Tra le iniziative in programma in città per la Festa delle Donne, figura anche il corteo che “Non una di meno”, movimento femminista intersezionale da poco rinato in città, organizza per il pomeriggio di venerdì, con partenza alle 18.30 da piazza Cattedrale e arrivo in piazza Alfieri, dove sono in programma una performance di denuncia della piaga dei femminicidi e i discorsi finali a microfono aperto, a disposizione di chiunque voglia intervenire. A seguire, per chi lo vorrà, performance musicale alla “Casa del popolo” di via Brofferio.
Sarà un corteo aperto a uomini e donne, accomunati dal condividere la volontà di contribuire a ‘costruire’ un futuro in cui non vi siano disparità di genere e violenze. “Partiremo da piazza Cattedrale, che raramente viene concessa, perché vogliamo rimarcare la rilevanza dell’ingerenza cattolica su questi temi – ha spiegato Vittoria Briccarello, esponente del collettivo e consigliera comunale di minoranza – Toccando altri punti della città particolarmente significativi come la zona dei giardinetti di piazza Lugano, abbandonata e non sicura e in cui sono recentemente comparse anche delle scritte inneggianti al nazi-fascismo, per spostarci poi di fronte al Municipio, simbolo del potere politico”.
Nel corso della manifestazione – organizzata con Cgil, Asti Pride, Casa del Popolo e Amnesty International – verrà distribuita anche la sintesi di un Manifesto in nove punti, sviluppato espressamente su quelle che le promotrici hanno individuato come esigenze prioritarie per la città e con la collaborazione di esperte nei rispettivi ambiti toccati, che tocca temi quali violenza di genere, lavoro di cura non retribuito, parità salariale e diritto all’aborto.
“Su quest’ultimo aspetto – ha affermato Noemi Costa, altra esponente del movimento, nel corso della presentazione stampa dell’iniziativa (significativamente organizzata nell'area verde intitolata alle Brusaje, ovvero le giovani donne vittime di un grave incidente sul lavoro avvenuto durante la II guerra mondiale) – la nostra Regione, a differenza di altre molto più aperte nei confronti del diritti delle donne, ha assunto posizioni intransigenti e retrograde che vanno in direzione opposta rispetto quanto previsto dall’OMS e dall’Aifa”.
La sezione astigiana del movimento, che è composta da un centinaio di donne e uomini e che per il momento non ha una sede fisica (ma è possibile contattarle inviando una mail a nudmasti@gmail.com o mediante i profili social), si riunisce mediamente una volta alla settimana nel corso di incontri – finora ospitati presso la ‘Casa del Popolo’, la caffetteria Mazzetti e alcuni altri luoghi – che vedono la presenza di 40-50 persone di media.
“Naturalmente la sintesi del Manifesto verrà consegnata alle istituzioni – hanno ancora spiegato le esponenti del collettivo –, che ci stiamo organizzando per incontrare come fatto finora con la questora e con l’associazione “SOS Donna”, cui invieremo via mail anche il testo completo, che è molto più lungo e dettagliato.”
IN ALLEGATO LA SINTESI DEL MANIFESTO CHE VERRA’ DISTRIBUITA VENERDI’ POMERIGGIO