Cronaca - 12 luglio 2024, 19:56

Nove anni e sei mesi di carcere la richiesta dell’accusa per l’incendiaria del centro commerciale Il Castello di Canelli e al magazzino di Monticello d'Alba

La 36enne bracciante bulgara è accusata anche di una serie di furti, di una rapina in villa a Cossano Belbo e di aver appiccato il rogo al magazzino nel quale perse la vita l’imprenditore cinese Hu Jie

Nove anni e sei mesi di carcere la richiesta dell’accusa per l’incendiaria del centro commerciale Il Castello di Canelli e al magazzino di Monticello d'Alba

Tre anni di reclusione, ridotti a due per la scelta da parte della difesa del rito abbreviato, per la sola imputazione riguardante la morte come conseguenza di altro reato. Poi 11 anni e 3 mesi, oltre a 7.200 euro di multa (in questo caso ridotti a 7 anni e 6 mesi, e 4.800 euro) per il complesso degli altri reati a scopo di lucro di cui la donna è accusata tra i due incendi appiccati ad altrettanti esercizi commerciali, furti in abitazione, rapina, lesioni, uso indebito di carta di credito. 

Sono queste le richieste di pena che il pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Asti Laura Deodato ha avanzato nel chiedere al giudice per l’udienza preliminare Elio Sparacino la condanna di Stanka Batashka, la 36enne bracciante bulgara accusata di una serie di fatti tra i quali l’avere, lo scorso 19 settembre, appiccato il fuoco all’Ipershop Express di Monticello d'Alba, e di avere così cagionato la morte del 36enne Hu Jie, titolare dell’attività commerciale, rimasto asfissiato nel magazzino di quel capannone affacciato sulla Statale 231.

Attualmente detenuta presso la sezione femminile del carcere "Le Vallette" di Torino, questa mattina (12 luglio) la donna ha partecipato in videoconferenza all’udienza preliminare con la quale il Gup ha acconsentito alla richiesta del suo difensore, l’avvocato del foro di Genova Maria Montemagno, di poter accedere al giudizio abbreviato. 

Il pm Deodato coordinò le serrate e capillari indagini che nel giro di pochi giorni consentirono di stabilire non soltanto la natura dolosa, ma anche il collegamento esistente tra i due incendi. Quello di Monticello d’Alba, ma anche quello che cinque giorni prima, il 14 settembre, all’interno del Shopping Center Il Castello di Canelli, aveva distrutto un negozio di scarpe, andando a coinvolgere altri esercizi tra cui una farmacia e un bar, fortunatamente, senza causare vittime.

Nella sua requisitoria il procuratore aggiunto Deodato ha sottolineato le risultanze d’indagine secondo le quali la donna appiccò dolosamente il fuoco all’Ipershop Express con l’intento di creare un diversivo in forza del quale appropriarsi del denaro presente nella cassa del negozio. La moglie di Hu Jie riuscì a sottrarsi alle fiamme che nel frattempo si erano propagate velocemente al locale, mentre per il 36enne non ci fu scampo: l’uomo morì intossicato dall’inalazione di monossido di carbonio

La famiglia della vittima, di nazionalità cinese ma da tutti conosciuto come Davide, si è costituita parte civile col patrocinio dell’avvocato del foro di Cuneo Ferruccio Calamari, anche lui presente all’udienza tenuta in camera di consiglio.

Tra gli 11 episodi violenti contestai a Stanka Batashka c’è poi la rapina commessa il 12 settembre scorso a Cossano Belbo, una settimana prima dell’incendio di Monticello. Quel giorno, dopo essere entrata in quella abitazione col volto coperto da una bandana, indossando un berretto e occhiali da sole, armata di pistola, la donna aveva picchiato violentemente la padrona di casa, colpendola anche con una macchina fotografica, per portarle via portafogli, carta di credito e cellulare. Da qui anche l’accusa di utilizzo indebito di carta di credito, in quanto la donna vi avrebbe poi effettuato alcuni acquisti.

Tra le contestazioni rientrano poi i cinque furti perpetrati tra il 9 e il 15 settembre a Loazzolo e Canelli, in provincia di Asti. Il modus operandi sarebbe stato il medesimo per quattro colpi: dopo aver scavalcato le recinzioni, divelto finestre, spaccato inferriate, rotto persiane e “usato violenza sulle cose”, sarebbe entrata nelle abitazioni delle persone offese per impossessarsi dei loro averi, tra cui anche beni alimentari e di prima necessità.

Il quinto furto, invece, sarebbe stato commesso in un negozio di abbigliamento: qui l’imputata, indossando una mascherina chirurgica con la scusa di essere influenzata, avrebbe rubato la borsa alla titolare dell'attività commerciale.

Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 6 settembre per le repliche e l’eventuale discussione, con la possibilità che il giudice pronunci il proprio verdetto a meno di un anno dal verificarsi dei fatti. 

In questa direzione il commento dell’avvocato Ferruccio Calamari, che in giudizio rappresenta la famiglia dell’imprenditore cinese: "I familiari del signor Hu attendono con serenità e la massima fiducia un verdetto che si augurano possa fare giustizia della tragica scomparsa del loro caro. Le indagini hanno provato in modo incontrovertibile come la sua morte sia avvenuta come sproporzionata conseguenza dell’azione criminale messa in atto dall’imputata". 

Ezio Massucco

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