La situazione faunistico-ambientale della provincia di Asti, l'attività della Polizia Provinciale e le prospettive future di collaborazione con gli agenti venatori sono stati i temi al centro della conferenza stampa tenutasi oggi nella sala Giunta di piazza Alfieri. Un incontro che ha messo in luce l'importanza di questi due settori strategici dell'ente provinciale, evidenziando i risultati ottenuti e le sfide da affrontare.
"C'è sempre margine per migliorar e per cercare di rispondere in modo più efficace alle istanze che ci arrivano, soprattutto dai sindaci", ha dichiarato il presidente Maurizio Rasero, aprendo l'incontro.
Rasero ha poi sottolineato un aspetto fondamentale: "Fra tutte le attività dell'ente, mi sia consentito dire che forse gli uffici che presentiamo oggi sono quelli che stanno salvando il bilancio provinciale", riferendosi in particolare alle entrate generate dai controlli stradali. "Se siamo riusciti a fare opere per rispondere alle esigenze del territorio, lo abbiamo fatto perché c'è stata una forte entrata relativa agli autovelox, che ci tengo a precisare sono stati introdotti per una questione di sicurezza e non per fare cassa."
Il consigliere delegato Davide Migliasso ha illustrato la struttura e le funzioni della Polizia Provinciale: "Attualmente è composta da sei unità, con a capo il comandante dottor Silvio Nargi. In questi ultimi due anni l'organico è raddoppiato, passando da tre a sei agenti, proprio perché sono aumentate anche le attività e le funzioni svolte."
Migliasso ha voluto sfatare un luogo comune: "Vorrei chiarire che tutta l'attività di polizia non è assolutamente fatta per fare cassa. Costantemente siamo chiamati noi amministratori, sia provinciali che comunali, a potenziare i controlli proprio per prevenire problematiche legate a forte velocità, furti, raggiri e truffe."
Importante anche il reinvestimento delle risorse: "Tutto quello che viene incassato dai verbali viene poi reinvestito nella viabilità: asfaltature, segnaletica orizzontale e verticale. È un investimento con una finalità di cui poi la collettività beneficia, perché se le strade sono dissestate o manca l'opportuna segnaletica, questo può essere motivo di incidenti."
Incidenti stradali e sicurezza: i numeri allarmanti
Nel corso della conferenza è stato evidenziato un dato preoccupante: negli ultimi anni sulle strade della provincia si sono verificati 160 incidenti, con un bilancio tragico di 8 vittime. Numeri che confermano la necessità di mantenere alta l'attenzione sulla sicurezza stradale e di intensificare i controlli per prevenire ulteriori tragedie.
Il comandante della Polizia Provinciale, Silvio Nargi, ha poi illustrato nel dettaglio l'attività di controllo sulle strade provinciali, soffermandosi in particolare su alcuni tratti critici per l'alto numero di incidenti. "Abbiamo dato priorità a determinate strade, tra cui la SP458 (nel tratto di Sessant), purtroppo teatro di numerosi incidenti mortali", ha spiegato Nargi. "Solo nell'ultimo anno questa strada è stata oggetto di cinque sinistri con esito tragico. Purtroppo la velocità rimane una costante, nonostante i limiti imposti. Per questo motivo ci siamo mossi con largo anticipo, già a settembre, per richiedere un decreto prefettizio che ci permettesse di installare strumenti di controllo. Con il nuovo decreto Salvini del 14 aprile 2024, la normativa sugli autovelox è diventata molto più stringente e richiede che ci siano incidenti letali per ottenere l'autorizzazione. Ebbene, quello sulla SP458 è stato il primo decreto approvato dopo la nuova normativa."
Nargi ha poi elencato le principali arterie su cui la Polizia Provinciale sta concentrando i controlli. "Effettuiamo pattugliamenti quotidiani, sia al mattino che al pomeriggio, utilizzando gli strumenti già illustrati dal consigliere Migliasso e dal presidente Rasero. Interveniamo spesso sulla SS10 (Asti in località Palucco), un'altra strada con un alto tasso di incidentalità e su richiesta dei comuni monitoriamo punti particolarmente pericolosi come il rettilineo di Maretto e Castelnuovo Don Bosco. Anche sulla Asti-Alba in località Variglie e San Damiano d'Asti , e nel tratto che interessa Portacomaro Stazione, abbiamo dovuto rafforzare i controlli dopo alcuni episodi gravi. Non ultimo, sulla SP457 abbiamo dovuto rimuovere un autovelox perché non rispettava la normativa, che ora impone distanze precise per la collocazione degli strumenti di rilevazione della velocità."
Un'attenzione particolare è stata posta anche sui ponti, spesso soggetti a transiti non autorizzati da parte di mezzi pesanti. "A Rocchetta Tanaro, ad esempio, abbiamo intensificato i controlli su richiesta delle autorità locali, poiché il ponte ha limiti di portata spesso violati dai camion diretti alle industrie della zona", ha spiegato Nargi. "Lo stesso vale per la SP5 di Mombercelli e per altri tratti sensibili della rete provinciale."
Il comandante ha poi voluto sottolineare l'importanza della tecnologia nei controlli stradali. "Tutti i nostri autovelox e sistemi di rilevazione sono dotati di fotocamere che registrano i transiti delle vetture. Queste immagini si rivelano fondamentali anche per le forze dell'ordine, come Polizia, Carabinieri e Polizie Locali, che spesso ci chiedono accesso ai fotogrammi per indagini su furti o altri reati", ha precisato. "Non dimentichiamo che questi dispositivi sono stati utili anche per identificare responsabili di atti vandalici contro gli stessi autovelox, che spesso non erano obiettivi in sé, ma servivano ai malviventi per disattivare le telecamere di sicurezza."
Passando ai numeri dell'attività operativa, Nargi ha ricordato che i controlli sulle strade provinciali sono stati intensificati a partire da maggio 2024. "Da allora, con un organico iniziale ridotto – eravamo solo in tre o quattro agenti – siamo riusciti a controllare circa un migliaio di veicoli e a elevare 156 verbali per infrazioni ", ha dichiarato. "Abbiamo rilevato diversi casi di guida senza patente, sequestrato vetture prive di assicurazione e contestato numerosi sorpassi pericolosi, soprattutto sulla SP458. Il sorpasso azzardato è una delle principali cause di incidente: solo nell’ultimo anno abbiamo elevato 50 verbali per questa infrazione."
Un'innovazione che ha trovato riscontro positivo tra gli utenti è il nuovo sistema di pagamento immediato delle sanzioni. "Grazie all’introduzione di un sistema PagoPA portatile, chi viene sanzionato può saldare direttamente la multa sul posto", ha spiegato il comandante. "In questo modo, si semplifica il processo e si evita che i cittadini incorrano in ulteriori problemi per mancati pagamenti o ritardi."
Sul fronte dell’equipaggiamento, la Polizia Provinciale di Asti si sta dotando di strumenti all’avanguardia. "Abbiamo già in uso un autovelox mobile di ultima generazione, un telelaser per il rilevamento a lunga distanza, un etilometro per i controlli su alcol e sostanze stupefacenti, e stiamo per adottare un nuovo sistema elettronico per i rilievi di incidenti stradali", ha illustrato Nargi. "Si tratta di un tablet che permette di digitalizzare immediatamente la scena dell’incidente, rilevando coordinate GPS e disegnando una mappa precisa del sinistro in pochi secondi. Questo sistema è già in uso presso la Polizia Locale di Roma e rappresenta una svolta in termini di rapidità e precisione."
Infine, il comandante ha confermato il potenziamento dell’organico. "Oggi siamo sei unità, ma da aprile avremo una nuova risorsa e contiamo di arrivare presto a sette agenti operativi. Questo ci permetterà di coprire in modo più capillare il territorio, con pattuglie giornaliere dedicate. Con questo incremento, la Polizia Provinciale potrebbe anche trasformarsi in un vero e proprio corpo autonomo".
Il comparto caccia: sfide e soluzioni per la gestione faunistica
Il consigliere provinciale Davide Migliasso ha posto l’accento su un tema di grande interesse per il territorio: la gestione della fauna selvatica. "E' un settore particolarmente sentito perché la presenza di fauna sul territorio provinciale è rilevante e necessita di interventi mirati. Abbiamo già approvato diversi piani di contenimento e stiamo lavorando alla realizzazione di altri, tra cui il piano per il contenimento dei cinghiali, attualmente in corso".
I numeri parlano chiaro: "Nel 2024, sul territorio provinciale, sono stati abbattuti più di 2.000 cinghiali e da inizio gennaio ad oggi abbiamo superato quota 200. Se confrontiamo questi dati con quelli di altre province piemontesi, possiamo dire che il nostro territorio ha numeri importanti, grazie a un’attività costante di monitoraggio e controllo".
Migliasso ha poi voluto rispondere a chi solleva critiche sulla gestione della fauna selvatica. "Spesso leggiamo proteste, ricorsi alla prefettura, richieste di incontri perché si vorrebbe fare di più. Ma bisogna riconoscere il lavoro svolto da chi è impegnato sul campo: cacciatori, squadre di autodifesa, agenti della vigilanza. L’attività di contenimento si fa con serietà e professionalità, ma dobbiamo sempre tenere presente che abbiamo a che fare con esseri viventi, che si spostano, si riproducono e fanno parte di un ecosistema complesso. Tutto è migliorabile, certo, ma i dati dimostrano che il lavoro portato avanti finora è significativo".
Uno dei problemi principali riguarda le cosiddette zone CERV, aree del sud-est astigiano dove attualmente non è possibile attuare il piano di contenimento dei cinghiali. "In queste aree – ha spiegato Migliasso – i cinghiali si sono concentrati e riprodotti molto, creando un problema che diventa ancora più urgente con l’arrivo delle semine. Stiamo quindi lavorando a una lettera, in accordo con il Presidente della Provincia, da inviare al Commissario straordinario per la peste suina, alla Regione e agli enti competenti, per chiedere la rimozione di questo vincolo e consentire il contenimento anche in queste zone".
Il consigliere ha voluto raccontare la sua esperienza diretta sul campo: "Nell’ultimo anno ho partecipato personalmente ad alcune uscite con le squadre di cacciatori per rendermi conto della situazione. È evidente che in certe zone la presenza di animali è ancora consistente, mentre in altre aree la numerosità è ormai sotto controllo. Ma c’è ancora lavoro da fare".
Migliasso ha poi parlato di altre specie oggetto di piani di contenimento. "Dalla prossima settimana inizieremo il censimento dei caprioli per predisporre un piano di contenimento. Attualmente non ce n’è uno operativo, perché il precedente è stato bloccato dal Consiglio di Stato dopo un ricorso. C’è fretta di intervenire, perché con l’arrivo della primavera e della vegetazione più fitta diventa più difficile effettuare i censimenti e quindi predisporre un piano efficace".
Sono già stati approvati, invece, altri piani: "Abbiamo recentemente aumentato il numero di corvidi da contenere, passando da 500 a 2.000, e attivato un nuovo piano per il contenimento delle nutrie. Su questo fronte sono già stati svolti due corsi di formazione per i comuni e per i cacciatori interessati a ottenere l’abilitazione. Il piano per il contenimento delle volpi è già operativo, ma stiamo valutando ulteriori censimenti per capire se intervenire in maniera più incisiva, dato che, girando sul territorio, ho potuto constatare che la loro presenza è significativa".
A completare il quadro sulla gestione della fauna selvatica è intervenuto il dirigente del settore, Edoardo Tebaldo, che ha parlato della questione della peste suina africana e delle limitazioni imposte nelle aree a rischio. "Fino allo scorso anno, nelle zone di restrizione 2 si doveva procedere esclusivamente con lo smaltimento delle carcasse, ma dal primo ottobre l’ordinanza del Commissario ha permesso l’autoconsumo. Tuttavia, sempre con la stessa ordinanza, sono state istituite le zone CERV, che hanno bloccato gli abbattimenti in forma collettiva con le squadre di caccia. Questo ha provocato un forte rallentamento delle operazioni di contenimento".
Tebaldo ha confermato che la Provincia è al lavoro per far sentire la propria voce presso gli enti competenti. "Domani avremo un incontro in prefettura proprio per discutere di queste limitazioni e cercare di ripristinare l’attività di abbattimento come in precedenza".
Il dirigente ha poi sottolineato la complessità del lavoro svolto dagli uffici: "Ci interfacciamo costantemente con cacciatori, agricoltori, associazioni di categoria e gruppi con interessi spesso contrapposti. Ogni riunione su questi temi dura almeno due ore ed è sempre caratterizzata da un forte coinvolgimento emotivo".
Un capitolo importante riguarda anche l’attività di vigilanza venatoria. "Abbiamo due squadre operative sul territorio, una nel nord-estigiano e una nel sud-estigiano, che lavorano tutti i giorni dalle 7 del mattino fino a mezzanotte. Non possiamo garantire la copertura 24 ore su 24, ma il servizio è stato potenziato e riorganizzato negli ultimi mesi. Più del 70% del personale è stato rinnovato e abbiamo rivisto le procedure operative per renderle più efficaci".
Infine, Tebaldo ha parlato dell’importanza dei censimenti per una gestione corretta della fauna. "Per i caprioli dobbiamo partire adesso con il monitoraggio, mentre per i cinghiali ci basiamo sulle stime fornite dalla Regione, che indicano una popolazione di circa 6.000 esemplari. Ma il censimento sarà anche un’occasione per raccogliere dati su altre specie, come lepri e volpi, per avere un quadro sempre più preciso della situazione faunistica nella provincia".