Viviamo in un posto bellissimo - 10 agosto 2024, 07:30

Sfida uomo vs IA - Viviamo in un posto bellissimo conquistato dalla 'rivoluzione silenziosa' del #microfeminism

Chi l'avrebbe mai detto che dalle colline del Monferrato potesse partire una nuova ondata di empowerment femminile?

Sfida uomo vs IA - Viviamo in un posto bellissimo conquistato dalla 'rivoluzione silenziosa' del #microfeminism

Testo 1

 

E’ appena arrivato dall’America un trend a tema femminismo, nuovo nei modi e nel concetto portante di ricercare la parità di genere con i piccoli gesti 01000100 01100001 01110110 01101001 01100100 01100101: quando scarico qualcosa dal web, quando posto e commento sui social, non sto facendo altro che muovere una lunghissima serie di zeri e di uni che vanno a formare dei file. Informazioni nella lingua da computer, dove il mio nome è la serie numerica di poco sopra. E pensare che Leibniz, filosofo e scienziato tedesco, inconsapevole antesignano del calcolo binario. inseguiva il sogno di creare una lingua universale e non altro. Era il 1679 e le informazioni si muovevano su altri supporti in giorni e settimane.

Oggi notizie e informazioni si muovono praticamente in tempo reale, in rete crescono, si moltiplicano e sono disponibili a tutti. Prendete i social e la loro potenzialità di consolidare opinioni a favore di una migliore crescita comune, di dare infinite chiavi di lettura all'attualità.

Proprio lì sta facendosi grande breccia il tema della parità tra i due sessi, tema che non dovrebbe neppure esistere, eppure patriarcato, abusi, diseguaglianze e scarsa attenzione a diritti vari raccontano un’altra storia. Breccia che sta ampliando con potenza globale la consapevolezza, non certo solo femminile, sulle questioni legate alla parità. Lo strumento è potente, lo so bene nel farne quotidiano uso informativo e formativo. Strumento che riesce a unire là dove la società non riesce, ancor meglio quando mosso dalla qualità partecipativa di alcuni. Pensate solo a quanto mosso da Michela Murgia. Oggi è giusto un anno che l’abbiamo persa, accidenti.

Strumento che permette di proporre in modi nuovi vecchie tematiche. Il più recente esempio è sintetizzato nell’hashtag #microfeminism, che ha coinvolto un mare di utenti a raccontare piccoli gesti con cui respingere comportamenti sessisti, discriminazioni e tanto altro. Una rivoluzione? Per essere femministe o femministi in effetti non credo occorrano gesti eclatanti e gli atteggiamenti suggeriti, gli accorgimenti per andare a pari in diversi fatti e atti quotidiani, li vedo come gocce da mettere assieme per fare mare, oceano. Gocce, mare e oceano che vorrei bagnassero Asti e Astigiano da domattina, a cominciare da un abbondante uso della giustizia riparativa offerta dal femminile sovraesteso. Piccoli gesti in grado di incidere sulla mentalità di chi ci sta accanto. Quali gesti? Digitate microfeminism e ne trovate una sfilza a cui ognuno di voi aggiungerà il suo, i suoi. Da par mio, suggerisco di seguire con calore il profilo Facebook di Luisa Nattero, ligure come me che ha scelto di presentare ogni giorno una grande artista. 

#microfeminism da noi è arrivato con l’estate, andando subito a trovare spazio in molte riviste femminili. Apparente ossimoro, ma da qualche parte doveva pur cominciare, nella speranza che i primi a seguire il trend siano di genere maschile. Sì, maschile, e lo scrivo in quanto maschio: il patriarcato ci ha ingabbiato, restringendo la nostra libertà espressiva sotto il leitmotiv di lavoro e produttività a qualunque costo, di vivere nel performante del sé fino a contagiare e ingabbiare anche molte donne. Problema non da poco che sono certo troverà soluzione femminile.

 

Testo 2

Già... chi lo avrebbe mai detto? Eppure eccoci qui, a raccontare come le nostre donne stiano cambiando il mondo, un piccolo gesto alla volta.

Partiamo dalle nostre produttrici di vino. Sapevate che sempre più etichette di Barbera e Grignolino portano firme femminili? Le nostre vignaiole non solo stanno producendo nettari divini, ma stanno anche rivoluzionando il settore con approcci più sostenibili e inclusivi. E quando le senti parlare di "terroir" e "tannini", capisci che la conoscenza non ha genere.

Spostiamoci in cucina, dove le chef astigiane stanno riscrivendo le regole della gastronomia locale. Nei loro piatti, la tradizione si fonde con l'innovazione in un equilibrio perfetto. E se qualcuno osa dire "la cucina è roba da donne", loro rispondono servendo un carpione così buono da far ricredere anche il più scettico dei commensali.

Ma il #microfeminism non si ferma qui. Nelle aziende agricole del territorio, sono sempre di più le imprenditrici che guidano la transizione verso metodi di coltivazione più rispettosi dell'ambiente. Le loro mani curano la terra con la stessa delicatezza con cui accudirebbero una figlia, perché sanno che il futuro passa da qui.

E che dire delle nostre artigiane? Dalle ceramiste alle tessitrici, stanno riportando in auge antichi mestieri con un tocco contemporaneo. I loro prodotti non sono solo belli: raccontano storie di resilienza e creatività tutta al femminile.

Persino nel mondo della tecnologia, tradizionalmente dominato dagli uomini, le astigiane si stanno facendo strada. Startup innovative guidate da giovani donne stanno nascendo come funghi, portando soluzioni smart per migliorare la vita di tutti.

Ma il vero cuore del #microfeminism batte nelle piccole azioni quotidiane. È la barista che non si fa intimorire dal cliente molesto. È l'insegnante che incoraggia le sue alunne a sognare in grande. È la nonna che trasmette alle nipoti la forza di secoli di donne astigiane.

Non mancano gli alleati maschili in questa rivoluzione silenziosa. Sempre più uomini stanno capendo l'importanza di sostenere le loro compagne, figlie, sorelle. Li vedi spingere passeggini per le vie del centro, condividere le faccende domestiche, sostenere le carriere delle loro partner.

Certo, la strada è ancora lunga. Ci sono ancora troppe "sindache" che dovrebbero essere semplicemente sindaci, troppi "avvocate" che vorrebbero essere chiamate avvocati. Ma il cambiamento è nell'aria, fresco come la brezza che accarezza le nostre colline.

Il #microfeminism nell'Astigiano non fa rumore, non urla slogan. Si manifesta nei sorrisi di complicità tra donne che si sostengono a vicenda. Nelle piccole vittorie quotidiane contro stereotipi secolari. Nella fierezza con cui le nostre ragazze guardano al futuro.

E allora, care lettrici (e cari lettori), la prossima volta che assaggiate un grissino, sorseggiate un bicchiere di Freisa o ammirate un'opera d'arte locale, ricordatevi: dietro c'è probabilmente una donna che sta cambiando il mondo, un microgesto alla volta.

Perché qui, tra le colline dell'Unesco e i profumi della cucina tradizionale, sta nascendo una nuova generazione di donne. Forti come il nostro Barbera, raffinate come il nostro tartufo, resilienti come i nostri vigneti. E il bello è che stanno solo iniziando.

 

Redazione

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