Non si attenuano le polemiche scatenate dalle affermazioni dell'On. Marcello Coppo - deputato astigiano di Fratelli d'Italia, non nuovo al trovarsi coinvolto in botta e risposta su temi d'attualità -, pronunciate durante un convegno sulla sicurezza sul lavoro organizzato da Casartigiani presso il polo universitario Astiss.
Nel corso del suo intervento, Coppo ha affermato che una percentuale significativa, tra l'80% e il 90%, degli infortuni mortali sul lavoro (escludendo quelli in itinere) sarebbe causata da un "tragico attimo di disattenzione" da parte dei lavoratori. Questa analisi ha immediatamente suscitato reazioni indignate, in particolare da parte della CGIL, con il segretario provinciale Luca Quagliotti che ha definito le parole del deputato "vergognose" e ha sottolineato come le cause degli incidenti siano da ricercarsi altrove, come nel profitto delle imprese, nella catena degli appalti, nella mancanza di formazione e in macchinari non a norma. Anche la figlia di un operaio deceduto in un incidente sul lavoro nel 2015, ha contestato l'analisi del deputato, ricordando come la morte del padre sia stata causata da misure di sicurezza inattive, come confermato dalla sentenza del tribunale. Le affermazioni di Coppo non hanno trovato sponda neppure nel provinciale dell'ANMIL, Roberto Sardo, il quale ha ribadito che, salvo casi sporadici, gli infortuni non sono dovuti a disattenzione, ma spesso a pressioni per aumentare la produttività a discapito della sicurezza.
Il deputato non arretra: "La tecnologia può salvare vite"
L'Onorevole Coppo ha affidato la sua replica a un video (da cui abbiamo tratto il fermo immagine sottostante) diffuso sui suoi canali social. "Sono andato a un convegno a esprimere una opinione" ha esordito, ribadendo il concetto che "siccome chi lavora non può essere concentrato al 100%, può capitare una distrazione".
Ha quindi proseguito: "Delle volte quelle distrazioni portano a delle conseguenze, quindi gli infortuni addirittura delle morti. Non ritengo che aumentare delle sanzioni serva, ritengo che utilizzare della tecnologia come può essere l'intelligenza artificiale possa invece servire". Coppo ha fatto riferimento a sistemi di assistenza alla guida, come quelli che avvertono il conducente in caso di uscita dalla carreggiata, come esempio di tecnologie applicabili anche al mondo del lavoro per ridurre gli incidenti.
"Questi stessi strumenti possono essere applicati al mondo del lavoro e ritengo che possano portare a diminuire le morti sul lavoro, perché purtroppo anche aumentando le sanzioni, come è successo, sotto i tre morti al giorno non ci si riesce a andare", ha dichiarato. Concludendo definendo i suoi detrattori "criticoni da salotto" e sottolineando l'importanza di aiutare le persone a rimanere attente, anche attraverso l'uso della tecnologia.
Isnardi e Pentenero (PD): Nessuna lezione da chi ha votato in Parlamento la modifica della legge sugli appalti"
La posizione espressa da Coppo ha destato reazioni anche in Consiglio regionale, da dove i consiglieri del PD Fabio Isnardi (anche lui astigiano, come Coppo) e Gianna Pentenero (nella foto d'archivio sottostante ritratti con Maria Ferlisi, capogruppo PD al Consiglio comunale di Asti, a sinistra) hanno replicato duramente: "Le dichiarazioni fatte dall'On. Marcello Coppo sono inaccettabili e vergognose: è profondamente irrispettoso colpevolizzare le vittime degli infortuni sul lavoro”, hanno affermato.
"La sicurezza sul lavoro, infatti, non può essere ridotta a un problema di disattenzione individuale", hanno aggiunto. I consiglieri hanno citato il report annuale dell'INAIL, che individua le cause degli infortuni in fattori quali "carenza dei principali dispositivi di sicurezza, scarsa manutenzione delle attrezzature, insufficiente formazione e addestramento degli operai, eccessiva frammentazione dei lavori in appalti e sub appalti".
Isnardi e Pentenero hanno poi attaccato Coppo e Fratelli d'Italia: "Non accettiamo lezioni da chi ha votato in Parlamento la modifica della legge sugli appalti che ha tolto un limite ai subappalti e reso così difficile garantire il rispetto degli standard di sicurezza”. Concludendo ribadendo la necessità di "un'analisi seria e profonda delle cause degli infortuni, piuttosto che facili semplificazioni o da affermazioni prive di fondamento che hanno il sapore di spot elettorali".