Luigi La Sala, ex questore ed ex prefetto, Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana, tra i
massimi esperti di investigazioni scientifiche di polizia, è stato ospite martedì sera del Rotary Club
Asti.
Nel corso della serata conviviale, svoltasi al ristorante La Fertè, il dr. La Sala ha tenuto
un’interessante relazione sul tema “La Polizia Scientifica e il caso dello smemorato di Collegno”
.
Si tratta di un caso assai noto, verificatosi circa un secolo fa – tra il 1926 e il 1931 – e iniziato
con il fermo al cimitero di Torino di un signore, che diceva di non sapere più chi fosse, intento a
rubare un’anfora di rame; successivamente arrestato, fu portato al manicomio di Collegno, dove
rimase per oltre un anno e nel frattempo venne rivendicato da due famiglie rispettivamente come
l’agiato professor Giulio Canella, disperso nella prima guerra mondiale, e come lo squattrinato
tipografo Mario Bruneri, con diversi precedenti penali e latitante.
Il dr. La Sala ha esaminato la vicenda dal punto di vista scientifico in quanto fu uno dei primi
casi in cui vennero utilizzate le impronte digitali per risalire all’identità del soggetto; “le impronte
digitali – ha ricordato il relatore – hanno caratteristiche uniche, sono infatti immutabili nel tempo e
diverse da soggetto a soggetto, anche se all’
epoca – ha puntualizzato – tale loro valenza non era
ancora assodata”
.
E infatti nonostante il tribunale di Torino abbia sentenziato nel 1928 che si trattava del sig.
Bruneri, Giulia Canella continuò a riconoscere in lui suo marito, al punto che dopo che l’uomo ebbe
scontato in carcere pene in precedenza inflitte al Bruneri, la coppia emigrò in Brasile con i figli di lei,
dove mise al mondo altri figli e non fece più ritorno in Italia.
Il prefetto La Sala ha avuto modo di intrecciare il caso Bruneri-Canella con gli aspetti
scientifici legati alla propria rilevante attività di investigatore, rievocando alcuni casi che lo hanno
visto protagonista a Torino, quale capo di gabinetto della Polizia Scientifica, nel risolvere vicende
ormai storiche come la lotta alle Brigate Rosse, quella alla “banda dei catanesi” ed il rapimento di
Carla Ovazza, consuocera di Gianni Agnelli e nonna di Jhon Elkann.
La serata è stata anche un’occasione per rendere il dovuto tributo alla memoria dell’astigiano
Salvatore Ottolenghi, che all’inizio del XX secolo fondò a Roma la Scuola di Polizia Scientifica.
Al termine dell’incontro, cui ha partecipato anche la dott.ssa Donatella Masia, pubblico
ministro presso il Tribunale di Asti, il presidente del Rotary, Alberto Bazzano, ha fatto omaggio al
prefetto La Sala del guidoncino del club e di alcune bottiglie di vino astigiano