Doverosamente premesso che abbattere autovelox è ovviamente un reato, che farlo comporta arrecare un danno all’intera collettività e che pertanto gli articoli su questo tema non sono in alcun modo finalizzati a esaltare questa pratica o ad elevare a ‘eroi’ chi lo fa, è doveroso prendere atto che ‘Fleximan’ (soprannome mediatico attribuito a chi danneggia i rilevatori di velocità) non smette di far parlare di sé. O di loro se, come praticamente certo, questi atti sono stati compiuti da più persone e non necessariamente da un unico gruppo, come avvenuto ad Asti dove hanno agito almeno in due (CLICCA QUI per rivedere il video)
Nell’attesa che i pali abbattuti sulla tangenziale di Asti la notte tra il 23 e il 24 dicembre scorsi vengano riposizionati – senza spese dirette per i contribuenti, poiché la Provincia è assicurata, come ci ha spiegato la consigliera provinciale Anna Macchia a poche ore dal fatto (CLICCA QUI per rileggere l’articolo) – è doveroso prendere atto che alcuni sindaci veneti, zona in cui “Fleximan” ha colpito più volte, stanno seriamente valutando di non riposizionare i velox abbattuti.
In particolare nel Padovano, dove ne sono stati messi fuori uso 15 (13 tagliati, i restanti due fatti saltare con l’esplosivo), più di un primo cittadino sta valutando di non riposizionarli. Sia per via dei costi molto elevati e sia per tener conto del ‘sostegno popolare’ che queste azioni stanno ottenendo. “Se si è arrivati a tanto (ovvero a supportare chi commette queste azioni, ndr.), non possiamo ignorarlo”, ha dichiarato Sarah Gaiani, sindaco di Villanova di Camposanpietro e presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese, ai colleghi del “Corriere del Veneto”.
All’opposto c’è chi, come Michele Domeneghetti (sindaco di Corbola, in provincia di Rovigo), è di avviso esattamente opposto: “Non possiamo darla vinta a questi criminali”, ha affermato.
Per completezza di informazione, ricordiamo anche la presa di posizione di Marco Martani, procuratore di Treviso che ha commentato la situazione ipotizzando vi siano gli estremi per iscrivere nel registro degli indagati i sostenitori social di ‘Fleximan’ per presunta apologia di reato (CLICCA QUI per rileggere l’articolo)