Economia e lavoro - 09 marzo 2025, 10:15

Moscato d'Asti e Asti DOCG, allargamento in stand-by: i produttori sono divisi

Confagricoltura Piemonte: "Attendiamo una proposta concreta dal Comune di Asti. Ora, è necessario tutelare e rilanciare ciò che abbiamo"

Uve moscato

Uve moscato

I futuri 'confini' delle aree di produzione del Moscato d'Asti e l'Asti DOCG restano incerti. L'ipotesi di un allargamento dell'area di produzione, proposta dal Comune di Asti, ha acceso il dibattito tra i produttori e portato a un sostanziale nulla di fatto nell'incontro del 4 marzo scorso tra il Consorzio di tutela, l'Associazione Comuni del Moscato e le associazioni di categoria, tra cui Confagricoltura Piemonte.

La denominazione, fortemente radicata nella tradizione vitivinicola piemontese, è stata oggetto di evoluzioni enologiche e commerciali, che però, secondo alcuni, non sono state accompagnate da un adeguato rilancio del territorio. Un territorio che dal 2014 è stato riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità per i suoi "Paesaggi Vitivinicoli": 51 comuni caratterizzati da colline coltivate a vite, con pendii dolci nel Monferrato e crinali più ripidi nelle Langhe.

"Allevare in queste zone di produzione implica conoscere il territorio, il microclima e le potenzialità di una terra particolarmente calcarea, oltre al posizionamento sul mercato di questa varietà di vini," ha sottolineato Maurizio Montobbio, vicepresidente di Confagricoltura Piemonte, presente all'incontro.


Incertezze e preoccupazioni

Il dibattito sull'allargamento della DOCG arriva in un momento delicato per il settore. Montobbio ha ricordato la "crisi dovuta alla riduzione delle esportazioni" e il rischio di ulteriori ripercussioni a causa dei "dazi imposti dall’amministrazione Trump". "Prima di valutare l’inserimento di altri terreni," ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura Piemonte, "attendiamo di conoscere la reale portata della proposta e il parere dei produttori, veri protagonisti della scena".

Confagricoltura Piemonte ha inoltre posto l'accento sulla necessità di una campagna di comunicazione per valorizzare le uve, le tipologie di vino, l'area di produzione e garantire la sostenibilità economica e agronomica delle aziende.

La decisione sull'allargamento della DOCG è quindi rimandata a futuri incontri e approfondimenti tecnici.

Redazione

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