Storie di Orgoglio Astigiano - 14 dicembre 2024, 12:00

Storie di Orgoglio Astigiano. Chiara Dello Iacovo: "Interpretare la Carrà? Mi ha insegnato il valore della leggerezza e della femminilità. Asti? Ora ci ho ritrovato culle di cui mi ero dimenticata"

29 anni, attrice e cantautrice, dice: "Da piccola di mestiere volevo fare l'elfo. Ai giovani consiglio di avere coraggio, che non significa non avere paura. Ogni strada ha senso, ma la tua ha un cuore e devi seguire quella, per non vivere la vita di qualcun altro"

Chiara

Chiara

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone La mia città, di Chiara Dello Iacovo, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Chiara Dello Iacovo e io abbiamo almeno una cosa in comune. 

Le nostre nonne! 

Nonna Maria, che purtroppo non c'è più, abitava nell'alloggio sopra quello della nonna di Chiara. Ogni tanto ci siamo pure incrociate io e lei, lì su quelle scale ripide, che mi toglievano il fiato già da bambina. 

Intervisto Chiara al telefono e lo faccio con un piacere immenso. 29 anni, attrice, cantautrice, mover, compositrice, performer, nel 2016 è arrivata seconda al Festival di Sanremo Nuove Proposte. L'anno prima è stata finalista a The Voice. Nel 2023 ha vestito i panni della leggendaria Raffaella Carrà nello spettacolo "Raffa in the Sky". Sono ansiosa di farmi raccontare tutto da lei. E, inevitabilmente, la voce di Chiara mi riporta lì. 

Lì su quelle scale ripide. Che ora mi stanno togliendo il fiato, seppur ferma. 

Chiara, che rapporto hai con le terre astigiane?

Lo definirei un rapporto stranissimo. A 19 anni ho scritto “La mia città”, canzone contenuta nel mio primo album, in cui racconto proprio di quanto io mi sia sentita clandestina ad Asti. In quest'ultimo anno, invece, ci ho fatto pace. La vita mi ci ha riportata e ho riscoperto tesori, culle di cui mi ero dimenticata. Ad Asti ho ritrovato spazi di studio, di quiete. Ed è incredibile. 

Dov'è casa tua al momento? Per una come te che ha girato molto 

Vivo a Milano da un mese e ci starò sicuramente almeno un anno. Per me, però, casa diventa dove ho la mia sala in cui studiare e creare. Eh sì, soprattutto negli ultimi tre anni ho avuto un nomadismo scellerato. Mi sono mossa tantissimo: non sono mai stata più di quattro mesi nella stessa città. Sono andata avanti e indietro tra Torino, Roma, Bologna. Ero sparpagliata un po' così. Dopo anni vissuti in questo modo, avevo bisogno di scegliere una base. Adesso ho spostato gli strumenti a Milano. Quando faccio così, vuol dire che voglio una relazione stabile con quel posto. Intendo fermarmici per un po'. 

Adesso cosa stai facendo? Domanda non scontata per chi, come te, ha una grandissima capacità di trasformazione 

Già! Adesso sono nel momento magnifico della chiusura di grandi cicli, con apertura di altri. Abbiamo debuttato con lo spettacolo "X" a Lecce, è stato l’ultimo spettacolo per la regia di Gabriele Vacis, mio maestro e fondatore della nostra compagnia. Ho debuttato per la prima volta con un testo mio e ho iniziato a insegnare alla Holden di Torino. Diciamo che sono nel pieno di un periodo di transizione, di metamorfosi, in cui il vecchio e il nuovo mondo s'incontrano. E poi mi sono messa a lavorare da sola sulle mie produzioni musicali: nel 2025 conto di riprendere in mano i progetti musicali. E nel frattempo continuo a studiare il corpo e la cosiddetta presenza integrata. Alla Holden insegno Intensità per il primo anno, che deriva dalle pratiche teatrali che ho praticato con Vacis in questi ultimi sei anni. Cerco di insegnare ai giovani che vogliono scrivere come si attacca la mente al corpo e cosa vuol dire stare in attenzione, come si sta collegati col dentro in relazione col fuori: presenza integrata, appunto. 

Come sei arrivata a questo punto della storia? 

Adesso sono sulla vetta di questa montagna: vedo la vallata e mi sembra un disegno perfetto; vedo i dirupi che mentre ero dentro facevano sembrare tutto un gran casino. Durante questo cammino, ho sempre avuto qualcosa di me e in me che mi ha guidata in maniera imperativa, ho delle forze che mi tirano da una parte all’altra. Ed è per questo che non credo nel libero arbitrio. La musica, dopo un po', non era abbastanza e mi sono mandata a fare teatro, per incontrare quelle pratiche lì, grazie alle quali ho scoperto il corpo e la danza, nuovi modi di cantare attraverso lo studio della figura. Adesso, dopo anni, comincia a essere chiaro cosa sto facendo e in cosa posso essere utile a me e agli altri. A tratti, però, ovvero mentre lo scoprivo, è stato un percorso spaventoso. 

"Avrei potuto fare l'elfo. Ho dovuto inventare un lavoro apposta"

Cosa volevi fare da grande? 

Quando ero piccola c'erano diverse carriere che mi ispiravano: il muratore, mi è stato subito sconsigliato: "Al massimo l'architetto!" mi ha detto papà mentre mi riportava a casa da scuola. Allora ho pensato che avrei potuto fare l'elfo - ma Chiara ma gli elfi non esistono! - mi rispose la maestra di italiano, ridendo come una matta. "Allora farò il Papa" annunciai ai miei compagni chirichetti mentre il prete era intento a servire la comunione "Guarda che sei una femmina, al massimo puoi fare la suora". Insomma, nessuno dei lavori che volevo fare andava bene, per cui nel tempo ho dovuto inventarne uno apposta. Ora di lavoro faccio La Chiara.

Che reazioni avevano le persone attorno a te, vedendoti in continuo mutamento, apparentemente senza meta? 

I feedback erano anche negativi. Tante persone mi dicevano, senza troppi giri di parole, "Chiara, ma cosa stai facendo?", "Chiara, ma perché perdi tempo? Perché disperdi energie non stando mai ferma?". Ci vuole una dose di caparbietà non indifferente per andare avanti. Per la maggior parte delle persone io stavo facendo cose sconnesse fra loro. E adesso, finalmente, posso pensare e dire "col c***o che le stavo disperdendo quelle energie!", perché in quel momento mi serviva quella cosa lì, in quel modo lì. 

Voglio trovare un senso 

Mi ritrovo tantissimo nei messaggi che sta trasmettendo Chiara. Lo spavento di quando si è immersi nella foresta senza bussola, il dolore provato nel sentire le persone attorno a te stranite dal e per il tuo cammino, ma anche la gioia di quando tutto inizia a prendere forma e senso. La serenità di quando si fa pace con se stessi e con il proprio percorso, di quando si capisce che serviva quella cosa lì, quel fatto lì, per insegnarci quella determinata lezione.

Alla fine penso che ogni passo abbia un senso.

E siamo noi a doverglielo dare. 

E allora un consiglio a chi, come te, sta seguendo strade non convenzionali? 

Consiglio di avere coraggio, che non vuol dire non avere paura. Si può avere coraggio solo se si ha paura, altrimenti è spavalderia. La parola 'coraggio' deriva da cor e agis, ovvero agire col cuore. Esercitare l’abilità di prendersi la responsabilità dei desideri del cuore, che hanno sempre un senso, perché le voci che ti arriveranno da fuori saranno miliardi, ma la tua voce è quella che non dovrai mai tradire. Ogni strada ha senso, come dice Castaneda, ma la tua ha un cuore. Tutte le strade portano da qualche parte, ma se non prendi quella del cuore vivrai la vita di qualcun altro.

L'esperienza artistica che hai sentito più tua, fino ad oggi? 

Lo spettacolo che ho scritto di recente, "Studio sulla fine". Io non sono una brava attrice, nel senso che non riesco a prendere ordini da altri, a dire cose in cui non credo o parole che non penso. Vacis mi ha sempre lasciata fare ciò che volevo, motivo per cui ho continuato a lavorare con lui e con la compagnia fino a che ho potuto. Non sono una da compagnia, ho dovuto arrendermi al fatto che sono fatta così, per andare avanti da sola, per seguire il mio ritmo ben preciso. Ho voglia di gruppo, sì, ma non è il mio, non in questo senso. Vorrei fondare un villaggio, ad esempio, un villaggio di artisti, ma mi sono presa questa responsabilità da solista. Ci devo fare i conti. È stato doloroso, ma eccomi qui. 

Spazi liminali che arrivano sul finire delle cose. I confini dell'appena prima  

"Studio sulla fine" è uno spettacolo in cui l'artista si interroga su quello "spazio liminale" in cui ci troviamo dopo la fine delle cose. Attraverso vari mezzi di espressione artistica, Chiara si siede davanti a quello che resta degli ultimi dieci anni, provando a chiedere indicazioni per un futuro imminente alle macerie del suo passato.

Bello indagare quei confini dell'appena prima, quei livelli di coscienza che forse non sono ancora tali e in cui, di fatto, ci ritroviamo sul finire di tutte le cose che ci riguardano. 

E interpretare la grande Raffaella Carrà in “Raffa in the Sky”? Com'è stato?

L'anno scorso non ero pronta. Lo facessi adesso sarei molto più preparata. È stata un'esperienza che è arrivata in quel momento proprio perché doveva insegnarmi delle cose: liberazione e leggerezza, ad esempio. Elementi che ho acquisito grazie all’incontro con lei, arrivavo da anni pesanti. Troppo pesanti. Pensa che mi hanno chiamata due volte per il provino e alla prima ho detto di no. Alla seconda chiamata, ero talmente intrisa di pesantezza che ho risposto “va bene, lo faccio, perché forse solo la Carrà mi può tirare fuori di qui”. E ho imparato tantissimo, anche sul femminile. Ho frequentato spesso ambienti in cui il femminile era inteso più nell'accezione della frivolezza e per questo veniva come massacrato, criticato. Sono sempre stata androgina e, dopo aver interpretato questo ruolo, ho scoperto la gioia di quella frivolezza lì, di quella giocosità della femminilità, che sembra sempre non seria. Penso che nella vita si tenda a scambiare la serietà con la seriosità, che sono due cose completamente diverse. E, ti posso dire? Evviva che non sono seriosa! La Carrà mi ha sbloccata. E da quel momento, l’ho indagata questa cosa. Come se mi avesse detto "prova a guardare di qui, che forse non hai considerato questo aspetto di te". 

Domanda di rito. Cosa bolle in pentola? Tanto so che non mi dirai niente, perché mi rispondete sempre tutti così!

No, non te lo posso dire nel senso che non lo so proprio nemmeno io (ride, ndr). Chissà cosa mi riserverà il domani. Devi sapere che del mondo io non ho mai capito due cose: il tempo e il denaro. Per cui, chi lo sa cosa farò? 

Tornerai a vivere ad Asti? 

Non credo, ma la vita è generosa e sorprende con le sue deviazioni. Per cui, chi può dirlo?. Sicuramente se ci torno vado in campagna, perché adoro la natura. 

I tanti progetti di Chiara

Chiara Dello Iacovo, partita come musicista con un secondo posto al Festival di Sanremo Giovani nel 2016 e due album pubblicati, ha successivamente frequentato la scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, diplomandosi nel 2021 sotto la guida di Gabriele Vacis. Nel 2023 si è poi trasferita a Roma per approfondire la somatica del movimento alla scuola Da.Re. Dance Research, guidata da Adriana Borriello. Attualmente, Chiara collabora con la compagnia Poem ed è insegnante del corso di Intensità alla Scuola Holden di Torino. Qui le principali tappe del suo percorso: 

2024 | Studio sulla Fine debutto di opera prima, regia testo e movimenti di Chiara Dello Iacovo 2024 | X di Xyella, Bibbia e Alberi Sacri, regia di Gabriele Vacis, prod. Teatro Koreja 2023 | Raffa in The Sky, opera lirica su Raffaella Carrà, nel ruolo di Raffaella, regia di Francesco Micheli, prod. FondazioneTeatroDonizzetti e Tim 

| Antigone e i suoi fratelli, regia di Gabriele Vacis, prod. Teatro Stabile di Torino 2022 | Love YOU, di Alessio Maria Romano con BTT-BallettoTeatroTorino, prod. InterplayFestival | Prometeo Incatenato, regia di Gabriele Vacis, prod. Teatro Olimpico di Vicenza | Questa lettera sul pagliaccio morto, di Davide Pascarella, prod. Teatroi 

2021 | Medea in Corinto, regia di Francesco Micheli, attrice nel ruolo di figlia di Medea, prod. Fondazione Teatro Donizetti 

| Genova01, attrice e assistente alla regia di Fausto Paravidino, prod. Teatri di Vita

| Risveglio di Primavera, regia di Gabriele Vacis, prod. Teatro Stabile di Torino | Supplici, regia di Serena Sinigaglia, prod. Teatro Stabile di Torino 

2020 | La Bella Verona, tratto da “Romeo e Giulietta” nel ruolo di Giulietta, regia di Elvira Scorza, finalista Biennale Registi under 30 

| Questa lettera sul pagliaccio morto, di Davide Pascarella, prod. Carrozzerie N.O.T. Vincitore di “odiolestate” 2019. Prima assoluta al Piccolo Teatro di Milano. Compositrice di musiche originali e live performance. 

2019 | Switch the light off, mise en espace di Fausto Paravidino, prod. Teatro Stabile Torino 

M U S I C A 

2015 | The Voice of Italy, finalista 

| XXVI Festival di Musicultura, con il brano “Soldatino”. 

Premio della Critica e Premio Nuovo IMAIE Migliore Interpretazione 

2016 | Festival di Sanremo – Nuove Proposte, secondo posto con il brano “Introverso”. Premio Sala Stampa Lucio Dalla e Premio Miglior Esibizione Live. 

| pubblica l’album di esordio Appena Sveglia, prod. Rusty Records 

Segue un tour di concerti in tutta Italia più opening di numerosi artisti tra cui Niccolò Fabi, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Carmen Consoli. 

| XXVII Festival di Musicultura, ospite in duetto con Simone Cristicchi 

| Premio Tenco “Miglior Opera Prima”, secondo posto con l’album “Appena Sveglia” 2017 | Magari Festival, Parigi, come ospite internazionale 

2018 | pubblica Epigrafe, secondo album, prod. Iside Records 

2022 | Compositrice del brano “Giovani Liquidi” per il docufilm lungometraggio “Bella Presenza”, di Gabriele Vacis, prod. Indyca 

| Sound designer ed esecutrice dal vivo per Questa lettera sul pagliaccio morto, di Davide Pascarella, prod. Teatroi 

C I N E M A & P U B B L I C I T A’ 

2024 | Bel Canto, protagonista di puntata, regia di Carmine Elia, prod. Lucky Red 2023 | Raffa in The Sky, nel ruolo di Raffaella Carrà ,prod. RayPlay 

| Cuori2, protagonista di puntata nel ruolo di “Bruna”, prod. RaiFiction con AuroraTv 2020 | Cuorcake Mulino Bianco, regia e casting Gabriele Mainetti, prod. Filmland 2015 | Beyond the mist, regia e casting Giuseppe Varlotta, prod. Kabiria Films con Film Commission Torino Piemonte 

R E G I A & S C R E E N W R I T I N G 

2018 | Presunto Decesso, video musicale 

PRESUNTO DECESSO - Chiara Dello Iacovo 

| Nessuno Sposta i Piedi, video musicale 

NESSUNO SPOSTA I PIEDI - Chiara Dello Iacovo 

| Abitudine, video musicale 

ABITUDINE - Chiara Dello Iacovo 

2015 | Soldatino, video musicale 

SOLDATINO (Official) - Chiara Dello Iacovo

Elisabetta Testa


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