90 secondi di salute & wellness - 11 ottobre 2024, 18:00

Tumore: alimentazione, attività fisica e nutraceutica

Nuovo appuntamento con la rubrica a cura delle dottoresse Melika Myftaraj e Marta Turello

Tumore: alimentazione, attività fisica e nutraceutica

In occasione di ottobre Mese Rosa dedicato alla sensibilizzazione sul tumore al seno vediamo come lo stile di vita e l’alimentazione possano essere un valido aiuto a prevenire e ad affrontare i tumori.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) ha stilato un elenco di 10 raccomandazioni utili a ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Questo rapporto sottolinea come sedentarietà e assunzione di cibi raffinati, ad elevato contenuto calorico, rappresentano la benzina di sovrappeso e obesità, oggi identificate come tra le principali cause dell’aumento dell’incidenza delle patologie tumorali in tutto il mondo.

Ecco riassunte le 10 raccomandazioni da osservare per la prevenzione del cancro: mantenere un peso salutare; praticare esercizio fisico; seguire un’alimentazione ricca di cereali integrali, verdure, frutta, legumi e limitare il consumo di sale; limitare i cibi da fast food, cibi processati e ricchi di grassi e zuccheri; limitare il consumo di carni rosse e processate; limitare il consumo di bevande zuccherate, tra cui anche i succhi di frutta; limitare il consumo di alcol; non ci sono integratori che prevengono il cancro; consigliato allattamento al seno; per chi ha avuto un tumore si indica di seguire le stesse raccomandazioni.

Nello specifico a livello alimentare si possono riassumere in questi pochi punti che hanno lo scopo di mantenere un buon funzionamento dell’intestino e una bassa infiammazione sistemica:30gr di fibra al giorno; includere nella maggior parte dei pasti cereali integrali, verdure non amidacee, frutta e legumi; consumare almeno 5 porzioni di verdura e frutta ogni giorno (almeno 400gr); limitare gli alimenti con un elevato indice glicemico; evitare diete drastiche che potrebbero causare carenze nutrizionali; variare il più possibile gli alimenti.

Cambia totalmente il discorso quando si tratto della nutrizione in corso di malattia oncologica assumendo un ruolo importante. Uno dei problemi più importanti, infatti, a cui si va incontro è quello della cachessia, cioè perdita della massa muscolare dovuta dall’ infiammazione della patologia e dalla malnutrizione. Questo stato non può essere trattato con un intervento nutrizionale convenzionale, ma serve un intervento specifico e soprattutto personalizzato sul singolo paziente, in quanto le criticità della situazione sono diverse, come ad esempio, una perdita involontaria del peso, aumento del dispendio energetico, l’instaurarsi di nausea che porta a non riuscire a mangiare. Inoltre, cambiano i fabbisogni sia delle calorie giornaliere pro-chilo che dei singoli macronutrienti, cioè carboidrati, proteine e grassi.

Entrando nello specifico del tumore alla mammella per la prevenzione è consigliabile evitare cibi ricchi di grassi, in particolar modo grassi saturi e trans, alimenti ricchi di zuccheri semplici, ad esempio dolci, merendine e prodotti da forno, carni conservate, come i salumi, e l’alcol.

Soia sì o soia no per chi ha affrontato un tumore al seno? Qui bisogna sfatare un mito, ossia la convinzione che ci portiamo dietro da anni per cui il consumo di soia favorisca l’insorgenza del tumore al seno e , per chi è guarita, favorisca le recidive. Questo perché la soia contiene degli isoflavoni che sono simili strutturalmente agli estrogeni e si è sempre pensato che potessero interagire con i recettori degli estrogeni. Gli studi svolti, infatti, non solo non hanno dimostrato una correlazione con l’insorgenza del cancro, anzi è emerso che gli isoflavoni della soia potrebbero ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno.  Infatti, ora è noto che gli isoflavoni della soia e gli estrogeni interagiscono con i recettori degli estrogeni in modo diverso l’uno dall’altra. Quindi soia sì, ma senza ovviamente abusarne convinti che sia la panacea di tutti i mali.

Per quello che riguarda l’attività fisica, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda almeno 150 minuti a settimana di attività fisica come camminata, ballo corsa, allenamento in palestra, etc. Elenchiamo alcuni modi per combattere la sedentarietà: andare a lavorare a piedi oppure parcheggiare lontano dal luogo di lavoro, usare le scale al posto dell’ascensore, faccende domestiche, giri in bicicletta con gli amici, etc.

A tal riguardo abbiamo chiesto un intervento a una professionista affermata nella città di Asti, Elena Grillone, Personal Trainer e insegnante di Hatha Yoga certificata, che dice: “L'attività sportiva è fondamentale per la prevenzione e il supporto durante i trattamenti per il tumore al seno. Secondo uno studio del 2020 pubblicato sul “British Journal of Cancer”, le donne in premenopausa possono ridurre il rischio di cancro al seno del 23%, mentre per quelle in post-menopausa la riduzione è del 17%.Il mio consiglio è di praticare attività fisica moderata, come esercizi aerobici, combinati con allenamenti per la forza e la flessibilità. Seguendo le linee guida dell'OMS, 150 minuti di attività settimanale sono un ottimo modo per alleviare gli effetti collaterali delle cure, combattere la stanchezza e migliorare il benessere fisico e mentale. Dal 2023, ho iniziato a lavorare con pazienti oncologiche, offrendo allenamenti e sessioni di yoga e meditazione. I miglioramenti sono evidenti: maggiore forza, riduzione della fatica e un effetto antidepressivo significativo.

“Investi nel tuo corpo, guadagna in salute!””

La medicina integrata è una medicina incentrata sul paziente oncologico che prevede, insieme a trattamenti convenzionali per il cancro (chirurgia, chemioterapia, radioterapia e alto), l’uso combinato di varie metodologie sanitarie non-convenzionali (prodotti naturali e/o modifiche dello stile di vita…)

Non è medicina alternativa: i trattamenti non-convenzionali non vengono e non devono essere utilizzati in sostituzione dei trattamenti convenzionali, ma ha lo scopo di fornire supporto al paziente e migliorare la sua qualità di vita.

Prima di intraprendere un percorso integrato è necessario sempre consultare il medico oncologo, in quanto alcuni di questi trattamenti potrebbe andare ad interferire con terapie convenzionali in corso o non potrebbero essere adatte al paziente o ad una particolare situazione clinica. Molto spesso, infatti, si ritiene che trattandosi di farmaci naturali essi siano completamente esenti da rischio per la salute. Invece molte di queste sostanze, se assunte in dosi sbagliate possono dare degli effetti collaterali o addirittura andare ad interferire con farmaci tradizionali (compresi i chemioterapici).

Aloe e oncologia

Il principio attivo maggiormente studiato per le sue proprietà antitumorali è l’emodina. Questo composto mostra una serie di effetti antitumorali. Diversi studi hanno mostrato che l’aloe è efficace anche nel contrastare gli effetti collaterali delle terapie antineoplastiche, in particolare la mucosite e la stomatite. Ha anche migliorato i sintomi della proctide acuta nei pazienti sottoposti a radioterapia della pelvi.

Estratto di papaya fermentato e oncologica

Numerosi studi in letteratura, sia in vitro che in vivo, hanno mostrato le proprietà antitumorali dell’estratto fermentato di papaya.I meccanismi d’azione mediante i quali l’estratto di papaya fermentata esercita tali azioni antitumorali sono la capacità immunoregolatoria e le proprietà antiossidanti. Controindicata per chi assume il warfarin e l’amiodarone.

Vitamina C e oncologia

La somministrazione di vitamina C come terapia non convenzionale per il cancro è stata sviluppata per la prima volta intorno agli anni ’70 dal premio Nobel Pauling.

Gli studi di Pauling hanno rilevato tempi di sopravvivenza più lunghi nei pazienti affetti da cancro e trattati con vitamina C. Da allora sono cominciati una serie di studi più recenti che hanno confermato che la vitamina Cha un effetto antitumorale, un effetto chemiosensibilizzante ed è in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Controindicazioni: L’eccesso di vitamina C introdotto con la dieta raramente può dare tossicità, in quanto la vitamina in eccesso viene eliminata. I sintomi che potrebbero comparire in caso dosi eccessive di vitamina C sono nausea, diarrea e crampi addominali.

L’introduzione per via orale di dosi particolarmente elevate di vitamina C devono essere evitate da pazienti con malattia renale in quanto potrebbero favorire la comparsa di calcoli renali!

Attenzione alle fake news!! Ne potremmo citare a centinaia… per esempio il Glutatione non aiuta a combattere il cancro…Il ruolo del glutatione nel cancro è controverso. Se da un lato può risultare utile integrare questo potentissimo antiossidante, dall’altro lato potrebbe essere svantaggioso. Il glutatione conferisce alle cellule tumorali il vantaggio di crescere e resistere a numerosi agenti chemioterapici che hanno come meccanismo d’azione proprio lo stress ossidativo.

Un altro esempio lo troviamo nel Resveratrolo, anch’esso citato come ottimo antitumorale, peccato che gli studi sono solo in vitro e non sui pazienti in quanto la biodisponibilita’ (=quanto resveratrolo agisce nel nostro corpo) dopo assunzione orale e’ praticamente nulla.

Invitiamo tutti a partecipare alla Camminata Nastro Rosa, organizzata dalla LILT di Asti per la campagna Nastro Rosa per la prevenzione del tumore al seno, che si terrà sabato 19 ottobre 2024 lungo il Tanaro. Per informazioni contattare la LILT - Associazione provinciale di Asti (e-mail: info@legatumoriasti.it)

Dottoresse Melika Myftaraj e Marta Turello

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