Viviamo in un posto bellissimo - 15 febbraio 2025, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove arriva La Diabolica

A maggio arriva La Diabolica, evento ciclistico presentato ieri all'Auditorium Banca di Asti. Evento nato per ricordare le gesta di Giovanni Gerbi, il Diavolo Rosso, e la dedizione di Luciano Cerrato

1931, il Diavolo Rosso scala il Gerbido di Montemarzo

1931, il Diavolo Rosso scala il Gerbido di Montemarzo

Da ieri sera è ufficiale: ad Asti arriva La Diabolica, evento ciclistico che unisce passione, sfida e storia. Un tuffo nel racconto del ciclismo astigiano che si correrà domenica 18 maggio, ricordando Luciano Cerrato e Giovanni Gerbi, il Diavolo Rosso.

A rendere speciale la competizione, la sfida sulla salita del Gerbido di Montemarzo, detto l’impedalabile, e il Trofeo Cerrato, dedicato alla memoria del celebre astigiano che fu patron della “Coppa Città di Asti”, promuovendo il ciclismo e trasformando Asti per diversi anni in capitale del pedale. Sfida su una via d’accesso a Montemarzo, frazione di Asti abbarbicata lungo il crinale di una collina da cui si ammirano i panorami della città e delle vallate circostanti. Paese carico di storia e testimonianze, come la notevole chiesa dei Santi Marcello e Defendente di origine trecentesca. Il posto è però noto per il Gerbido dalla pendenza media del 18% e picchi impressionanti del 32%. Scalato per sfida, nel 1931, da un non più cosi giovane Gerbi è oggi dura sfida per gli appassionati del settore nel provare a superare il suo 4’59” su 1.25 km di salita imbarazzante. 

Che dire del Diavolo Rosso, pioniere dell’eroismo ciclistico. Nasce il 4 giugno 1885 nella casa posta al numero 29 della sezione Valle Tanaro ad Asti. Matto per la bici, inizia a correre appena quindicenne, usando una bicicletta comprata con i risparmi di garzone, e nella prima gara, la Torino-Rivoli arriva terzo. Poco dopo, secondo ad un paio di altre competizioni regionali e, dopo solo alcuni mesi, primo nel campionato astigiano. A soli 18 anni, vince la Milano-Torino con ben mezz'ora di vantaggio sul secondo. e poi tantissime corse e tantissime altre vittorie. Una vera forza della natura, dall'indole indomita e un po' da scavezzacollo, tanto da infiammare per anni folle di tifosi. Il suo soprannome pare arrivi dall'epiteto affibbiatogli da un parroco che se lo trovò, in fuga, nel bel mezzo di una processione: chial'è chel diau ! Rosso come il colore della sua tradizionale maglia da corsa. Un mito, celebrato dal brano epico di Paolo Conte, Diavolo rosso, che riporta ad atmosfere e sapori d'un tempo. Riporta a un pioniere del ciclismo italiano, vera leggenda per molti. Brano di cui mi piace particolarmente il finale:

Diavolo rosso, dimentica la strada

Vieni qui con noi a bere un'aranciata

Contro sole tutto il tempo se ne va

Girano le lucciole

Nei cerchi della notte

Questo buio sa di fieno e di lontano

E la canzone forse sa di ratafià

Avremo sicuramente occasione di riparlare di La Diabolica, in attesa del pronti e via, occasione in più per far scoprire posti bellissimi dell’Astigiano tra scenari mozzafiato e il fascino di un passato leggendario. 

Davide Palazzetti

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