Storie di Orgoglio Astigiano - 26 ottobre 2024, 12:00

Storie di Orgoglio Astigiano. Alessandro Rizzoglio, da grafico a birraio: "A Canelli, con il mio microbirrificio artigianale, ho coronato un sogno"

41 anni, da homebrewer a birraio di professione nella patria delle bollicine. "Devo tutto a mio papà che non c'è più. Qui ho messo anima e corpo anche per lui"

Alessandro e il suo microbirrificio artigianale a Canelli

Alessandro e il suo microbirrificio artigianale a Canelli

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Father and Son, di Cat Stevens, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Adoro la birra. Degustarla alle 9.30 del mattino, imparandone segreti e meccanismi di produzione, è stato bellissimo. Inutile dire che andare a trovare Alessandro Rizzoglio nella sua 'tana', Rolio Beer, a Canelli, mi ha arricchita, professionalmente e personalmente. 

41 anni, la sua è un'altra storia di Orgoglio, fatta di sogni e promesse, che mi hanno scaldato il cuore. 

Alessandro, cosa ti ha spinto ad aprire un microbirrificio artigianale a Canelli?

Erano dieci anni che 'corteggiavo' il posto in cui mi sono stabilito a Canelli, in viale Risorgimento. Prima producevo birra a Castiglione Tinella, mio paese d'origine. Avevo un posto piccolissimo, grosso quanto una stanza. Poi è arrivata l'opportunità di Canelli, ripristinando un'area che era in realtà un vecchio garage di pullman. Grazie ai miei genitori ho fatto molti lavori all'interno dell'area, poi ci sono stati un po' di problemi di famiglia. 

Ti va di parlarne?

Sì, posso dirti che la persona che mi ha spronato e convinto a trasformare questa passione in lavoro è stato il mio papà. Grazie a lui, oltre che a mia mamma, sono andato avanti su questa strada. Purtroppo papà è mancato prima di vedere tutto questo lavoro portato a termine. E io ci ho messo anima e corpo anche per lui. 

Famiglia e rocce per difendere i propri sogni 

Mi commuove sentire storie così. Di persone che hanno lottato per difendere i propri sogni, di legami indissolubili, di amori che non si spegneranno mai. Alessandro mi sta ricordando che di sogni si può vivere e con la sana speranza si può smuovere qualsiasi cosa. Anche grazie alla famiglia, la nostra roccia. Ciò che, comunque vada, continuerà a persistere. Anche nella sospensione del tempo. 

Cosa pensi del territorio astigiano, tu che sei canellese d'adozione?

Penso che sia un territorio che negli ultimi tempi stia imparando a valorizzarsi. Il problema è che, se si fa un paragone con l'Albese, diventa complesso. Dico sempre che a Neive è come se ci fosse la frontiera. I cugini albesi sono stati sicuramente più in gamba a comunicare, ad attirare turisti grazie alle eccellenze. Noto però con piacere che le cose nell'Astigiano stanno migliorando. 

Come ti è nata la passione per la birra? E soprattutto, per farla? 

È iniziata per caso, con un piccolo gruppo di amici. Eravamo in quattro, un giorno ci siamo messi a farla con i classici kit che si trovano in commercio. A Castiglione Tinella mia mamma aveva un laboratorio di pasta fresca, per cui avevo anche il locale adatto per fare i primi 'esperimenti'. 

Che esperimenti facevi con i primi kit? 

Un po' di tutto, ci piaceva sperimentare mettendoci il miele, personalizzando un po' ogni prodotto. Poi però i miei amici hanno smesso. La birra era buona, ma bisognava starle dietro, avere tempo e cura. Partendo dai grani fino al mosto finito ci va almeno una giornata. Pian piano ho comprato altre cose, per farla sempre per hobby, ma più seriamente. Era il 2012. 

Che mestiere facevi prima di rendere la tua passione un lavoro a tutti gli effetti?

Facevo il grafico, ho frequentato il Politecnico. Negli ultimi tempi, incoraggiato da mio papà, mi ero messo a studiare il mondo della birra, delle ricette. E da hobbista eccomi qui. Avevamo comprato un piccolo impianto, perché quello grande a Castiglione Tinella non entrava, date le dimensioni della stanza. E, dopo mesi per ottenere le licenze, ho iniziato a fare birra per venderla. 

Fai ancora il grafico o riesci a vivere grazie alla tua passione?

Diciamo che il microbirrificio, ad oggi, rappresenta la mia occupazione. Collaboro magari con qualche realtà per quanto riguarda le grafiche, ma come se fosse un hobby (ride, ndr). 

Di che produzione parliamo? Dovessi farmi una stima annuale

In media all'anno produco 10mila litri di birra, ma sono al lavoro per aprire un pub all'interno del birrificio, che aumenterebbe sicuramente la produzione. I lavori sono ultimati, per cui penso di poter inaugurare il locale entro la fine di quest'anno. Sono sei le birre al momento in catalogo. La Cross, l'ultima realizzata, una White I.P.A., la Bianca Castion (birra di frumento), riconosciuta come birra dell'anno 2013, 2° classificato cat. 15: chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione belga e Birra dell'anno 2015, 3° classificato cat. 16: chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione belga, inserita anche nella Guida alle Birre d'Italia 2017 di Slow Food: Riconoscimento BIRRA QUOTIDIANA; la English Fox (India Pale Ale), la Rossa De Peo (English Red Ale) inserita anche nella Guida alle Birre d'Italia Slow Food 2019, la Black Rider (Extra Stout) e la Easy Girl (Belgian Strong Golden Ale), premiata come birra dell'anno 2013, 1° classificato cat. 16: chiare, alta fermentazione, alto grado alcolico, di ispirazione belga.

Che risposta hai avuto dal territorio, tradizionalmente patria di vino e bollicine?

Devo dire che la risposta è stata buona, c'è anche grande attesa per l'apertura del locale. Mi do molto da fare, considera che sono da solo. Mia mamma si occuperà della cucina, ma con l'aumento del lavoro dovrò cercare qualche dipendente. 

C'è tanta concorrenza nel mondo della birra?

Quando ho iniziato io ce n'era molta meno. All'epoca si contavano 300 birrifici artigianali in Italia, ora siamo a quota 1000. Molti di questi hanno fatto fortuna. Fare birra al giorno d'oggi non è semplice, ma sicuramente non c'è la grande concorrenza che c'è tra cantine. Resta comunque spazio per microbirrifici anche nelle terre del vino. Penso che sia diverso anche l'ambiente: per noi birrai è sempre festa e forse la birra viene vista come un prodotto meno impegnativo da consumare. La classica birra tra amici al pub, dopo lavoro. Più easy. 

Un consiglio ai ragazzi che sognano di trasformare la loro passione in lavoro?

Se a parlare è la passione, mettetecela tutta. Provateci, credeteci e date il meglio. 

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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