E' stata una Giornata della Memoria particolare quella che è stata celebrata oggi ad Asti (la ricorrenza cade domani, 27 gennaio data di liberazione del campo di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa, ma i momenti più ufficiali si sono tenuti questa mattina ndr).
La memoria, soprattutto nella comunità ebraica, cade a quanto successo in Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre e al rigurgito dei sentimenti di odio antisemiti di cui, a distanza di di oltre settant'anni dalla Shoah, abbiamo visto testimonianza in tutto il mondo.
Mai come oggi, l'invito a non dimenticare è più vivo che mai. Un invito lanciato più volte durante la cerimonia in Provincia, organizzata come tutti gli anni dalla Prefettura. Come sempre, ricordi e letture (questa volta a cura dei ragazzi del Benedetto Alfieri) per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e gli italiani che hanno subìto la deportazione e la prigionia.
La cerimonia è stata condotta dal giornalista Beppe Rovera che ha letto alcuni passi delle memorie di Enrica Jona: "Voi non avete vinto, non siamo diventati bestie" ricorda in un toccante passaggio dove sottolinea la disumanizzazione dei campi di sterminio nazisti. E di disumanizzazione ha parlato anche il sindaco di Asti e presidente della Provincia, Maurizio Rasero, che ha spiegato come "le più grandi tragedie della storia nascono da piccoli gesti di sopraffazione come il bullismo. Forse non abbiamo ricordato abbastanza in passato o ci abbiamo messo troppo tempo a dare il giusto valore a questa giornata".
Toccante anche il ricordo del Prefetto Claudio Ventrice, che racconta "dell'odore di morte che ho sentito quando mi recai a visitare i forni crematori di Auschwitz. Oggi più che mai - ha rimarcato - con una guerra che ci interessa da vicino in Ucraina e un'altra in Medio Oriente capire le ragioni di questa lucida follia è difficile ma necessario".
Oggi, nel 2024, di nuovo "la caccia all'ebreo"
Ma forse il significato più attuale delle celebrazioni del Giorno della Memoria - a seguito proprio dei tragici avvenimenti che stanno capitando nel Medio Oriente - si è avuto nelle celebrazioni che si sono svolte al Cimitero Ebraico di Asti, organizzate dall'Associazione Italia Israele. A mettere in guardia sul pericolo di un antisemitismo di oggi. A sottolinearlo, il presidente dell'Associazione Luigi Florio e il consigliere della comunità ebraica di Torino Guido Anau. Anche in questo caso, ad ascoltare tanti ragazzi: la scuola media Jona, il liceo Benedetto Alfieri, l'Istituto Artom e la scuola privata San Secondo.
Prima della deposizione della corona di alloro alla lapide che ricorda le vittime dell'Olocausto, l'attore Aldo Delaude ha recitato una serie di brani, da Enrica Jona a Rita Levi Montalcini passando a Liliana Segre. Ma il più significativo forse è un fondo editoriale di Mattia Feltri, dove racconta in maniera incalzante tutti gli episodi di antisemitismo scoppiati dopo il 7 ottobre.
E ad un certo punto una frase fa accapponare la pelle - ricordando l'attacco, lo scorso 30 ottobre, di una folla inferocita in Daghestan ad un areo proveniente da Tel Aviv - quando un bambino racconta ai giornalisti: "Sono qui per veder uccidere gli ebrei".
Ecco, forse le lancette della memoria sono ancora sono ancora fisse sulla tarda notte delle nostre coscienze.
I premiati in Prefettura
Il Prefetto Claudio Ventrice, accompagnato dai sindaci di Asti, Bubbio, Calliano Monferrato e Castell’Alfero, ha consegnato le Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai familiari di Eugenio Cussotto, Pietro Dadone, Alfredo Galardo, Luigi Gerolla, Vilmo Maschio, Guido Negro, Carlo Pippione, Sergio Surano, Ferdinando Tosello e Secondo Viarengo, dieci internati militari italiani, non più in vita, che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Durante la cerimonia in Prefettura Sara Alberio, Mirko Broccardo, Valentina Deambrogio, Greta Grace Degiovanni, Stefano Della Libera, Serena Frassetto, Silvia Gozzelino, Larisa Hagiu, Carmela Lauricella, Clara Meriano e Martina Novello hanno offerto il loro contributo condividendo disegni e personali riflessioni sul tema della prigionia dei militari italiani in Germania nella Seconda Guerra Mondiale, attraverso la presentazione di originali lavori sviluppati sulla base delle specifiche competenze maturate durante il loro percorso di studi. In allegato le schede dei premiati