Confagricoltura lancia l’allarme sulle nuove proposte della Commissione Europea per la modifica del Beating Cancer Plan (Beca), il Piano Europeo di lotta contro il cancro. Le misure previste, ancora più restrittive rispetto alla versione del 2021 già bocciata dal Parlamento Europeo, rischiano di colpire duramente il settore vitivinicolo italiano, con effetti significativi anche sulla provincia di Asti.
Le nuove disposizioni prevedono l’introduzione di etichette con avvertenze sanitarie sulle bottiglie di vino, restrizioni alla pubblicità e nuove tasse sugli alcolici, con l’obiettivo di ridurre il consumo di bevande alcoliche. Inoltre, sono in discussione limitazioni alle vendite transfrontaliere, che potrebbero influenzare negativamente le esportazioni del settore.
Per Gabriele Baldi, presidente di Confagricoltura Asti, queste misure rappresentano una minaccia per un comparto già messo a dura prova da dazi, calo dei consumi e incertezze economiche. "L’inasprimento delle regole in questi termini è inaccettabile. Il vino è molto più di una semplice bevanda alcolica: è cultura, tradizione e parte integrante della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità", sottolinea Baldi.
Anche Mariagrazia Baravalle, direttore di Confagricoltura Asti, esprime preoccupazione: "Non siamo contrari ai principi di tutela della salute del piano Beca, ma il vino non può essere trattato come il tabacco. Il nostro territorio vive di viticoltura, e misure drastiche come queste potrebbero compromettere un’economia fondamentale per Asti e il Monferrato".
Confagricoltura, insieme all’intera filiera vitivinicola, si appella agli europarlamentari italiani affinché il dibattito su queste normative tenga conto della specificità del settore e dell’importanza economica, sociale e culturale della produzione vinicola. "Serve un approccio scientifico e pragmatico, che non penalizzi ingiustamente un settore strategico per il nostro Paese e per il Made in Italy", conclude Baldi.