È sicuramente una buona notizia che le troppe prenotazione arrivate per seguire l'incontro con la scrittrice Paola Mastrocola, costringano la Libreria Alberi d'acqua a spostare l'appuntamento in una location più ampia.
L'affezionato pubblico della scrittrice torinese ha aderito in massa all'appuntamento che si terrà sabato 18 gennaio alle 17.30 e, per contenere tutti, il titolare della libreria, Beppe Gnesotto ha spostato l'evento al Polo Universitario UniAstiss in Piazzale De Andrè.
Orario e giorno confermati quindi, ma spostamento del luogo per poter ascoltare Paola Mastrocola, anche docente di Letteratura italiana all'Università di Uppsala, in Svezia e insegnante di Lettere nei licei torinesi fino al 2015.
Il suo esordio nella narrativa è avvenuto con "La gallina volante", col quale ha vinto il Premio Italo Calvino nel 1999. Con "Palline di pane" è stata finalista al Premio Strega 2001. Nel 2004 si è aggiudicata il Premio Campiello con "Una barca nel bosco", storia di un talento sprecato per colpa della scuola.
Ha poi pubblicato, tra gli altri, “La scuola raccontata al mio cane” (2004), “Che animale sei?” (2005), “Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare” (2011), “Non so niente di te” (2013), “Leone” (2018) e “La memoria del cielo” (2023).
Sabato verrà in particolare presentato "Il dio del Fuoco" (Einaudi)
Il grande romanzo di Efesto, il dio che voleva sentirsi amato.
"Io non sono nato. Sono caduto".
Troverete soltanto dèi fra queste pagine, allegri e dispettosi, violenti e gentili, generosi e crudeli, vendicativi, ambiziosi, sognatori. E soprattutto uno: Efesto. Il dio del fuoco. Il dio escluso, storpio, deriso, l’orfano adottato da due madri, l’unico dio che lavora, il fabbro che costruisce una città sull’Olimpo e i primi automi della storia. Il più brutto tra gli dèi che sposa la più bella tra le dee. Che cos’è il mito, in fondo, se non un grande romanzo contemporaneo?
"Gli dèi non sempre si accorgono di ciò che accade. Guardano altro, pensano ad altro. Si lasciano distrarre. Così anch’essi si smarriscono. Non capiscono, sbagliano, si confondono. E ogni tanto si perdono qualcosa, che forse era importante".
Una madre getta nel vuoto suo figlio appena nato, perché debole e deforme. Quella madre è Era, regina del cielo; quel figlio è un dio, Efesto. Che precipita dall’Olimpo per nove giorni e nove notti, finché non si adagia sul fondo del mare. Lo raccolgono due ninfe, Teti ed Eurinome, che lo cresceranno nel cuore degli abissi. Lì Efesto imparerà a trovare la pace nel fuoco: fonderà i metalli, forgerà gioielli, diventerà un artista così famoso che persino Era sarà ammaliata dalle sue creazioni. Ma chi è stato abbandonato ha una ferita sempre aperta, e l’arte forse è solo un modo di rimarginarla. Il dio del fuoco raccontato da Paola Mastrocola è un dio umile e geniale, inquieto e tormentato, attratto dal mistero indecifrabile che lega l’eternità alla morte. Ed è un figlio pieno di rabbia che continua a cercare sua madre anche odiandola, dopo esserne stato respinto. Non esiste una sola verità nel mito, sembra dirci l’autrice, e questo ci rende liberi: di aggiungere, togliere, modificare, riscrivere, interpretare. Di continuare a inventare infinite versioni, perché infinito è il racconto. Con il romanzo di Efesto, il dio artista che voleva soltanto sentirsi amato, Mastrocola ci parla di noi, delle nostre insicurezze, di quanto è terribile ma anche esaltante attraversare certe solitudini. E a quasi dieci anni dall’Amore prima di noi, ci conferma ancora una volta che avremo sempre bisogno dei miti, perché dialogano con ciò che di più umano, puro e fragile ci portiamo dentro.
Il dio escluso, storpio, deriso, l'orfano adottato da due madri, l'unico dio che lavora, il fabbro che costruisce una città sull'Olimpo e i primi automi della storia. Il più brutto tra gli dèi che sposa la più bella tra le dee.
Che cos'è il mito, in fondo, se non un grande romanzo contemporaneo?
Paola Mastrocola riesce a rendere Efesto una figura straordinariamente vicina a noi, con le sue paure, le sue speranze e i suoi desideri più profondi. Il romanzo è ricco di riferimenti alla mitologia greca, ma viene raccontato con una freschezza e una modernità che la rendono accessibile a tutti.
Dialogherà con l’autrice la professoressa Marisa Varvello.