Attualità - 02 marzo 2025, 12:26

A Nizza Monferrato nasce lo Sportello antiviolenza: una rete per contrastare la violenza di genere

Presentato il progetto dell’associazione Futura, che unisce territori e istituzioni per sensibilizzare e offrire supporto concreto alle vittime

La presentazione al Foro Boario

La presentazione al Foro Boario

Presentato ieri, al Foro Boario di Nizza Monferrato, il progetto dell’associazione Futura “Sportello antiviolenza in rete sul territorio”, che ha unito le amministrazioni di Calamandrana, Canelli, Nizza Monferrato e di tutti i Comuni dell’Unione collinare “Vigne e Vini” con l’obiettivo di creare una rete solida per affrontare la violenza di genere.

 "Noi abbiamo creduto sin da subito nel progetto - ha sottolineato il sindaco di Nizza, Simone Nosenzo - È importante fare rete per far sì che determinate tematiche restino all’attenzione”.

 La parola 'rete' sintetizza il lavoro sinergico che ha portato a questo risultato, un messaggio importante che deve coinvolgere tutti, come ha sottolineato l’assessore alla Cultura di Canelli, Annamaria Tosti: “Il risultato è questa bellissima iniziativa per tutte le donne e tutti gli uomini”.

 L’idea dello sportello nasce da un duro e lungo lavoro di sensibilizzazione su tutto il territorio, ha raccontato la dottoressa Viviana Garbagnoli, presidente dell’associazione Futura: "Abbiamo lavorato molto sul linguaggio, che deve essere rispettoso e attento, mai sottovalutato".

 Proprio il linguaggio detiene un’importanza cruciale nella lotta contro la violenza e una disattenta condivisione mediatica può comportare un problema gravissimo: "la banalizzazione della violenza”, un pericolo che non ci si può permettere.

In questo, fondamentale il ruolo dei mezzi d’informazione e del racconto che si veicola.

 Il passaggio più importante, in questo senso, sta nel parlarne attraverso una cultura intelligente che arrivi a tutti e che elimini la tendenza di pensare che il problema sia solo di questi ultimi anni.

 La svolta risiede proprio nella professionalità di chi lavora a contatto con la violenza, ha proseguito la dottoressa Garbagnoli: “Si riconosca che per poter lavorare con la violenza c’è bisogno di professionalità. Le donne che lavorano nei centri antiviolenza hanno grande professionalità”.

 Un ringraziamento speciale, infatti, è stato rivolto al centro Medea di Alessandria, che ha dato la possibilità di iscrivere le donne dell’associazione a un corso per affrontare il problema in maniera professionale.

 “Questo sportello nasce con l’idea di lavorare con le donne giovani e con i giovani - ha proseguito la presidente di Futura - Servirà anche per poter andare poi all’interno delle scuole e fare sinergia”, affinché più donne, oggi solo il 7%, abbiano il coraggio di denunciare.

Anarkikka: l’arte come attivismo per un mondo più rispettoso

L’appuntamento di ieri ha anche visto l’intervento dell’illustratrice Anarkikka, che ha raccontato il suo percorso di attivista e il cambiamento che, a 50 anni, l’ha spinta a riprendere in mano la propria vita attraverso le sue vignette:  “Ho deciso di fare rete tra donne - ha raccontato - Usare le parole in maniera sintetica, ironica e diretta”.

 Il suo ultimo libro, “Non chiamatelo raptus”, raccoglie tante storie di violenza, di tutti i tipi e non solo italiane.

 “Il femminismo lo intendo come mondo più rispettoso per tutti. Nel senso che ogni essere umano deve essere rispettato per quello che è”, ha affermato, spiegando come la violenza sulle donne non è solamente quella che si vede, ma una condizione nella quale le donne si trovano a vivere anche in maniera normale.

 Fondamentale il lavoro nelle scuole per sradicare pregiudizi e luoghi comuni, per dar voce alle ragazze, ma anche ai ragazzi che, spesso, hanno molto da dire, ma non riescono a uscire dalle “gabbie rosa e azzurre".

 

Francesco Rosso

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