Attualità - 13 settembre 2024, 16:50

Il caso di Maximilien: quando la malattia si trasforma in un incubo economico

L'uomo, titolare di una carrozzeria ad Asti, si è rivolto alla Federcontribuenti per far valere i suoi diritti

Maximilien Cavagnero (a sinistra) e Vincenzo Tagliareni

Maximilien Cavagnero (a sinistra) e Vincenzo Tagliareni

Maximilien Cavagnero, titolare di una carrozzeria ad Asti e paziente oncologico, ha lanciato un grido di allarme per la difficile situazione in cui si trova. "Non sono un uomo invisibile, ma un titolare di Partita IVA costretto a fare i conti con i debiti e un’impresa familiare sull’orlo del collasso", ha dichiarato Cavagnero, che nell'ottobre scorso ha ricevuto una diagnosi di adenocarcinoma intestinale. La sua vicenda personale mette in luce un problema più ampio, quello di come la malattia, oltre a essere una battaglia fisica e psicologica, spesso si trasforma in un incubo economico per chi non ha adeguato sostegno da parte delle istituzioni.

Nel suo racconto, Cavagnero ha descritto il difficile percorso affrontato dopo la diagnosi: "Dopo il senso di smarrimento iniziale, il primo pensiero è stato come onorare gli impegni lavorativi e familiari. Dovevo occuparmi dei miei dipendenti, dei fornitori, delle scadenze tributarie e previdenziali, oltre a gestire il finanziamento che avevo contratto per ampliare la mia attività". Tuttavia, la malattia ha reso tutto questo estremamente difficile, aggravando una situazione economica già complessa.

Proprio dalla volontà di regolarizzare la propria posizione debitoria è scaturito l’incontro con l’associazione Federcontribuenti e in particolare con il suo vicepresidente nazionale, Vincenzo Tagliareni. Un primo appuntamento, avvenuto nella sede piemontese, dettato da un’adesione alla definizione agevolata, l’impossibilità a rispettare le scadenze di pagamento per gli importi rateali troppo esosi e già oggetto di confronto, nel giugno 2023, tra Tagliareni e il viceministro dell’Economia e Finanze Maurizio Leo e un conseguente pignoramento del conto corrente.

"Quando Maximilien è venuto in associazione, ho subito percepito la sua onestà e le difficoltà oggettive che stava affrontando", ha spiegato Tagliareni. Aggravate dal fatto che il calvario di Cavagnero è tutt'altro che recente: già nel 2014 era stato colpito da una cardiopatia ischemica, seguita dall'emergenza sanitaria del Covid-19, per poi affrontare la chemioterapia e l’intervento chirurgico.

Il lavoro di Tagliareni e Federcontribuenti si è inizialmente concentrato sulla verifica della posizione fiscale e contributiva del carrozziere con l’Ente di Riscossione, per poi espandersi verso altri debiti accumulati negli anni della malattia. "Parliamo di circa 27 mila euro di debiti, in gran parte accumulati dal 2016 a oggi, proprio nel periodo segnato dalla malattia", ha spiegato Tagliareni. "Il nostro obiettivo è dimostrare che Cavagnero non è un evasore, ma un lavoratore autonomo colpito da una serie di eventi drammatici".

Uno degli aspetti più preoccupanti della vicenda è la difficoltà nel mantenere gli impegni con l'istituto di credito astigiano che aveva concesso un mutuo a Cavagnero per espandere la sua attività. "Prima della malattia, Maximilien ha sempre rispettato i suoi obblighi", ha sottolineato Tagliareni. "In seguito ha richiesto una moratoria di nove mesi, concessa e scaduta nel luglio di quest'anno. Conseguentemente abbiamo presentato istanza di proroga della sospensione, allo stato attuale ancora disattesa".

“L’agenzia territoriale di riferimento - ha proseguito il vicepresidente - è a conoscenza della situazione personale di Cavagnero, ma l’impressione è che non sia più interessata a proseguire il rapporto di collaborazione, consolidatosi negli anni. Non sappiamo quale contributo negativo abbia apportato il gravame esecutivo sul conto e non vogliamo neppure pensare che un eventuale rifiuto della richiesta possa essere dettato dalla condizione invalidante di Maximilien".

Un aspetto critico della vicenda riguarda il diritto all’oblio oncologico, che in Italia è regolato dalla Legge 193 del 2023. Questa norma prevede che le informazioni su patologie oncologiche pregresse non possano essere richieste dopo dieci anni dal trattamento, o cinque anni nel caso di pazienti sotto i 21 anni. Sfortunatamente, Cavagnero non rientra nei criteri della legge e pertanto continua a lottare con le conseguenze economiche della sua condizione di salute.

Tagliareni ha concluso esprimendo la speranza di poter risolvere la situazione senza ricorrere alle vie legali, ma ha anche annunciato che il caso verrà presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Redazione

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