"Il nostro tempo vive una grande illusione: quella che tutto possa rimanere per sempre uguale. Viviamo 80 anni di pace, siamo al vertice dello sviluppo tecnologico e siamo nelle condizioni migliori rispetto a tutte le generazioni precedenti. Nulla di più sbagliato: le cose possono cambiare e molto rapidamente. La storia non bussa mai alla porta, la sfonda". Con la consueta chiarezza e pacatezza, ma anche con la lucidità che lo contraddistingue e che ha conquistato milioni di italiani, Alberto Angela lancia un monito nel corso dell'ultimo incontro di Passepartout. Il divulgatore scientifico, protagonista di programmi come "Passaggio a Nord Ovest" oppure "Ulisse" si è confrontato con Francesco Profumo, ingegnere, dirigente d'azienda e ministro dell'Istruzione nel governo Monti, ma soprattutto grande amico del padre, Piero Angela.
“Seminare cultura, la nuova frontiera”: questo il tema dell'incontro. Incontro che si è trasformato fin da subito in un affascinante viaggio tra sfide attuali e future. Cosa di cui non avevamo motivo di dubitare, noi così come il pubblico di Passepartout che è accorso numeroso, testimone i biglietti sold out pochi minuti dopo l'apertura delle prenotazioni.
E così che, partendo dal ricordo del padre, Angela e Profumo hanno discusso sulla formazione dei giovani, tema caro a Piero tanto da aver profuso molti sforzi in questo senso negli ultimi anni di attività. Il quadro che emerge, purtroppo, non è dei più positivi. "Nel 2023 si sono diplomate circa 500mila persone, degli 800mila nati nel 2004. Circa il 60%, e di questi solo uno su cinque arriverà alla laurea. Numeri che si fanno ancora più drammatici pensando che lo scorso anno sono nati solo 370mila tra bambini e bambine. Sono numeri in caduta libera, su sui occorre intervenire e cercare soluzioni. Sono problemi che Piero Angela aveva già sollevato, con la consueta lucidità, già diversi anni fa".
C'è bisogno di "truppe della mente"
Questione a cui risponde Alberto, ricordando come i tempi cambiano rapidamente e bisogna rispondere con apertura mentale e flessibilità: "I giovani devono essere istruiti al domani e non all'oggi, perché il futuro è il tempo che gli appartiene. La vita è lunga, ma in Italia c'è una mentalità che spesso non va oltre all'immediato. Abbiamo bisogno di "truppe della mente" allenate con informazioni chiare che possano essere in grado di combattere le sfide che ci aspettano: il cambiamento climatico, la crisi demografica e il declino dell'Occidente".
Un declino che si basa, secondo Angela, sul fatto che spesso i giovani vengono lasciati soli. E snocciola una testimonianza, dritta dritta da Cape Canaveral. "Avevo chiesto una volta al direttore di lancio dell'Apollo 11. Gli astronuti di oggi sono diversi da quelli che conquistarono la Luna? Mi rispose che è cambiata l'estrazione sociale. I pioneri della Nasa erano uomini arrivati dall'America rurale, con valori, volontà e spirito di sacrificio diverso. E' affascinante come in una delle più grandi conquiste della scienza ci sia una sorta di sapere antico".
"Il nostro Paese è un paese che sa cos'è la bellezza della Cultura. Bisogna fare di più"
E di un sapere antico è permeata anche l'Italia. Affermazione a prova di smentita, visto che Angela è riuscito a portare in prima serata su Rai 1 programmi di approfondimento culturale, cosa impensabile per altri paesi. "Nel nostro paese c'è una consapevolezza assoluta della bellezza della cultura. Ogni secolo, dalla preistoria in avanti, ci ha lasciato capolavori. Qualsiasi piazza d'Italia, ma anche semplicemente una pizzeria, spesso conserva una vestigia storica. Questo crea un grande sentimento, anche inconscio, della bellezza e della ricchezza che possediamo. Ma dobbiamo fare di più per valorizzare e lasciare ai posteri questo enorme patrimonio".
Il dietro le quinte di Pompei
Alberto Angela è tornato anche sullo speciale di Pompei, trasmesso pochi giorni fa su Rai 1. Una trasmissione innovativa che è stata girata tutta in piano sequenza. "Era un progetto che avevo da tempo, frutto della consapevolezza di lavorare sempre con un team di altissimo livello. Un affiatamento che nasce da anni e anni di spedizioni in giro per il mondo.
Quando il direttore degli scavi di Pompei mi ha illustrato le nuove scoperte archeologiche, ho capito che quella poteva essere l'occasione. All'inizio mi hanno preso quasi per un pazzo, ma alla fine tutti erano entusiasti nel portare a casa questo grande risultato. Dopo il primo ciak, il mio team mi ha detto che si poteva fare meglio. Quindi nonostante le difficoltà il giorno seguente abbiamo rigirato tutto da capo. Il lavoro serio e la qualità pagano sempre. Passo dopo passo, come ho sempre detto, si può conquistare anche la Luna"
Il ricordo del padre
Non poteva mancare un ricordo del padre, torinese, scomparso nel 2022: "A casa ascoltavo tante parole in piemontese, anche se non sono nato qui mi fa sempre piacere ritornare: in queste terre abbiamo filmato le primissime immagini di "Meraviglie". Mio padre aveva un approccio diretto con le persone, riusciva a trasmettere in modo semplice concetti complessi. È quello che ha insegnato anche a me. Aveva la capacità di essere chiaro, e questa è una dote che piace ai ragazzi".