Domani, domenica 13 ottobre, Montiglio, posto veramente bellissimo del Nord Astigiano, torna a profumare di tartufo. Torna con la seconda data di Fiera Nazionale, dopo la vivace e partecipata celebrazione del suo patrimonio tartufigeno di domenica scorsa. Nell’ultimo mese la comunicazione a supporto d’evento si è incentrata sulle littorine del tartufo, due solitari treni storici sulla linea Chivasso-Asti che caratterizzano l’evento autunnale di Montiglio e ci ricordano quanto sarebbe fruibile una tratta ferroviaria negli altri giorni chiusa a tutto e tutti. Fruibile e assai utile allo sviluppo di un’area territoriale che sta faticando non poco a tenersi al passo. Il treno della scorsa settimana partiva da Torino, domani partirà da Biella via Santhià. Come dire che un bel pezzo di Piemonte, a partire dal capoluogo, è ad uno schioppo, così come qualche milione di potenziali visitatori e turisti da far spostare verso Asti, con ogni mezzo.
Talmente incomprensibile non siano già scoppiati tumulti e proteste di piazza tra i residenti che è meglio tornare a concentrarsi sul Tartufo Astigiano e sulle sue fiere nazionali in area Nord. Quattro fiere in quattro nostri comuni a cui si è unito Murisengo, uno dei borghi del tartufo nel Monferrato. Fiere da mettere in rete con il patrocinio e il sostegno della Regione Piemonte per valorizzare quello che rappresenta un prodotto di grande importanza in un’area indubbiamente vocata alla raccolta del tartufo bianco pregiato: Montiglio, Moncalvo, Montechiaro d’Asti e San Damiano d’Asti. Fiere che andranno a promuovere l’enogastronomia locale, ma anche un vasto territorio, la sua cultura, il suo patrimonio storico e artistico.
A inizio settembre, nel Grattacielo Piemonte, presenti ben tre assessori regionali si celebrava la scelta di unire gli sforzi, di fare sistema accompagnati dalla Regione, pronta a fare la sua parte sia con risorse per valorizzare tartufo e sistema fiere, stabili attorno ai 200.000 euro, sia con la promozione per mezzo di VisitPiemonte. Nel comunicato stampa regionale del tempo mi aveva colpito una frase virgolettata, non ricordo più di quale assessore fosse: “Sono fermamente convinto che il rilancio e la valorizzazione dei nostri territori debbano partire dai piccoli Comuni, veri custodi di tradizioni, culture e identità uniche. Questi luoghi rappresentano il cuore pulsante del Piemonte, ed è nostro dovere sostenere il loro sviluppo.”. Affermazione dall’evidenza pleonastica, appurata l’entità delle risorse, le stesse degli scorsi anni, e gli effetti di comunicazione d’insieme, assenti come negli scorsi anni. Avete visto online, e dico online che, con il “budget” previsto approcciare altri media è dura, la promozione di un calendario comune, delle unicità dei posti, del valore di un territorio? Io no, ogni posto ha fatto da sé, ogni fiera si è promossa e si sta promuovendo senza alcuna logica d’insieme. Che so, una promessa comune, uno stesso format grafico, magari arricchito da un logo d’unione, o riporti sui social di ogni evento a quanto altrui. Ma manco per niente. Ognuno per sé, come se Alexandre Dumas fosse un panettiere parigino invece che il noto maestro del romanzo storico, ideatore del “uno per tutti, tutti per uno”.
Quest’anno è, nuovamente andata così. Nuovamente perché è da quattro o cinque che suggerisco unioni comunicative e, non lo nascondo, quando letto a fine estate del nascente sistema, ben felice avevo stappato. E invece, al momento, nulla di nuovo sotto il sole, nella comune speranza che sole e temperature si calmino, tanto da poter pensare veramente ai tartufi., al netto delle loro fiere.
Fiere che comunque ci aspettano il 20, 26 e 27 ottobre a Moncalvo, forte di una manifestazione alla settantesima edizione, la più longeva del territorio, sabato 2 e domenica 3 novembre tartufi a San Damiano d’Asti e a Montechiaro d’Asti. Da non perdere, a San Damiano la ricostruzione di un’area boschiva in centro città e a Montechiaro la rituale visita a quel capolavoro del Romanico Astigiano che è la chiesa dei santi Nazario e Celso.