Secondo la definizione ufficiale di FAO e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i probiotici sono “organismi vivi che somministrati in quantità adeguata, apportano beneficio alla salute dell’ospite” .
L’evoluzione reciproca dei mammiferi e dei loro microrganismi intestinali dura da centinaia di milioni di anni e lo studio di questa relazione ha portato allo sviluppo del progetto noto con il nome di “Human Microbioma Project”: recenti evidenze hanno dimostrato il ruolo fondamentale del microbiota intestinale in numerose malattie metaboliche, immunologiche e neurologiche nell’uomo.
EFFETTI BENEFICI DEI PROBIOTICI: sono tantissimi i ceppi di probiotici studiati ad esempio
1)nell’intolleranza al lattosio alcuni lactobacilli e lo S.thermophilus (utilizzato per la produzione dello yogurt) sono in grado di produrre l’enzima b-galattosidasi in grado di convertire il lattosio in glucosio e galattosio, agevolando la digeribilità degli alimenti contenenti lattosio.
2)prevenzione e cura diarrea da assunzione di antibiotici: durante l’assunzione di antibiotici nel colon l’alterazione del microbiota provoca un ridotto assorbimento di acidi grassi a catena corta ed alterato metabolismo dei carboidrati, che porta spesso a diarrea. I Lactobacillus ramnosusRG ed il Saccaromyces boluardi risultano particolarmente efficaci come prevenzione di tali effetti.
Sono inoltre utili integrazioni mirate di ceppi specifici di probiotici per prevenire la stipsi cronica e le infezioni del tratto urogenitale; fin dai primi mesi di vita i probiotici sono utili per la corretta popolazione dei batteri intestinali.
Il concetto, invece, di prebiotici è relativamente recente, essendo stato proposto nel 1995 secondo la definizione di: ingredienti alimentari (fibre) capaci di di influenzare positivamente la salute, stimolando selettivamente nel colon la crescita e l’attività di batteri intestinali “buoni”.
Non tutte le FIBRE sono PREBIOTICHE, per esserlo devono: resistere all’acidità gastrica, essere fermentate dalla microflora del colon, stimolare selettivamente batteri intestinali associati al benessere.
Il loro utilizzo è molto diffuso per esempio nei latti artificiali per neonati: sono spesso aggiunti PREBIOTICI come FOS(fruttooligosaccaridi) per avvicinare la composizione al latte materno e per la loro azione positiva sui bifidobatteri, utilissimi per il sistema immunitario del lattante.
Negli adulti i PREBIOTICI sono spesso utilizzati per regolare il transito intestinale , risolvere stipsi croniche , e nella sindrome del colon irritabile.
LOW FODMAP PER IL BENESSERE DELL’INTESTINO
L’alimentazione diventa fondamentale per risolvere le problematiche intestinali, in quanto è il luogo, il tratto gastroenterico, dove gli alimenti vengono processati e resi idonei all’assorbimento.
Un'alimentazione ricca di frutta e verdura, cereali integrali e legumi aiuta ad apportare la giusta quantità di fibre per garantire il benessere dell’intestino. Le fibre che noi introduciamo con gli alimenti sono di due tipi e hanno funzioni diverse:
· Fibre solubili: si dissolvono in acqua e aiutano a rallentare e a ridurre l’assorbimento di glucosio e colesterolo abbassando i loro livelli nel sangue, riducono il rischio di malattie cardiache, fungono da prebiotici per i batteri sani (probiotici) favorendone la crescita e quindi tutti i vantaggi che ne derivano. Li troviamo nei legumi, nell’orzo e nella frutta.
· Fibre insolubili: non si sciolgono in acqua e agiscono sul funzionamento del tratto gastrointestinale, ritardano lo svuotamento gastrico, facilitano il transito del bolo alimentare nell’intestino e, quindi, l’evacuazione delle feci. Servono per prevenire la stitichezza. Sono contenute nei cereali integrali, nelle verdure e negli ortaggi.
La dose giornaliera di fibra da introdurre con l’alimentazione è di 30gr.
In situazione di infiammazione intestinale e di colon irritabile, caratterizzate da disbiosi (squilibrio flora batterica), gonfiore, alternanza di stipsi e dissenteria, bisognerà seguire una dieta Low FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli).
La dieta FODMAP è una dieta che, in fase acuta di un colon irritabile, riduce la quantità delle fibre che sono scarsamente assorbite nel tratto gastro-intestinale. Questi zuccheri rimanendo nel colon, inducono fermentazione da parte dei batteri, richiamano acqua e possono o scatenare o peggiorare alcuni dei seguenti sintomi:
· Gonfiore
· Flatulenza
· Dissenteria
· Dolore addominale
Questo protocollo dietetico, Low FODMAP, prevede tre fasi:
- Prima fase: 3/6 settimane e comporta una drastica riduzione dei cibi FODMAP.
- Seconda fase: progressiva e graduale reintroduzione degli alimenti FODMAP, ha una durata variabile a seconda della propria risposta.
- Terza fase: in base a quanto emerso dalla seconda fase sulla tollerabilità del paziente, si elabora un regime alimentare che il paziente gestirà in autonomia.
Alcuni alimenti appartenenti ai FODMAP: mela, pesche, miele, dolcificanti, sciroppo di glucosio fruttosio, latte, carciofi, ceci, taccole, etc.
Il protocollo Low FODMAP è molto delicato e, se non eseguito e programmato nel modo corretto, può accentuare eventuali problematiche intestinali.
Il consiglio è quello di affidarvi sempre a un professionista specializzato.