Sanità - 02 dicembre 2024, 17:31

In Commissione critiche al nuovo Nomenclatore tariffario e alla riduzione delle tariffe

Auditi in Quarta i rappresentanti dell'Ordine dei Tecnici sanitari piemontesi

In Commissione critiche al nuovo Nomenclatore tariffario e alla riduzione delle tariffe

“Se nel 2025 verrà applicato il nuovo Nomenclatore tariffario non saranno più riconosciute le prestazioni in ambito domiciliare e per la telemedicina. La riduzione di un terzo delle tariffe per le prestazioni in regime di privato convenzionato potrebbe inoltre comportare forti criticità, con inevitabili ripercussioni sulle già lunghe liste d’attesa e sui cittadini, che non avrebbero più la possibilità di accedere a molti servizi”. Lo ha dichiarato questa mattina la presidente dell’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Tsrm e Pstrp) di Torino, Asti e Alessandria Monica Franconeri nel corso dell’audizione in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Daniele Valle.
“Il nostro Ordine – ha spiegato – rappresenta circa 15mila professionisti che operano sul territorio piemontese svolgendo 18 delle 30 professioni sanitarie. Con l’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore, il profilo più critico riguarderà i dietisti, con la scomparsa di tutte le prestazioni sul territorio”.
La consigliera del Cda Dietisti di Torino, Asti e Alessandria Vittoria Mancino ha premesso che “l’assessore alla Sanità si sta interessando al problema e ha proposto al presidente dell’Albo nazionale un incontro con il capo di Gabinetto del ministro della Salute, che più volte ha sottolineato importanza di corretti stili alimentari e di assistenza per curare patologie interessate da questo aspetto”.
Mancino ha ricordato che “l’assistenza nutrizionale non è mai stata riconducibile a prestazioni presenti nei Lea ma che, fin dal 1997, regioni come il Piemonte e la Toscana hanno sopperito a questa mancanza inserendola nei tariffari regionali e organizzandola in reti che sono un’eccellenza a livello nazionale”. “Dal 30 dicembre – ha aggiunto – tutte le prestazioni dietistiche sono destinate a scomparire. Vengono mantenute soltanto le prestazioni mediche”. Delle 160.391 prestazioni dietistiche erogate in Piemonte nel 2023 – infatti – 85.208, pari al 53%, sono state erogate in ambito ambulatoriale, 23.025, pari al 14%, per la nutrizione artificiale.
“I cittadini cui dedichiamo la nostra attenzione – ha concluso Mancino –  hanno patologie oncologiche, sono sottoposti a nutrizione artificiale, affetti da obesità, diabete, nefropatie, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. L’eliminazione delle nostre prestazioni causerà il venir meno del monitoraggio dei percorsi in atto e un aumento della malnutrizione, seconda causa di morte tra i giovani”.
Le presidenti del Cda Dietisti di Torino, Asti e Alessandria Marina Spanu e di Novara, Vercelli, Verbania e Biella Deborah Carrera hanno inoltre sottolineato come, oltre all’impossibilità di seguire una fascia importante di pazienti, il nuovo stato di cose impedirà di garantire un’assistenza territoriale come indicato dal Pnrr.
Sono intervenuti, per richieste di spiegazioni, Gianna Pentenero, il vicepresidente Valle (Pd) e Silvio Magliano (Lista Cirio).

La Commissione ha poi audito la coordinatrice regionale della Federazione italiana Aziende sanitarie ospedaliere (Fiaso), Chiara Serpieri, direttore generale dell’Asl Vco, per un approfondimento sulla gestione delle innovazioni nelle Aziende sanitarie, sul ruolo delle direzioni generali e sulle problematiche di carenza del personale.
Serpieri ha confermato l’esistenza di “una conclamata situazione di carenza diffusa di personale medico e infermieristico, uno svantaggio che può raggiungere anche il 30% della dotazione organica delle Aziende più periferiche. Occorre, a tal proposito, un’urgente modifica legislativa nazionale e, in generale, va rielaborata la politica di programmazione, tenendo conto degli accadimenti del mercato professionale e dell’evoluzione delle professioni”.
Circa la durata degli incarichi dei direttori generali – infine – ha sottolineato che “tre anni sembrano brevi per un percorso di continuità delle Aziende sanitarie” e ha indicato “in cinque quello che potrebbe offrire l’opportunità di portare a termeine il proprio mandato”.
Sono intervenuti, per richieste di spiegazioni, i vicepresidenti della Commissione Valle (Pd) e Davide Zappalà (Fdi).

cs

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