Attualità - 21 agosto 2024, 07:28

Palio di Asti: i temi del corteo dei bambini della vigilia

I piccoli percorreranno lo stesso tragitto della sfilata della domenica: al termine, le prove della vigilia

Merphefoto

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Il pomeriggio della vigilia di Palio ad Asti, sabato31 agosto, si anima con il tradizionale "Corteo storico dei bambini". 

I giovani rappresentanti di Rioni, Borghi e Comuni sfileranno per le vie del centro storico, anticipando il percorso che il giorno seguente vedrà protagonisti gli adulti.

 Il corteo partirà alle 14.45 da piazza Cattedrale:  il corteo si snoderà lungo via Caracciolo, via Carducci, via Giobert, Corso Alfieri, via Gobetti, via Garibaldi, via Gardini ed infine l’arrivo in piazza Alfieri.

Al termine della sfilata, si terranno le prove della Vigilia (posto unico in tribuna: 5 euro)

Un premio speciale, il "Mara Sillano Sabatini", messo in palio dal borgo San Pietro, verrà assegnato alla migliore rappresentazione storica, in memoria di una figura chiave del Palio astigiano.

I temi di sfilata

 

BORGO SANTA MARIA NUOVA  

La vittoria. Il pallium

 “Correre il Palio” si riferisce ad una corsa dove il premio è un prezioso tessuto concesso al vincitore. Ad Asti i tessuti in palio forniti dall’istituzione governativa erano due: oltre a quello per il vincitore, ve n’era un altro offerto alla collegiata di San Secondo patrono della città. Questa prassi caricava il tessuto prezioso anche di significati politici e religiosi. Molto spesso il vincitore donava il palio per ornare la chiesa o l’altare del santo a cui si era raccomandato durante la corsa. La sfilata di Santa Maria Nuova vuole ricordare questa fausta tradizione. Sfila il palio, che verrà donato alla chiesa, con i simboli con cui si è ottenuta la vittoria: il frustino, gli speroni e il filetto (le redini). Seguono le bandiere a rappresentare le nove vittorie ottenute dal Borgo Santa Maria Nuova nell’età moderna. 

COMUNE DI SAN DAMIANO  

Gli alberi genealogici e i diritti di discendenza 

Nel primo Quattrocento le nobili famiglie di San Damiano (oppidum Sancti Damiani) raffiguravano la loro genealogia sotto forma di un grande albero: dalle radici (l’antenato capostipite della famiglia) si sviluppava un potente tronco (il lignaggio: i discendenti che riconoscevano un antenato comune) che si ramificava nelle ampie branche della chioma (i vari rami del lignaggio) cui erano attaccate le innumerevoli foglie (i discendenti). Spesso si scrivevano e si conservavano documenti e carte per conoscere l’origine di una famiglia, oppure per rafforzare i legami di una casata di fronte ai pericoli delle epidemie e delle guerre, o ancora per trovare una famiglia conveniente con cui imparentarsi, evitando eccessive dispersioni del patrimonio ereditario. Nel corteo di San Damiano sfileranno gli eredi delle nobili dinastie, preceduti dagli stemmi di famiglia con scrigni e chiavi, che custodiscono le scritture e le carte più segrete gelosamente tramandate di padre in figlio, per accrescere e mantenere salda la casata nobiliare e il suo patrimonio. 

RIONE SANTA CATERINA 

La carta natale, la mappa della vita 

La carta natale, conosciuta anche come mappa astrale è la rappresentazione grafica della posizione degli astri al momento della nascita di un bambino. Questa pratica fa parte dell’astrologia, un antico sistema di interpretazione dei movimenti celesti e della loro presunta influenza sulla vita e sulla personalità. La sua costruzione coinvolge diversi elementi, tra cui la data, l'orario e il luogo esatto in cui il nuovo nato viene alla luce. Gli astrologi utilizzano queste informazioni per calcolare la posizione dei pianeti, del Sole e della Luna appunto alla nascita, creando una mappa dettagliata del cielo in quel preciso istante. Il Rione Santa Caterina racconta l’intricato e affascinante gioco di stelle e pianeti che decideva il destino di re e regine, nobili e contadini. 

RIONE SAN SECONDO 

Il rito del matrimonio nel Medioevo: la chiave di volta dell’edificio sociale 

Il matrimonio nel Medioevo era definito come l’istituzione di un’alleanza socialmente riconosciuta, che costituiva il presupposto di una discendenza legittima, per convenienza politica, economica o sociale. Contratti nuziali e cronache di matrimoni illustri attestano che, ad esempio nel XIII secolo, la donna poteva essere promessa sposa già a sette anni per concludere il “contratto” di matrimonio a dodici. Era il rituale a conferire una dimensione pubblica al matrimonio coinvolgendo l’intera comunità. Per le vie della città, nel corteo nuziale (traductio), fanciulle biancovestite spargevano petali di fiori e altre lanciavano grano come auspicio di fertilità e abbondanza sugli sposi che vestivano di rosso. Su di loro un velo era posto a simboleggiare l’unione (velatio nuptialis). Con la deductio ad domum, per cui la sposa era poi condotta a casa del marito, venivano portati il corredo e i doni fra cui gioielli, stoffe ricamate, veli di seta, pellicce. 

BORGO TANARO TRINCERE TORRAZZO 

Bestiari 

Il corteo approfondisce il tema dei bestiari medievali attraverso la presentazione di quadri viventi tratti dai capitoli più affascinanti del Physiologus e da storie leggendarie: tra queste le imprese di San Giorgio contro il drago, oppure le narrazioni incentrate sui grifoni di Alessandro Magno, sul temibile basilisco e sull’unicorno accompagnato da una regale fanciulla. I bestiari costituiscono un repertorio di simboli e rispecchiano la mentalità dell’uomo medievale, in una fusione tra animali “reali” e animali fantastici, descritti con i vizi e le virtù che li caratterizzano. La visione allegorica di tali creature bizzarre e misteriose affonda le radici in tempi remoti e per questo non si può ridurre il successo della loro diffusione a “semplice ingenuità, ignoranza e ottusità”, ma occorre indagarne le radici profonde. 

BORGO SAN PIETRO 

 Flora parlante: simbologia di fiori e frutti nel medioevo 

Nel Medioevo i fiori erano simbolo di status sociale e virtù morali: ne sono esempi il giglio, classica figura araldica, che significa regalità, e la rosa bianca, che raffigura l’amore del Cristo o della Madonna. I portali delle chiese fioriscono di rami di bocche di dragone (con tre foglie all’apice), o foglie d’acanto a ricordare l’Albero della Vita che si trovava nell’Eden, o riportano il simbolo molto antico del Fiore della Vita, che rappresenta la struttura del Creato. Anche i frutti vantano una lunga tradizione simbolica ed allegorica. Il limone è simbolo di fedeltà amorosa, i fiori bianchi dell’arancio, ornamento delle spose, sono simbolo di castità e purezza. La melagrana con l’avvento del cristianesimo, diviene simbolo di resurrezione. La mela era tradizionalmente simbolo della caduta dell’uomo nel peccato, il fico di fertilità e benessere, mentre le foglie tripartite della fragola alludevano alla Trinità. 

BORGO SAN LAZZARO

Arti liberali e scienze sacre: base della formazione scolastica medioevale 

Nell’opera Novus Avianus, attribuita a un anonimo astigiano ascrivibile ai secoli XI-XII, troviamo conferma all’ipotesi di una florida vita culturale nella nostra città in epoca medioevale, strettamente collegata alla formazione scolastica. La base della preparazione era costituita dalle Arti Liberali (Grammatica, Retorica, Dialettica, Aritmetica, Astronomia, Geometria e Musica) e dalle Scienze Sacre (Legge Civile, Legge Canonica, Filosofia, Sacra Scrittura, Teologia, Contemplazione e Predicazione). I piccoli ramarri del Borgo San Lazzaro rappresentano nel loro corteo le Arti Liberali e le Scienze Sacre ispirandosi all’affresco di Andrea Bonaiuti del Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella. Aprono il corteo un omaggio all’opera pittorica ed a seguire 7 bimbe rappresentanti le Scienze Sacre. Ecco poi le 7 Arti liberali con la simbologia allegorica utilizzata per rappresentarle a chiudere il corteo. 

COMUNE DI BALDICHIERI 

La favola e il suo ruolo nel contesto sociale, morale e religioso nel Medioevo. 

Nel Medioevo le favole definite esopiche trovarono una larga diffusione. La più popolare raccolta era in prosa ed era intitolata Romulus. Fedro, autore delle prime favole nella letteratura romana, non fu apprezzato dai contemporanei ma proprio durante il medioevo troveranno successo i suoi scritti, benché il nome dell’autore non fosse noto. Diverse sue opere, che con il loro risvolto morale comunicavano attraverso un linguaggio semplice e diretto i valori delle nuove realtà sociali, furono riscritte e rielaborate da diversi autori tra il ’200 e il ’400. Questo genere si integrò perfettamente nella cultura del tempo, grazie all’interpretazione allegorica che riscattava la favola nella volontà di comunicare una verità anche di carattere religioso. Furono diversi i predicatori di ogni ordine religioso che inserirono proprio la favola nei loro sermoni, grazie al carattere didattico-morale e all’adattabilità a contesti e discorsi differenti. Nelle favole si usava rappresentare il mondo umano attraverso la mediazione di animali, come il leone, la volpe, il lupo e l’agnello, che assumevano il ruolo di “maschera”, donando a chi scriveva la libertà di esprimere il proprio pensiero contro le ingiustizie e le malvagità dei potenti senza temere di essere perseguiti per tali prese di posizione. Questi racconti delineavano vizi, debolezze e virtù umane, proponendo una connotazione non necessariamente positiva o negativa, ma spesso ambivalente e ambigua. 

COMUNE DI NIZZA MONFERRATO 

 I giochi dei bambini nel Medioevo 

I giochi dei bambini nel Medioevo costituiscono il tema del corteo di Nizza Monferrato. Tra popolani e contadini ci si divertiva con giochi rudimentali di solito confezionati con materiali di recupero, mentre i bambini appartenenti alle classi privilegiate potevano permettersi giochi più costosi e raffinati. Si usavano bambole di pezza, cerchi di legno, trottole, armi finte. Non mancavano moscacieca, duelli tra cavalieri, salto della cavallina, giochi con la sabbia. In un periodo come quello medievale, fortemente dominato, sotto diversi aspetti, dall’immaginazione e da una evidente propensione al sogno e alla magia, i bambini amavano ascoltare le favole e i racconti fantastici. Per quanto possa sembrare strano, maschi e femmine potevano giocare insieme. 

RIONE CATTEDRALE

 Ciclo della vite, ritmo della vita: la viticoltura nel Medioevo 

La viticoltura, soprattutto nei secoli centrali del Medioevo, rappresentava una fonte integrativa di sussistenza. Un metodo particolare di coltura della vite era denominato alteno: si forniva alla pianta un albero tutore come un olmo, un acero campestre, un salice, un pioppo, un mandorlo oppure un albero da frutto che, oltre a sostenere la vite e a fornire materiale per legare i tralci, consentivano di produrre legna da ardere, fronde per l’alimentazione animale o frutti per quella umana. Non è da dimenticare, infine, la simbologia della vite nel Cristianesimo: l’iconografia legata al vino “sangue di Cristo” è presente anche negli elementi scultorei della Cattedrale di Asti e in quelli della Cripta di Sant’Anastasio. 

BORGO VIATOSTO

Il bosco magico e le creature fantastiche che lo popolano 

Il corteo dei bambini del Borgo Viatosto si ispira al bosco – inteso come patrimonio naturale che ancora oggi costituisce una preziosa cornice rispetto all’abitato del borgo – ed alle creature magiche che secondo le antiche leggende lo popolavano. Proprio nel medioevo si codificarono racconti e tradizioni sul petit peuple, termine che riunisce tutte le piccole creature che popolano le foreste, come fate, elfi e gnomi. I bambini ricostruiranno questo luogo magico popolato da creature fantastiche portando in sfilata rami degli alberi dotati di poteri magici secondo la tradizione, ovvero il rovere – pianta sacra venerata fin dall’antichità –, il pioppo dotato di poteri benefici legati al fatto che con il suo legno sarebbe stata costruita la croce di Cristo, il castagno – simbolo di protezione, forza e umiltà, e prezioso contributo all’economia agricola – e i rami degli alberi da frutto quali il pero, il melo, il nespolo, il noce. All’ombra delle fronde si nasconderanno, giocheranno e faranno dispetti fate, folletti, gnomi e tutti i piccoli esseri misteriosi del bosco. 

RIONE SAN PAOLO 

Le virtù medievali: tra valori spirituali ed ordine sociale. 

Le virtù medievali sono le qualità morali che guidano il comportamento dei cristiani nel Medioevo. Esse sono ispirate dalla Bibbia, dalla tradizione patristica e dalla filosofia classica. Tra le virtù più importanti ci sono le quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e le tre virtù teologali (fede, speranza e carità). Queste virtù sono spesso rappresentate nell’arte medievale, come nei cicli di affreschi, nelle statue, nelle miniature e negli oggetti liturgici. Le virtù medievali sono anche legate alla gerarchia sociale. Ogni ordine ha le sue virtù specifiche, che lo sostengono nello svolgere il suo ruolo nella società. Il Rione San Paolo, nella sfilata dei bambini, rappresenta questi valori essenziali della vita di un uomo e una donna del medioevo fin dalla più tenera età. 

BORGO DON BOSCO 

Credenze e miti nel Medioevo 

Nel contesto medievale di Asti le credenze e i miti riflettevano le concezioni del mondo dell'epoca. Una credenza affascinante riguardava l'esistenza di creature fantastiche come folletti e fate, immaginati a vivere nei boschi circostanti la città e considerati guardiani della flora e fauna locali. Si raccontava di nani laboriosi che si trasformavano in sculture di legno alla vista dell'uomo e di fate che ricavavano dagli elementi della natura una polvere magica che consentiva loro di volare. Le leggende riflettevano il desiderio di spiegare fenomeni naturali allora non comprensibili. I bambini del borgo Don Bosco rappresentano queste creature fantastiche, ancora oggi radicate in libri che alimentano la loro fantasia infantile. 

COMUNE DI CANELLI  

Il nuovo erede: occasione di festa per la comunità intera 

Nel Medioevo, la nascita di un figlio, nuovo erede nuovo erede che assicurava la discendenza alla famiglia, era occasione di festa e celebrazione per l’intera comunità. In proposito molto interessanti sono i Registri di corte viscontei e orleanesi e gli inventari in essi contenuti con descrizione di corredi e vesti dei neonati, i nomi e le funzioni di coloro che si occupavano dei bambini, i costi sostenuti per la nascita e le prime cure , l’elenco dei preziosi doni da parte di padrini, madrine e parenti in occasione di celebrazioni religiose importanti come il battesimo. Nel corso del Medioevo, il battesimo prima solo prerogativa dell’età adulta, iniziò ad essere amministrato ai neonati e si sostituì il rito per immersione con quello per aspersione. Accanto al momento religioso, si sovrapposero consuetudini augurali e propiziatorie laiche, e iniziò la tradizione di celebrare la Festa dell’Acqua Purificatrice, con libagioni, canti, balli ed accensione di fuochi. I giovani di Canelli annunciano la celebrazione dell’importante sacramento e l’approntamento delle feste celebrative in onore di esso e dell’acqua, simbolo di vita e prosperità per terra, vigneti e uve.  

COMUNE DI MONCALVO

 Terra, aria, fuoco e acqua: tra storia e allegoria 

Il Comune di Moncalvo rappresenta i quattro elementi naturali caratteristici dell’immaginario storico medievale, proponendo quadri allegorici o del vissuto reale. L’acqua che nel Medioevo cristiano è il simbolo religioso per eccellenza: usata nella liturgia battesimale per i bambini, con la montagna e l’albero costituisce una trilogia sacra. L’aria: elemento onirico per eccellenza. Narrazioni che parevano diffondersi con levità nel vento erano, le favole offrivano occasioni per ridere, riflettere e gioire. Storie semplici ed edificanti per smuovere le coscienze come quelle sulle silfidi, creature eteree che vivevano nel vento. La terra, la cui struttura era illustrata, sin dalla giovane età, ai bambini attraverso le prime cartine geografiche e gli strumenti necessari al loro utilizzo. Il fuoco: essenziale per la vita nel Medioevo, utile in ogni ambito, anche in quello ritualistico simbolico, esemplificato dalle note feste di San Giovanni, in occasione delle quali anche i bambini partecipavano ai “fochi” propiziatori. 

RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO 

Calendimaggio 

Il Calendimaggio, o Cantar maggio, era una festa stagionale che celebrava l’imminente arrivo della primavera. Gruppi di giovani, adornati con foglie e fiori, la notte del 30 aprile, si recavano nei boschi per tagliare alberelli o rami fioriti, segno della rinnovata fecondità della Natura che avrebbe procurato abbondanza e fortuna all’intera comunità. Il Corteo incarna alcuni momenti di questa antica tradizione: il Maggio, adornato con nastri e decorazioni floreali, procede mentre giovani dame cantano e danzano, partecipando ai festeggiamenti per l’elezione della reginetta. 

COMUNE DI MONTECHIARO 

 Giocare e sognare al matrimonio della duchessa Valentina Visconti 

Il Comune di Montechiaro situato a 15 km da Asti in posizione collinare, fondato dagli astigiani nel XIII secolo, partecipa al corteo storico con i bimbi della villanova di Montechiaro che partecipano al matrimonio di Valentina Visconti con Luigi di Valois, spensierati e gioiosi, del tutto ignari della prematura fine di Valentina deceduta nel 1408 nel castello di Blios, un anno dopo l’uccisione del marito Luigi d’Orléans, vittima degli scontri tra le fazioni che si contrapponevano nella corte francese. 

BORGO TORRETTA 

Tra terra e cieli: la visione del cosmo nel medioevo 

Nel Medioevo la scienza era parte di una visione organica del sapere; scienziati e filosofi ritenevano che i fenomeni della natura fossero strutturalmente interconnessi e che esistesse un collegamento tra elementi diversi: pianeti, metalli, piante, colori e animali. Gli alchimisti consolidarono la teoria di un parallelismo tra pianeti e metalli: il piombo venne associato a Saturno, il rame al pianeta di Venere, il mercurio al pianeta omonimo ed infine argento ed oro rispettivamente alla luna ed al sole. L’astronomia, tutt’uno con l’astrologia, era materia di studio anche nel libero Comune di Asti: ad occuparsene anche un cittadino illustre Guglielmo Ventura, cronista che riporta nel 1275 la prima notizia della corsa del Palio. Il corteo del Comitato Palio Borgo Torretta rievoca attraverso il rapporto tra metalli e pianeti, il legame intrinseco tra mondo inferiore e mondo superiore.

BORGO SAN MARZANOTTO

Gli strumenti musicali nel medioevo 

Borgo San Marzanotto porta in sfilata alcuni tipici strumenti musicali del Medioevo. Nel Medioevo la musica strumentale aveva un ruolo inferiore rispetto a quella vocale, che in ambito ecclesiastico trovava massima espressione nei canti liturgici. Anche la musica orchestrale non era diffusa, soprattutto per l’assenza di una scrittura musicale funzionale ad essa: gli strumenti venivano pertanto utilizzati singolarmente da giullari e menestrelli in accompagnamento alle loro esibizioni. Le fonti iconografiche ci testimoniano l’esistenza di numerosi strumenti in età medievale, a fiato e a percussione, in legno, in pelle e in metallo, diffusi in tutta Europa. Il borgo San Marzanotto rende dunque omaggio all’arte della musica, antica quanto l’origine stessa dell’uomo. 

RIONE SAN SILVESTRO

Processione in onore Di Santa Maria Maddalena 

Nella zona circostante il Castelvecchio, ingrandito e fortificato dalle Signorie Viscontee, prima da Luchino, poi da Gian Galeazzo e da Valentina Visconti, domina del territorio astese che vi soggiornò dal 25 al 28 giugno 1389, vi erano due contrade animose, fiorenti e vivaci: Contrada San Maurizio caratterizzata dalla grande chiesa domenicana della Maddalena e Contrada San Michele, che prendeva nome dalla chiesa adiacente a Porta San Michele. I giovani Oro Argento rievocano la sacra processione devozionale dedicata a Santa Maria Maddalena, protettrice dei penitenti e dei peccatori redenti grazie all’amore e alla fede. Attributi della Santa venerata col titolo di “Apostola degli Apostoli” sono: il vaso degli unguenti; il teschio; il crocifisso; il flagello; il colore rosso ed il fuoco, simboli di passione e amore fervente; i lunghi capelli con cui asciugò i piedi del Signore e l’uovo rosso, legato alla leggenda dell’Imperatore Tiberio che non credendo alla resurrezione di Gesù Cristo, le rispose che era possibile come la colorazione rossa dell’uovo che Ella teneva in mano. Fu allora che avvenne il miracolo e l’uovo, improvvisamente divenuto come il colore del sangue, divenne simbolo augurale di vita, sacrificio e rinascita. Gli abiti e gli accessori del Corteo sono stati creati dagli stessi piccoli interpreti, durante i corsi di cucito e pittura organizzati nei mesi invernali dagli anziani del Rione, nello spirito di tramandare l’Arte del saper fare e l’amore per le tradizioni e la propria storia, di generazione in generazione. 

COMUNE DI CASTELL’ALFERO

Il miele, il grande protagonista delle tavole e lo zucchero, la "spezia irresistibile" 

A partire dall’VIII secolo la coltivazione della canna da zucchero si diffuse in tutto il Mediterraneo e, durante il Medioevo, l’uso dello zucchero divenne sempre più comune sulle tavole dei nobili. Considerato una spezia, era importato, dunque costoso e alla portata di pochi. Proprio in quanto pregiato era elemento di differenziazione sociale. Al contrario, il miele, nonostante i dolci fossero ancora cibi di lusso riservati agli aristocratici, era un dolcificante molto diffuso. Miele e zucchero erano utilizzati anche per la preparazione di salse per le carni e si aggiungevano spesso all’impasto del pane. Per le sue virtù medicamentose il miele era inoltre alla base di ricette di sciroppi e unguenti.

Alessandro Franco

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