Viviamo in un posto bellissimo - 24 agosto 2024, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo poco noto all’intelligenza artificiale

Conclusa la sfida giornalistica tra me e un’intelligenza artificiale generativa, è ora di tirare le fila, è ora di riassumere analisi, impressioni e prospettive

Interno della Canonica di Vezzolano

Interno della Canonica di Vezzolano

 

Due su tre. Risultato ben noto a chi si fosse appassionato alla sfida tra uomo e macchina che abbiamo messo su nelle scorse tre settimane. Sfida su tre temi assai diversi tra loro con pezzi da tremila battute da far scegliere ai lettori di La voce di Asti. Lettori che due volte su tre hanno scelto il mio. Sfida vinta dall’uomo che lascia, al di là della soddisfazione personale, tutta una serie di impressioni e si dati che non è male approfondire. Soddisfazione prima di tutto nell’aver pensato ad una sfida, nel voler approfondire le valenze e i valori dell’intelligenza artificiale nel settore dell’informazione e in quello turistico. Sfida che pare sia stata la prima in Italia.

Per chi se ne fosse perso qualcosa, ci siamo prima confrontati su un soggetto apparentemente onirico, di Asti invasa da turisti. Mentre io raccontavo la mezzorata passata veramente in piazza Roma a contarli, la fetente ci ha girato attorno trasformando il pezzo in onirico, onirico. Indubbiamente d’effetto, politicamente corretto e, più che tutto, scritto quasi come me. Nonostante questo, round vinto, di misura, ma vinto. Vinto credo perché il mio era indubbiamente un bel pezzo e il suo un po’ esasperato nell’onirico su temi che ad Asti è meglio non toccare, come il Palio, e sull’origine dei sogni, imputata ad eccessi alcoolici da Grignolino. Grignolino? Unico vitigno e vino citato, stranamente ben due volte dall’IA, nei tre articoli. Credo più per carenza di dati che per scelte e gusti. 

Piccolo passo indietro: la IA, gestita dalla redazione e non da me, che mi conosco, avrei in qualche modo barato, era stata nutrita con qualche mio articolo, nella scelta di darle l’input scrivi come Davide, per rendere meno facile ai lettori votanti di imputare i pezzi ad uno o all’altra e la sfida più corretta. 

Nel secondo round il tema era sociale: parità di genere. Io, sbagliando, ho fatto un pezzo serioso, impegnato, pieno di alti pensieri, citazioni, speranze e belle aspettative, lei uno populistico e generalista, ben condito da vignaiole e grandi cuoche. Pezzo paraculo al massimo e vincente. Tanto vincente che mi ha fatto nero, recuperando quasi due terzi dei voti. Recepiti i dati avevo commentato, da volpe davanti all’uva, che fosse meglio così, avremmo avuto un terzo round da vera finale.

E sabato scorso la finale e la sfida me le sono aggiudicate io, grazie a turismo e gastronomia. Il mio pane quotidiano, declinato sul suggerire un itinerario tra Romanico Astigiano, carpione e campi da gioco del Carpionato del mondo.

Al di là del 74% di preferenze, l’ultimo round ha fatto emergere con forza quanto ci sia ancora da fare, se proprio si deve, per vedere nella IA un possibile gestore di indicazioni di visita e di itinerari personalizzati. Più che azzardato al momento, visto che, nonostante il suo collegamento al web, in un pezzo in fondo facile, dove non c’era da fare altro che intersecare i due elenchi di pievi e chiese del Romanico e dei locali di Carpionato, la IA ha inanellato una sequela di errori sui luoghi da visitare e cannato tre locali su quattro: due inesistenti e uno a Orta San Giulio, circa centotrenta chilometri dall’abbinata con la pieve di San Lorenzo a Montiglio. 

La gran parte dei lettori ha sicuramente notato quegli errori, assai macro in molti casi, come scordarsi di citare la grandiosa Canonica di Vezzolano. Ha sicuramente notato che il ristorante La Vittoria, sempre esista, non è certo a Montechiaro d'Asti, che le sculture di San Secondo a Cortazzone, non sono certo lì per ricordarci che anche nel Medioevo sapevano come divertirsi, ma rappresentano ben definite simbologie religiose, che l’Agriturismo Conte di Gallinico probabilmente non esiste, comunque non certo a Cortazzone e che a Montiglio la pieve romanica non è certo affrescata e il ristorante La Motta non è lì, per trovarne uno con quel nome bisogna andare a degustare carpione di lago nel Novarese. 

Round che ha messo in luce l'incapacità della macchina di geolocalizzare decentemente e di recuperare dalla rete dati di qualità su posti e monumenti. Incapacità, magari solo occasionale, che, prima di dare giudizi definitivi, vorrei testare tra un mese o due con una nuova sfida a tema solo turistico.

Davide Palazzetti

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