Attualità - 04 ottobre 2024, 13:45

Un tesoro cartografico per Asti: la famiglia Chiola dona 360 mappe storiche [FOTO]

"In un'epoca senza telefoni o fotocopiatrici, facevamo tutto a mano. Mio padre riuscì a creare una rete importante grazie ai rapporti diretti con le persone"

Le immagini della cerimonia di donazione (Merphefoto)

Le immagini della cerimonia di donazione (Merphefoto)

L'Archivio storico del Comune di Asti si arricchisce di un prezioso patrimonio cartografico grazie alla generosa donazione della famiglia Chiola. Durante la cerimonia di consegna, l'architetto Maria Federica Chiola ha condiviso ricordi e aneddoti sulla vita straordinaria del padre, Giovanni Battista Chiola.

"Mio padre era originario di Castagnole Lanze, di una famiglia contadina," ha esordito Maria Federica. "Secondogenito maschio, è stato quello che ha potuto studiare. A soli 22 anni, con la sua voglia di fare e di sperimentare, è andato in Africa orientale."

Descrivendo l'esperienza africana del padre, ha continuato: "Ha preso la residenza ad Addis Abeba, assunto dalla SICELP. Lì faceva i progetti e seguiva i cantieri. Poi ha preso in concessione un'azienda agricola di 270 ettari in stato di completo abbandono. L'ha rimessa in sesto, costruendo una vera e propria piccola città con 47 tucul per ospitare i lavoratori indigeni."

La vita di Giovanni Battista Chiola fu segnata dalla guerra: "Viene richiamato nel 6° battaglione genio di Asmara. Viene preso prigioniero dagli inglesi e portato nei campi di concentramento di Eldoret e di Yol, dove resta fino al '46."

Tornato in Italia, Chiola ripartì da zero: ""E cosa si mette a fare? Torna a Castagnole delle Lanze, apre il suo ufficio e inizia a lavorare per i contadini della zona. Perché? Iniziano gli anni del Piano Verde, il finanziamento in cui la Regione concede prestiti a tasso agevolato o a fondo perduto, a seconda della scelta dell'imprenditore o del coltivatore diretto. E lui si occupava delle pratiche per migliorare queste aziende, per costruire stalle e abitazioni.

Cosa succedeva? Bisognava fare la pianificazione della situazione aziendale, quindi servivano le mappe. Ma il contadino aveva la sua casa con i terreni, poi c'era anche un terreno qua, un altro là, e così via. Quindi bisognava stare al catasto con la carta - cosa che i miei figli e i miei nipoti non si immaginano neanche - con un pezzo di lucido, e copiare tutti i pezzetti.Poi tornavi in ufficio e mettevi insieme tutte le informazioni. In seguito, iniziò ad acquistare le mappe. Ecco perché sono arrivate qui".

Maria Federica ha sottolineato l'importanza delle mappe donate: "Mio padre comprava le mappe perché non poteva tenere due persone fisse al catasto a ricalcare. Oltre a questo, forte dell'esperienza in Africa, si dedicò alla progettazione di acquedotti. Ha dato l'acqua a tutte le frazioni intorno ad Asti. L'acquedotto esisteva solo nella città di Asti.""

Ricordando il padre con affetto, ha concluso: "Nei dintorni di Asti non c'era l'acquedotto. Mio padre si mise in contatto con i contadini della zona e costituì dei consorzi e associazioni, ottenendo finanziamenti regionali. Progettava gli acquedotti, formava i consorzi e mediava tra le persone coinvolte. Spesso tornava tardi la sera dopo le riunioni in chiesa. Ha realizzato acquedotti in molte frazioni: Viatosto, Valgera, Valmanera, Motta, Alice Belcolle e tanti altri.

Seguiva personalmente i lavori. Usava anche le carte militari, che riportavano dettagli utili come le quote altimetriche e i tracciati stradali. Coordinava la creazione delle infrastrutture e la sistemazione delle strade interpoderali, un compito che richiedeva grande diplomazia con i contadini. Dopo la progettazione e l'ottenimento dei finanziamenti, supervisionava l'esecuzione dei lavori, l'impresa Succio realizzava materialmente i lavori, mentre lui dirigeva il cantiere.

Mio padre aveva una visione imprenditoriale molto ampia e lavorava instancabilmente. Lo ricordo la sera in salotto, con la sigaretta, mentre scriveva o teneva riunioni. Lavorava sempre, anche la domenica, dormendo pochissimo. Era un uomo lungimirante.

È stato un grande padre e un grande uomo, orgoglioso della sua famiglia. Accanto a lui c'era mia madre, una donna intelligente che, pur non avendo studiato, lo supportava costantemente.

In un'epoca senza telefoni o fotocopiatrici, facevamo tutto a mano. Mio padre riuscì a creare una rete importante grazie ai rapporti diretti con le persone. Partecipava ai mercati settimanali in vari paesi, mantenendo contatti costanti con la gente.

Per noi figli è stata una scuola di vita e di metodo di lavoro. Era molto preciso e ci ha insegnato a lavorare con cura. Gli sono grata per avermi formata, facendomi lavorare in ufficio fin da giovane. È stato un padre straordinario che mi ha insegnato molto."

La donazione include circa 360 mappe catastali e fogli militari, conservati in una cassettiera appositamente costruita. "Per noi questo è un momento importante," ha affermato Maria Federica, "perché veramente se lo merita. Questi documenti testimoniano un pezzo importante del passato e della storia locale."

Alessandro Franco

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