E' esposta anche l'enorme lunetta, raffigurante San Secondo, che durante gli anni '30 faceva bella mostra di sé sopra la tribuna reale al Palio di Asti: opera di Ottavio Baussano, è uno dei pezzi forti dell'esposizione inaugurata venerdì scorso al Museo del Palio di Asti, in collaborazione con il borgo Santa Maria Nuova, e dedicata a Ottavio Baussano e alla figlia Gea, che, con il padre negli anni '30 e poi dagli anni '60, hanno contribuito alla iconografia della nostra festa.
Ottavio Baussano, infatti, con il con il podestà di Asti Vincenzo Buronzo, richiamò in vita e la caricò di nuovi significati l'antica Corsa del Palio, interrotta nella seconda metà del XIX secolo.
Ottavio nel 1929 realizzò un primo manifesto della Corsa e nel 1930 realizzò le lunette delle tribune. In collaborazione con il pittore Domenico Gaido dipinse i pannelli in legno del carroccio, realizzò bozzetti di bandiere e costumi per la sfilata.
Fu anche l'autore dei manifesti del 1932 e del 1934 dando una forte caratterizzazione dell'"immagine" del Palio di quel periodo.
La figlia Gea, scomparsa, nel 2014, portò avanti la narrazione della nostra Festa: è stata autrice di undici sendalli dal 1967 al 1982, dipingendo proprio il primo Palio della ripresa. Sua la firma sui drappi 1967 (Palio vinto da Don Bosco – Viatosto), nel 1968 (San Pietro), nel 1969 (San Pietro), nel 1970 (Torretta – Santa Caterina) - drappo esposto proprio al Museo del Palio - nel 1971 (Don Bosco – Viatosto), nel 1973 (San Pietro), nel 1974 (Canelli), nel 1976 (Torretta), nel 1977 (Cattedrale), nel 1980 ( Don Bosco – Viatosto,) e nel 1982 (San Secondo).
La pittrice è anche l'autrice dell'affresco che rappresenta Guelfi e Ghibellini, nella sala consiliare del Comune di Asti, di cui sono esposti in mostra alcuni disegni preparatori,
L'esposizione con la presenza di dipinti, disegni, bozzetti, bandiere, gonfaloni e sculture di questi due artisti, intende valorizzare la loro opera molto spesso dimenticata. La mostra rimarrà aperta fino al 16 maggio 2025.