Sanità - 27 dicembre 2023, 11:36

“Il futuro della nostra sanità Quali scenari per i professionisti della salute”: il convegno del Nursind ha messo sul tavolo salute e territorio [FOTO E VIDEO]

Più collaborazione con i medici di famiglia per limitare gli accessi al pronto soccorso: "Chi rinuncia a curarsi è raddoppiato negli ultimi quattro anni"

MerfePhoto

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“Il futuro della nostra sanità Quali scenari per i professionisti della salute”, un interessante tavola rotonda si è svolta nei giorni scorsi al Palco 19 organizzata dal Nursind di Asti.

Un tavolo che ha messo insieme tanti professionisti che, senza dimenticare il proprio ruolo, hanno voluto ragionare insieme per la salute del territorio.

Gli ospiti

Ospiti il segretario nazionale Nursind Andrea Bottega, il direttore generale Asl AT, Francesco Arena, il segretario regionale Nursind Piemonte Francesco Coppolella, il segretario regionale ANAOO Piemonte Chiara Rivetti, il segretario territoriale Nursind di Asti Gabriele Montana.

Ma a riflettere con i relatori anche il vicepresidente dell'ordine dei medici, Claudio Sciacca e la presidente dell'ordine delle professioni Stefania Calcari.

La sanità, la famiglia, i cambiamenti, il territorio

Al centro, oltre la sanità, i cambiamenti delle famiglie, i bisogni del territorio, l'approccio che deve avere una visione di presa in cura sempre più domiciliare, la formazione e la programmazione, senza dimenticare il riconoscimento economico.

Un dato ha colpito è cioè che gli accessi al Pronto soccorso del Cardinal Massaia hanno  superato quota 61 mila. Un’attività frenetica che inevitabilmente sottrae al personale sanitario tempi ed energie per il rapporto umano con pazienti e familiari ed è per questo che si stanno anche cercando volontari.

Ma ben più della metà avrebbero potuto trovare risposte nella domiciliarità.

Asti è territorio appetibile?

"Ci si sposta verso la privatizzazione?" - riflette Andrea Bottega allargandosi sui tanti tagli di risorse alla sanità, che ha toccato il calo delle iscrizioni ai corsi di laurea di infermieristica e la mancanza dell'attrattività della professione infermieristica per i giovani.

Francesco Coppolella ha analizzato la situazione regionale, mentre la dottoressa Chiara Rivetti ha toccato il tema sentitissimo delle liste di attesa e dei medici gettonisti: "Di fronte al privato che avanza, aumenta chi non si può curare dal 6 % è passato al 12% negli ultimi 4 anni".

"Abbiamo concorsi che o vanno deserti o vedono candidati che poi decidono di non accettare, riflette il direttore generale Asl At, Francesco Arena, chiamato ad analizzare il ruolo difficile, oggi, di un direttore che deve rispondere alle linee dettate dalle politiche ma che deve fare anche i conti con importanti criticità.

"Serve dare una prospettiva alle professioni . continua Arena - e motivare, creando tempi di attesa ridotti, grazie alla rete del territorio e l'infermiere di famiglia, tenendo gli anziani a domicilio. Ad Asti c'è una specifica formazione con i master universitari".

Con Gabriele Montana si è analizzata l'appetibilità dell'Astigiano per medici e infermieri considerando, per un territorio provinciale molto ampio, il Cardinal Massaia e il Santo Spirito di Nizza

Chi se ne è andato e chi resta

Molto interessanti le testimonianze di un infermiere che se ne è andato dall'Italia e di chi, invece è rimasto.

Roberto Rosania per 18 anni ha lavorato al servizio di Medicina di Emergenza e Urgenza su ambulanza 118 e tre mesi fa ha deciso di emigrare.

"Non ero gratificato. Ho voluto pensare al futuro della mia bambina, qui non ho visto futuro: ho lasciato tanti amici e anche una sicurezza, è stato difficile ma a fine mese provavo una grande frustrazione. Ora guadagno circa 4 volte di più".

Omar Rissone, 54 anni, da 16 anni al Pronto soccorso di Asti e per sei anni nell'esercito: "Sono rimasto; solo chi vive il pronto soccorso può capire. No, non abbiamo appeal, non abbiamo ragazzi giovani sui quali investire. In questi anni al pronto soccorso abbiamo visto andare via oltre 200 ragazzi. Dobbiamo investire sui giovani".

Qui il video integrale degli interventi

Betty Martinelli

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