Cultura e tempo libero - 02 gennaio 2025, 07:10

Vacanze Astigiane tra tradizione e solidarietà

A mezzogiorno di oggi, a Castiglione d’Asti si festeggia l’inizio anno con l’Antica Fagiolata, evento imperdibile alla sua ottocentoventicinquesima edizione

Vacanze Astigiane tra tradizione e solidarietà

Oggi è il giorno di San Defendente, 2 gennaio. Oggi a Castiglione d’Asti è giorno di festa con la tradizionalissima Antica Fagiolata. Prima ed imperdibile festa dell’anno di tutto l’Astigiano. Festa definita a buona ragione antica, visto che la sua origine è scritta su un atto notarile delle Carte Capitolari di Asti datato 1200. Atto che chiudeva una vertenza fra il Capitolo Ecclesiastico e alcuni signorotti locali tra cui tal Guglielmo Baldissero, da Castiglione, che si impegnava a pagare una parte del compenso dovuto, a condizione che, dopo la sua morte, fosse celebrata ogni anno una messa per lui e famiglia, oltre ad elargire legumi ai poveri del suo paese. Atto che dà una data certa alla più antica tradizione di Castiglione d’Asti, indubbiamente una delle più vecchie del Piemonte. Dopo otto secoli e passa l’Antica Fagiolata, nel suo messaggio solidale, è un rito dai bellissimi sapori comunitari, rito a cottura lenta , oltre quattro ore, dei legumi su fuoco a legna in grosse caudere di rame. Cottura di un’abbondante tonnellata di fagioli, insaporiti da cotenne, piedini, code, costine e cotiche di maiale.

Rito da non perdere. Per i pochi che non conoscessero ancora Castiglione d’Asti, Comune fino al 1929, il borgo sorge a circa sette chilometri a nord est di Asti, su una delle colline a ridosso della città. Nella speranza che in editing abbiano trovato spazio per una pubblicazione anticipata dell’odierna proposta di Vacanze, e che voi abbiate il tempo di fare il pieno di fagioli, propongo un giro nei dintorni. Giro a Portacomaro, Scurzolengo e Castell’Alfero. 

Giusto a sei chilometri nord da Castiglione d’Asti, ecco Portacomaro, luogo spettacolare circondato da vigneti di Grignolino, nettare che piaceva tanto a Margherita di Savoia. E pure a me. Nel girarlo partirei dal suo ombelico, ieri ed oggi: il Ricetto, risalente a prima del Mille, luogo fortificato per proteggere magazzini, granai e gli edifici più importanti del paese. Poi subito a godere di un grande esempio di Romanico Astigiano con la chiesa di San Pietro, costruita intorno al 1130. Veramente un bel borgo, da visitare scordandosi a casa l'orologio grazie al campanile della parrocchiale che non solo mostra l'ora sui quattro lati, ma batte, due volte, ore e mezzore. 

Altri cinque chilometri e siete a Scurzolengo. circondato dal lungo rincorrersi di campi e vigneti. Simbolo del paese il castello, di origine medioevale, bello e imponente, a chiusura della piazza principale arricchita dalla settecentesca parrocchiale di San Lorenzo. Circa 530 abitanti sicuramente abituati, chi più e chi meno, a bere bene: Grignolino e Ruchè. Nel borgo e subito fuori, perdetevi poi tra chiesette e cappelle. Piccole opere d'arte come quella ottagonale dedicata a San Rocco o quella circolare in pieno centro storico.

Dulcis in fundo, Castell’Alfero, villanova sorta nel 1290 dopo l'ennesima distruzione dell'abitato da parte dei monferrini, con gli abitanti che si trasferirono in collina ripristinando il vecchio castrum sotto la protezione del Comune di Asti. Oggi è un vero piacere girare per il suo centro storico, ricco di tracce del passato, dalle antiche porte d'accesso al ricetto alle mura medievali, anche se il vero punto forte del borgo è il suo castello, quello dei conti Amico, nell'elegante ristrutturazione settecentesca di Benedetto Alfieri. 

Davide Palazzetti


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