Agricoltura - 15 marzo 2024, 11:39

Coldiretti chiede alla Commissione Europea una Politica agricola comunitaria più snella e semplificata

“La troppa burocrazia e le innumerevoli complicazioni che ruotano intorno ad ogni azione agricola gravano sul lavoro vero"

Coldiretti chiede alla Commissione Europea una Politica agricola comunitaria più snella e semplificata

In vista del vertice dei leader dell’Unione Europea del 21 e 22 marzo, Coldiretti torna a sollecitare la Commissione Europea per una Politica Agricola Comunitaria (PAC) più snella e semplificata. L’organizzazione agricola italiana chiede risposte chiare e tempestive in vista della nuova proposta legislativa, disegnata con l’intento di semplificare le norme della PAC.

Argomenti sul tavolo

Tra gli argomenti principali della discussione ci sono la semplificazione e la riduzione degli oneri burocratici, la sospensione degli obblighi sulla condizionalità ambientale, la revisione delle regole sugli aiuti di Stato e l’introduzione del principio di reciprocità negli scambi commerciali. Coldiretti chiede inoltre impegni contro le pratiche sleali, l’aumento delle risorse per la sicurezza alimentare e che il costo dell’allargamento dell’Ucraina non gravi sugli agricoltori europei.

La posizione di Coldiretti Asti

Monica Monticone, presidente di Coldiretti Asti, commenta: “La troppa burocrazia e le innumerevoli complicazioni che ruotano intorno ad ogni azione agricola gravano oltremodo sul lavoro vero e proprio dei nostri agricoltori, rubandogli tempo, energie ed entusiasmo”. Coldiretti sollecita un’inversione di tendenza, quindi, la semplificazione e lo snellimento degli adempimenti, anche per quanto riguarda l’applicazione della condizionalità ambientale.

Diego Furia, direttore di Coldiretti Asti, aggiunge: “Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà hanno reso impossibile il lavoro nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e da un corrispondente calo dei prezzi agricoli”. Coldiretti chiede l’immediata cancellazione delle cartelle e la cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti. Inoltre, l’organizzazione chiede fermezza sul rispetto del principio di reciprocità: stop netto all’ingresso di prodotti dal di fuori dei confini Ue, che non rispettino gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro dell’Unione".

Redazione

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