero, ma sono frenati dalle paure?

Partite prima di me! Restate umili, non arrivate in terra straniera pensando di saper fare tutto. Tutto ciò che sei a casa tua, quando poi ti sposti non vale più. Diventi un numero come tutti gli altri, sta poi a te far vedere di cosa sei realmente capace, ma dimostrandolo con i fatti. La paura c'è e ci sarà sempre, però va anche affrontata. Non c'è nulla di irreversibile; al massimo, se le cose non vanno bene, si torna a casa. C'è sempre un modo per tornare indietro. 

Danilo, ma io come ti posso definire?

Una persona fortunata, che ha lavorato e continua a lavorare sodo. Gli altri mi vedono come il titolare dei locali, ma io ogni giorno lavoro con i miei dipendenti. Mi alzo al mattino e lavoro: apro con loro e chiudo con loro. Non mi tiro indietro, so quello che abbiamo creato, ma non mi scordo da dove sono partito. 

Hai altri progetti in pentola?

In questo momento consolido quello che ho, perché l'esposizione avuta in quattro anni è stata tanta, sia di pressione che di lavoro. L'Australia è stata una scuola che mi ha insegnato come gestire l'ansia, soprattutto quando è il momento di aprire qualcosa di nuovo. Per cui ad oggi non sto valutando nessuna nuova apertura. Di.Vino sta ottenendo riconoscimenti grossi; siamo proprio un bel gruppo di giovani che fanno cose belle fuori dal loro paese, ma valorizzandolo. 

Chi è Danilo 

Nato e cresciuto nel cuore di Asti, fin da piccolo ha sviluppato un apprezzamento istintivo per ingredienti eccezionali, che si trattasse della semplicità di un panino perfettamente preparato o della complessità di un pasto con più portate. Questa passione lo ha portato a perseguire un'istruzione approfondita in cibo e vino, ottenendo prestigiose certificazioni da sommelier da AIS in Italia e WSET in Australia.

Il viaggio di Danilo nel settore del vino e della ristorazione dura da oltre 13 anni e tocca diversi Paesi. Ha affinato la sua arte attraverso lavori stagionali in tutta Europa prima di portare la sua competenza in Australia, dove ha rapidamente lasciato il segno. A Brisbane, ha lanciato per la prima volta Arcade Wine ad Ashgrove, presentando alla gente del posto la sua selezione curata di vini e il suo approccio unico all'ospitalità. Ha poi trascorso sette anni come direttore di Gusto da Gianni, seguito da oltre un anno presso l'acclamato Montrachet, dove ha consolidato la sua reputazione di ristoratore appassionato e competente.

L'ispirazione per la sua ultima iniziativa, D.Vino Bistro & Vinoteca, è arrivata durante un momento fortuito mentre era in vacanza con la sua compagna, Pia, che sarebbe diventata parte integrante dell'iniziativa. In quell'istante è nata la visione di D.Vino, un nome che rende omaggio alle sue radici italiane e alla sua passione per il vino. La "D" sta per Danilo, mentre "Vino" simboleggia la cultura che ha plasmato la sua carriera e lo ha ancorato in Australia per oltre un decennio. Pia, sia come compagna di vita di Danilo che come membro chiave del team, ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare la visione e il successo di D.Vino, portando sul tavolo la sua passione unica e la sua etica del lavoro.

D.Vino Bistro & Vinoteca 

Situato nel vivace quartiere di Woolloongabba, Brisbane, D.Vino Bistro & Vinoteca è più di un semplice ristorante: è un invito a provare i sapori autentici dell'Italia e di Asti. Dall'apertura nel 2023, D.Vino si è rapidamente guadagnato la reputazione di destinazione per una raffinata cucina italiana. Il menu è una lettera d'amore all'Italia, realizzata in collaborazione con lo chef Mirco, originario del Nord Italia, la cui competenza culinaria è radicata nella tradizione ma ispirata da tecniche moderne. Insieme al suo sous chef Francesco, Danilo, Pia, Mirco e Francesco creano insieme piatti che celebrano i ricchi sapori e l'abbondanza stagionale della cucina italiana. Dai tajarin fatti in casa, alla croccante focaccia infusa con pomodorini confit e rosmarino, ogni boccone è un omaggio all'autenticità e alla qualità. Altri piatti eccezionali includono il risotto Acquarello, riccamente aromatizzato con bisque di crostacei mantecato e alghe wakame.

Impegnato a reperire i migliori ingredienti di stagione da agricoltori locali e fornitori artigianali, il menu di D.Vino vanta anche una serie di antipasti, con salumi, formaggi e verdure marinate attentamente selezionati per completare l'ampia lista dei vini. È chiaro che il vino è il fulcro di D.Vino: con oltre 400 etichette, la carta dei vini mette in mostra la diversità e la complessità della viticoltura astigiana e italiana. D.Vino Bistro & Vinoteca può ospitare 40 persone.

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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