La vicenda arriva al tribunale di Asti direttamente da Cherasco, patria delle lumache e riguarda circa 100mila euro di risparmi sulle tasse contestati a una ditta del settore elicicolo.
L’accusa per la ditta che non solo alleva, ma produce e vende preparati gastronomici e altri derivati dalle lumache, è quella di avere indebitamente beneficiato di agevolazioni fiscali.
Nel mirino dei controlli dell'Agenzia delle Entrate di Cuneo, un credito d’imposta motivato "con le spese sostenute per attività di ricerca, sviluppo e innovazione a cui la legge riconosce agevolazioni".
Tre progetti contestati
Sarebbero tre i progetti per i quali erano state chieste agevolazioni: Il primo su un procedimento non cruento d’estrazione della bava dei gasteropodi in ambito cosmetico; i recinti di contenimento degli animali giovani non ancora protetti da guscio; i piatti pronti commercializzati dal marchio cheraschese.
L'accusa ha sottolineato che il macchinario utilizzato non sarebbe stato inventato dalla ditta, ma solo messo a punto, forse riadattato da un brevetto depositato altrove. Sui recinti invece, l'Agenzia spiega che si tratterebbe di un accorgimento ripreso da concorrenti attivi nel Sud Italia. Sui piatti pronti, secondo l’accusa, non potrebbero rientrare sotto l’ombrello della “ricerca” siccome in cucina si considera normale lo sperimentare l’aggiunta di aromi o altro alle ricette.
La nota della Confederazione nazionale
Mentre il processo prosegue, questa mattina, con una nota, la Confederazione italiana elicicoltori, pur non entrando nel merito dell'indagine scrive: "La Confederazione Italiana Elicicoltori (CIE), anon ha beneficiato di queste agevolazioni fiscali, né alcuna azienda ad essa collegata; la stessa, in questi anni, ha continuato a battersi contro questo sistema di allevamento che consiste nel comprare chioccioline piccole e ingrassarle in batteria con mangimi appositi".
Giovanni Avagnina che dal 1976 ha creato l'elicicoltura a Cherasco, sottolinea: "Un grande spreco alimentare ed economico, fino a rendere l’allevamento, quindi, del tutto antieconomico. Sul macchinario della bava che estrae la preziosa bava in metodo cruelty-free, siamo stati sempre perplessi, perché dai costi proibitivi".
Un punto su cui Avagnina è decisamente ferrato in quanto nel 2013 ha avviato ricerche in merito con la collaborazione dalla dott.ssa Donatella Veroni (che ha dedicato parte della sua carriera al mondo della Bava delle chiocciole Helix).
"La Confederazione Italiana Elicicoltori - rimarca - ha in seguito progettato e sviluppato un nuovo macchinario che ha anche collegato il microfiltraggio. Inoltre, le migliorie dei cataloghi dell’azienda sotto indagine sono ricche di ingredienti (ricette), che non sono altro che programmi di marketing commerciale".
"C’è da dire infine, conclude la Conferderazione, smarcandosi - che tutta questa stupefacente proposta, specialmente il discutibile metodo di allevamento, abbia un nome così importante (metodo Cherasco), quando mai è stato concesso alla ditta di poter utilizzare il nome della storica città, che splende di luce propria e non ha bisogno di essere chiamata in causa da discutibili metodi di allevare lumache".