Politica - 05 giugno 2024, 18:35

Canelli (non) è un paese per vecchi

Giovani a confronto su comunità, territorio e politica alla vigilia delle Amministrative

Canelli

Canelli

Ogni anno di più l’attenzione per la classe giovanile del Paese si rivela emblematica, soprattutto in relazione alle problematiche intensificatesi nel tempo: il lavoro, la “fuga di cervelli”, il fisiologico divario generazionale.

In queste settimane, ho avuto occasione di dialogare con tre giovani, candidati nelle liste che corrono per le Amministrative canellesi: Leonardo Scaglione (Prima Canelli), Giovanni Pelazzo (Insieme per Canelli) e Christian Rocca (Per la tua Canelli), che hanno esposto le loro personali opinioni sugli argomenti che ritengono più rilevanti per i giovani, specialmente in un contesto di provincia.

Per tutti e tre la spinta a candidarsi va ricercata nel forte legame con il territorio, comprendendo bene che di problemi ce ne sono e la difficoltà di uscire dal limbo di disinteresse diffuso per le problematiche giovanili.

Oggi vedo una prospettiva giovanile un po’ complicata per Canelli: tanti giovani ormai prendono e vanno senza più fare ritorno – ha affermato Pelazzo – Mi piacerebbe vivere qui in futuro, però certamente di più se le prospettive fossero più rosee”.

Ma quali prospettive ci devono essere nel concreto? Ciò che si nota è la volontà di ricostruire la “comunità”; tutti loro hanno parlato di centri di aggregazione e manifestazioni per creare, in un’ipotetica realtà, un “platonico simposio cittadino”: “Se la città prima investe nei giovani, poi i giovani sono portati a investire nella città – ha argomentato Scaglione – Bisogna creare opportunità e anche centri di aggregazione”.

Differente la visione che ne dà Rocca: “Io penso che una prima fase, più che inventarsi qualche proposta, sia innanzitutto vedere cosa a livello locale, nazionale funziona. Quali sono i paesi dove effettivamente i giovani sembrano voler stare di più, se ce ne sono; andare poi a vedere quali sono i progetti che sono stati effettuati e poi, in secondo luogo, anche ascoltare, sia gli imprenditori, che vedono questi lavoratori che vanno e vengono e non si fermano a Canelli, sia gli stessi giovani”.

Sulla scia di questo discorso abbiamo toccato temi quali la scuola e lo sport, ambiti fondamentali per la collettività, per i primi legami sociali e culturali del cittadino.

Le proposte sono state molte; Scaglione pensa a “premi al merito” e borse di studio; Pelazzo ritiene occorra valorizzare ciò che si ha, dando importanza alla socialità che si sviluppa tra i banchi di scuola o in un palazzetto dello sport; Rocca parla di plesso unico per la scuola primaria.

Tuttavia, un problema diffuso è il calo demografico, amplificato anche dalla partenza di molti giovani, desiderosi di lasciare la provincia per opportunità maggiori. Su questo tema l’idea diffusa tra gli intervistati è di implementare le manifestazioni: pur con le rispettive differenze ideologiche di lista e personali, di idee ne sono state esposte molte. Però si nota una certa difficoltà nel delineare progetti concreti per far dire ai giovani “voglio vivere qui!”; un problema complesso, che fa emergere spesso una mancanza di visione a lungo termine.

Una carenza di concretismo politico che può essere associata anche al diffuso populismo che alberga nelle piazze. Al riguardo i candidati si sono trovati concordi sul ritenere che in passato le promesse elettorali si siano scontrate con la realtà dei fatti.

Un discorso interessante, nato da questo confronto di idee, riguarda la valorizzazione del patrimonio UNESCO, anche da parte dei giovani, con le varie manifestazioni proposte dai differenti programmi, ma soprattutto l’interesse a livello ambientale, un tema che (surri)scalda gli animi a livello globale.

In generale si sono trovati tutti d’accordo su quanto sia importante prendersi cura dell’ambiente e del problema climatico, dimostrando quanto stia a cuore a gran parte delle nuove generazioni, sottolineando anche che la strada da percorrere è ancora molto lunga e quanto sia grave dover scrivere su un programma dell’importanza di fare la raccolta differenziata. Non tanto perché ci sia qualcosa di male nel ricordarlo, ma perché è imbarazzante dover spiegare un qualcosa che dovrebbe essere stato recepito da anni. 

Su questo, Pelazzo puntualizza: “Ormai dovrebbero essere consuetudini, da avere già integrato dentro di sé. Dovrebbero appartenere alla sfera del buon senso, buttare la plastica nella plastica e non nell'indifferenziata. Quella dovrebbe essere veramente proprio la base della civiltà”.

In chiusura, ricordando che nel fine settimana si terranno anche le elezioni Regionali ed Europee, alla domanda “Quanto è importante oggi sentirsi europei?” tutti e tre hanno ribadito che è fondamentale a livello economico, culturale e di pace, con particolare attenzione nel definire la “comunità” europea unita più forte rispetto a un’Europa divisa, sostenendo l’impossibilità e l’inutilità di pensare di tornare indietro in un mondo ormai globalizzato.

Francesco Rosso


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