Storie di Orgoglio Astigiano - 14 settembre 2024, 12:25

Storie di Orgoglio Astigiano. Federico, dall'incidente alla Serie A di basket in carrozzina: "Con la Nazionale U23, dopo gli Europei, sono pronto per i Mondiali e... sogno le Paralimpiadi"

Federico Balsamo, 21 anni, gioca a basket da quando ne aveva sei. Nel 2021 l'incidente che gli ha cambiato la vita

Federico

Federico

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Sweet Disposition, di The Temper Trap, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Quanti di noi si sono lamentati per delle inezie? Perché fa troppo caldo, perché fa troppo freddo, perché quella persona ci ha dato fastidio e chi più ne ha più ne metta. Più il tempo passa e più capisco che non vale la pena perdersi in un bicchiere d'acqua. La storia di Federico Balsamo, 21 anni, mi ha fatto interrogare sull'importanza di rivolgere la nostra attenzione nella giusta direzione. Quale? Federico me lo ha fatto capire. 

Federico, che rapporto hai con Asti? 

Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la città. Ho vissuto nella zona Don Bosco, frequentando le elementari alla Mazzarello, le medie alla Brofferio, per poi andare al Liceo Scientifico. Con gli amici siamo sempre usciti nell'Astigiano, passando dei momenti bellissimi in questa città stupenda. 

Pensi che Asti si voglia bene a sufficienza?

Sicuramente alcune manifestazioni di punta sono ben strutturate, penso al Palio, al Festival delle Sagre, ma ritengo anche che si possa migliorare su altri fronti. Ad esempio l'accessibilità. Sono in carrozzina da tre anni e devo dire che, soprattutto alcune strade, non sono così accessibili per chi si sposta sulla sedia a rotelle. 

Cosa è successo il 9 luglio 2021?

Quel giorno ero ad Asti, in corso Matteotti, sullo scooter di un mio compagno di classe. Guidava lui, io stavo dietro. Purtroppo un'auto ha saltato uno stop. Il mio amico ha frenato di colpo per evitare l'impatto e io sono stato sbalzato in avanti, riportando una lesione del midollo spinale, con la rottura di tre vertebre. Da quel momento ho fatto sei mesi di riabilitazione all'ospedale di Alessandria, uscendo poco prima di Natale del 2021. In carrozzina. 

La tua più grande passione prima dell'incidente? 

Il basket. Ho iniziato a giocare a sei anni nella Scuola Basket Asti. Mio fratello più grande giocava e mi sono appassionato guardandolo. Mi ricordo ancora la sensazione provata non appena ho preso quella palla in mano: me ne sono innamorato da subito. Ho giocato a basket da allora, fino ai 17 anni, fino all'incidente. Dal 2009 al 2021 ho militato in tutte le categorie del settore giovanile, vincendo nel 2019 il campionato Under 16 Gold del Piemonte. 

Come hai visto e vissuto il basket in seguito all'incidente?

Mentre ero in ospedale, medici e oss mi hanno fatto conoscere il mondo del basket in carrozzina. Ed è un ricordo bellissimo, l'idea di non averlo dovuto scoprire da solo. Quel mondo mi ha subito incuriosito e così, nel marzo 2022, ho fatto il mio primo allenamento di basket in carozzina a Torino. Mi sono poi fermato per la Maturità, ricominciando a settembre 2022. Mi sono innamorato di nuovo del basket, lo stesso sport, ma in carrozzina. Una disciplina molto più difficile, ma bellissima. 

Il sorriso di chi ha combattutto 
Mentre Federico parla ho la pelle d'oca. Racconta con sincerità, naturalezza: è così genuino nell'aprirsi. Conduce lui la conversazione, come tenendomi per mano, facendomi capire che posso non avere paura nel chiedergli altro di quel terribile incidente. Federico ha una forza incredibile e un sorriso vitale: quello tipico di chi ha combattutto, e proprio per questo, oggi, sa sorridere così. Adoro le persone che non mollano, la grinta che trasuda da tutti i pori, l'energia positiva di chi è riuscito a non perdersi o, comunque, di chi, se l'ha fatto, si è poi ritrovato. 

Dove hai trovato la forza per andare avanti, per ricominciare una nuova vita? 

Durante quei mesi in ospedale non stavo un attimo fermo, mi tenevo sempre impegnato. Ho frequentato la scuola in dad dall'ospedale, da settembre a dicembre 2021. Ho avuto momenti difficili, non stavo bene, soprattutto all'inizio. Le prime volte che uscivo con gli amici mi sentivo osservato, giudicato, ma poi ho scoperto che ero io a giudicare me stesso, perché non ero abituato a vivere in quel modo. Ora mi sono abituato a tutti i pregiudizi che ci possono essere in questa società e non ci faccio più caso. E in questo il basket mi ha aiutato tantissimo. Quando andiamo in giro con la squadra siamo tutti in carrozzina: ho normalizzato la situazione. Il gruppo fa la forza. 

Quanto è stato importante avere il sostegno delle persone care? 

In situazioni come la mia è fondamentale non sentirsi soli. I miei genitori venivano tutti i giorni ad Alessandria per starmi vicino, così come mio fratello e i miei amici, facevano tutti i salti mortali per venire a trovarmi. Ne sono molto felice, ho attorno bellissime persone, anche adesso. Siamo sempre gli stessi, non è cambiato nulla. Nella vita si può fare tutto, bisogna solo ragionare su come farlo in modo diverso, se le condizioni cambiano. Ho persino preso la patente e oggi guido tranquillamente. 

Mi racconti un po' di successi sportivi portati a casa dopo l'incidente?

Nella stagione 2022/2023 ho iniziato a giocare a basket in carrozzina con l’HB Torino, partecipando al campionato di Serie B nazionale. Nella stagione 2023/2024 ho continuato a giocare in Serie B con l’HB Torino e inoltre ho giocato in prestito condiviso con il Santo Stefano, squadra di Porto Potenza Picena (MC), nelle Marche, che partecipa al campionato di Serie A. Per la stagione 2024/2025 giocherò a tempo pieno per il Santo Stefano. Faccio parte della Nazionale Italiana Under 23, con cui ho giocato lo scorso giugno l’Europeo Under 23 a Madrid; siamo arrivati quarti e ci siamo qualificati al Mondiale Under 23 del prossimo anno. Che emozione indossare la maglia dell'Italia; è stata un'esperienza unica. Come trofei vinti, invece, ho una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Italiana Giovanile (quest’ultima vinta con la società Briantea 84, per cui ho giocato in prestito solo per una partita). 

Giocando a tempo pieno per il Santo Stefano ti trasferirai nelle Marche? 

Sì esatto. Ero già andato giù qualche settimana, da solo, spostandomi senza problemi. Mi sono trovato benissimo, è una grande famiglia, ci aiutiamo in tutto. Nel maggio scorso ho ricevuto la proposta di inizio carriera da professionista: mi sono sentito pronto, è il momento giusto. Sarò lontano da casa, ma quanto sono felice. 

Sognavi di vivere con il basket?

Fin da bambino sognavo di diventare un giocatore professionista. Sai, la vita è strana. Sto riuscendo a realizzare il mio più grande sogno proprio dopo l'incidente, io che pensavo che non sarei mai più stato in grado di giocare. Tutto questo è meraviglioso. 

Continui con gli studi nel frattempo? 

Non li ho mai mollati. Avevo iniziato Ingegneria gestionale al Politecnico di Torino. Dallo scorso anno, però, capendo che il basket poteva diventare una carriera ho cambiato corso di studi e ora frequento Scienze motorie online. Così riesco ad allenarmi tutti i giorni e studiare da casa. Ho questa doppia vita (ride, ndr). Anche perché a un certo punto la carriera di uno sportivo finisce, non si giocherà all'infinito, per cui penso sia importante terminare un percorso di studi. 

Un consiglio ai ragazzi giovani come noi? 

Trovate una passione che vi alimenti, che vi tenga vivi. Ci possono essere tantissimi problemi, ma la passione batte tutto. L'amore per qualcosa vi farà superare ogni difficoltà. 

Il prossimo sogno?

Partecipare alle Paralimpiadi come giocatore di basket in carrozzina: è quello che mi spingerà ad allenarmi tutti i giorni.

La direzione giusta 
E voi, avete capito perché Federico mi ha fatto interrogare sull'importanza di rivolgere la nostra attenzione nella giusta direzione? 

Quale sia la giusta direzione, dopo le sue parole, lo abbiamo capito tutti. 

Non c'è altro da aggiungere. 

Il saluto ai lettori 

Elisabetta Testa


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