Nel parlare di Cardo Gobbo, è più forte di me, scatta quel riflesso incondizionato che è detto “acquolina in bocca”. Li adoro, cotti e ancor più crudi, con picco massimo pucciati in un fujot bello carico di bagna cauda. Sapere che già domenica prossima, 27 ottobre, ci aspetti la prima sagra tematica di stagione, Sagra del Cardo Gobbo e della Barbera a Incisa Scapaccino, è un bel supporto di giornata, quasi fosse uscito di botto il sole in mezzo al corrente continuare a piovere. Evento imperdibile per gli amanti del buon mangiare, arricchito da un bel mercato enogastronomico e dalla regina dell'autunno, la bagna cauda. Quest’anno celebra i suoi primi cinquant’anni e sono certo che i festegiamenti saranno più che consoni all’importante anniversario.
Tutto quello che troveremo da Sagra in poi a tema cardi non ci sarebbe senza i cardaroli, mirabili esempi di un mestiere faticoso, di quelli che si fanno solo con le mani, al freddo, a volte nel fango; di quelli veri, da difendere e di cui andare fieri. E loro, fieri, si sono consorziati e hanno creato un marchio di tutela per promuovere la differenza. Sì, i Cardi Gobbi sono differenti, molto differenti dagli altri, unici. Si seminano a maggio, si raccolgono a ottobre e diventano «gobbi» grazie alla particolare tecnica di coltivazione. Non si irrigano, non si concimano e non si trattano. A settembre, quando sono già alti e rigogliosi, sono piegati e ricoperti di terra. È qui che, tentando di liberarsi per ritrovare la luce, si gonfiano e si incurvano trasformandosi in cardi gobbi; è qui che le coste perdono ogni traccia di clorofilla, diventando bianchissime e tenere. Un lavoraccio che porta però frutti meravigliosi. Tutti i cardi si mangiano cotti, soltanto i Gobbi sono buoni anche crudi, soltanto i Gobbi si sposano alla perfezione con le tonnellate di bagna cauda che da domenica, per oltre tre mesi, allieteranno le nari e i palati dei molti.
La loro produzione si concentra in un fazzoletto di terra del Sud Astigiano che fa riferimento alla piana del fiume Belbo. I cardaroli “ufficiali”, quelli che fanno parte del Consorzio di Tutela del Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, sono veramente un magnifico pugno: sette attorno a Nizza Monferrato, tre a Incisa Scapaccino, due a San Marzano Oliveto e uno a Rocchetta Palafea. Posti bellissimi che trovano tredici motivi in più per essere girati in lungo e in largo, in una sorta di itinerario da cardi.
Itinerario in più puntate, in più fine settimana, cominciando dal prossimo, dalla Sagra del Cardo Gobbo di Incisa e dai tre cardaroli di zona. I loro contatti li trovate sul sito consortile. Comunque, prima o dopo, non perdetevi il più giovane del gruppo, Lorenzo Agatiello, imprenditore dell’omonima azienda agricola a Nizza Monferrato che conduce con la stessa passione ereditata da nonno Michele e da nonna Rosina, migrati nell’Astigiano dalla Lucania, oltre 60 anni fa. Giovanissimo, dal sorriso stabile, visibilmente felice del suo essere cardarolo, tanto da riempire il cuore e infondere fiducia per il futuro del comparto agricolo e per la futura possibilità di continuare ad ingozzarsi di spettacolari cardi gobbi.