Giovedì e venerdì sera si sono svolte le prime due assemblee pubbliche contro il progetto dell’inceneritore, registrando una grande partecipazione.
A Quarto, nella Parrocchia di San Zenone, e a Castello d’Annone, nel salone comunale, più di 200 persone hanno preso parte agli incontri, dimostrando un forte interesse e preoccupazione per il tema.
Nonostante le recenti notizie che indicano come lo spazio candidato dal Comune di Asti sia troppo piccolo per ospitare l’impianto, le assemblee sono state confermate con l’obiettivo di informare la cittadinanza, spiegare le ragioni della contrarietà al progetto e organizzarsi per eventuali mobilitazioni future.
"L’attenzione - spiegano gli organizzatori - rimane alta fino a metà febbraio, quando l’autorità regionale si esprimerà ufficialmente sul progetto. Se l’esito non sarà quello auspicato, i comitati sono pronti ad agire immediatamente.
"Ci auguriamo - rimarcano - che l’esclusione di Quarto d’Asti venga confermata, ma ribadiamo con forza la nostra opposizione all’eventuale costruzione dell’inceneritore in altre località come Ghemme o Torino. In Piemonte è già presente un inceneritore, e il futuro non è costruire nuovi impianti per smaltire rifiuti provenienti da altre regioni. Serve un approccio diverso: produrre meno rifiuti e migliorare la raccolta differenziata".
Durante le assemblee, i cittadini hanno portato diversi contributi , evidenziando i numerosi rischi legati al progetto: problemi sanitari, peggioramento della qualità dell’aria, emissioni nocive, interessi economici e speculazioni, aumento del traffico, impatto negativo sul paesaggio e perdita di valore degli immobili.