Che un tempo le nostre terre fossero coperte dal mare è risaputo. Tra gli effetti, il poter mettersi in mostra come territorio ad alta presenza fossilifera, fino a costruirci sopra un museo dalle belle prospettive, il Paleontologico di Asti, e a provare ad attrarre interesse con un paio di giacimenti fossiliferi trasformati in siti d’osservazione e ricerca. Con i fossili un po’ meno antichi, non più marini, si stanno poi cercando di caratterizzare diversi Comuni del Nord Astigiano, tanto da farci anche i biscotti, i Biscotti del Mastodonte.
Non so dirvi se l’essere seduti su questo tesoro sia stata la sola fiammella per TerreEmerse, progetto artistico di Giorgia Sanlorenzo. Facile che sì, a conferma e conseguenza pratica della sua tesi di laurea, in scultura all’Accademia di Torino, del marzo 2021. Tesi sulle ripercussioni morfologiche e geologiche subite nel tempo dal nostro territorio, con l’idea di far toccare il mare del passato attraverso installazioni artistiche a soggetto marino, di ieri e di oggi. Giorgia, classe 1996, dall’estate di tre anni fa a cominciato a creare e ad installare decine di icone di pesci, conchiglie e fossili, sempre in posti bellissimi, arricchendo il tutto con una collection, non di timbri come, ad esempio, per le Big Bench, ma di francobolli. Diverse sue istallazioni sono anche nell’Astigiano e possono essere vissute come nuovo modo per stimolarne la visita, girando tra le nuove sculture e l’antico, tanto, altro.
E allora, vai di itinerario. Comincerei dal Sud astigiano, da Castelnuovo Calcea per farsi un bel giro negli affascinanti resti dell’antico castello e per disfarsi di selfie davanti all’installazione di Giorgia a forma di trilobite. Poco più a nord, Portacomaro: un salto a rimirare il Romanico bicolor della chiesa di San Pietro, due passi nel Ricetto e poi da Durando tra una balena, un marlin e un tartufo di mare e il loro spettacolare gelato artigianale, dei vari gusti proposti nocciola e pesca sono da urlo. Pochi chilometri e siete a Scurzolengo dove vi aspetta l’imponente castello medioevale, la settecentesca parrocchiale di San Lorenzo e due installazioni marine: il pesce virgola e il gamberetto. A seguire, Viarigi per godere del super panorama che si gode dalla Torre dei Segnali e dell’estetica di un polittico cinquecentesco nella chiesa dei Santi Pietro e Silverio. Polittico del Maestro di Sant'Agata, molto vicino al linguaggio pittorico del grande Gandolfino e per questo talora confuso nell’autore. Poco fuori il borgo un delfino. Un’altra decina di chilometri e siete a Casorzo, per fare il pieno di Malvasia, onorare la magia del suo Bialbero e fotografarvi di fianco ad un grande squalo. Altra foto all’onda di pesci di Calliano, dove non perdersi le due importanti tele di Guglielmo Caccia, custodite nella chiesa del Ss.mo Nome di Maria. La meta successiva, a 18 chilometri, è Montiglio. Tra lo spettacolo della pieve romanica di San Lorenzo, l’imponenza del suo antico castello, le decine di meridiane che caratterizzano un po’ tutto il borgo e la murena di Giorgia, facile vi possiate perdere sul cosa possa emozionare prima. Da Montiglio a Piovà Massaia è un attimo e lì, proprio di fianco a quella festa del Barocco che è la maestosa chiesa dedicata ai Santi Pietro e Giorgio, chiesa dall'atipica dimensione rispetto a quella del borgo attribuita all’ingegno architettonico di Benedetto Alfieri, ecco una conchiglia tortiglione. Si chiude a Villafranca d’Asti, villanova astesana dal XIII secolo, con la visita alla sua parrocchiale, intitolata ai Santi Elena ed Eusebio, bel barocco di metà '600 arricchito nei suoi interni da importanti stucchi del luganese Corbellini; davanti una balena e non lontani un mastodonte e un rinoceronte.
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