Sanità - 20 novembre 2024, 16:39

Sanità in crisi: il Piemonte alza la voce con una partecipazione straordinaria allo sciopero

Stando ai dati forniti da Nursing Up, circa l'80% dei 21.000 operatori sanitari operanti nella regione hanno aderito alla protesta

La delegazione del Nursing Up Piemonte che ha partecipato alla manifestazione romana

La delegazione del Nursing Up Piemonte che ha partecipato alla manifestazione romana

Quest'oggi si è svolta la mobilitazione nazionale delle professioni sanitarie, indetta dalla maggior parte dei sindacati del settore (non vi ha però aderito il Nursind) per denunciare la grave crisi che sta minacciando il Servizio Sanitario Nazionale. 

Questa mattina a Roma si sono ritrovati migliaia di infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari regolamentati dalla Legge 43/2006, grazie all'iniziativa del sindacato Nursing Up e delle altre sigle promotrici. La protesta ha voluto dare voce al crescente disagio per la carenza cronica di personale, condizioni di lavoro sempre più gravose e una mancata valorizzazione economica e professionale.

Anche il Piemonte, una delle regioni più duramente colpite dalla crisi del settore sanitario, ha fatto sentire la sua voce. Secondo i dati forniti, l'80% dei 21.000 operatori sanitari della regione, tra precettati e aderenti, ha sostenuto la mobilitazione.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, ha descritto una situazione ormai insostenibile: "Oggi hanno scioperato medici, infermieri e professionisti sanitari. Mancano 175.000 infermieri a livello nazionale, di cui 7.000 solo tra Piemonte e Valle d'Aosta. Stiamo assistendo a una fuga verso paesi esteri, come la Svizzera, che offrono condizioni di lavoro migliori. Perché accade? Perché manca un investimento serio per rendere questa professione attrattiva e sostenibile. Gli accessi alle università sono diminuiti, e i laureati sono ormai inferiori ai pensionamenti. Senza un cambio di rotta, rischiamo il collasso del sistema sanitario pubblico".

Delli Carri ha anche evidenziato il nodo cruciale delle risorse economiche: "Con un finanziamento inferiore a sei miliardi di euro, il rischio è il crollo totale. Servono investimenti significativi, assunzioni e misure che valorizzino la professione sanitaria".

Un grido d’allarme per il futuro del SSN

La protesta di oggi ha lanciato un messaggio inequivocabile: senza interventi strutturali e urgenti, il sistema sanitario pubblico rischia di non reggere l'impatto delle carenze attuali. I sindacati promotori chiedono al Governo non solo assunzioni, ma anche strategie di lungo periodo che rendano la professione sanitaria più attrattiva e garantiscano condizioni di lavoro dignitose per chi ogni giorno si dedica alla salute dei cittadini.

Redazione

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