Attualità - 11 dicembre 2023, 13:26

La mostra itinerante "Non Crederci!" è approdata al Palazzo di Giustizia di Asti [GALLERIA FOTOGRAFICA e VIDEO]

I pannelli che la compongono documentano le bugie più usate dagli uomini violenti nei confronti delle donne

Nell'immagine, da sinistra a destra: Piero Baldovino, Laura Nosenzo, Biagio Mazzeo e Paolo Rampini

Nell'immagine, da sinistra a destra: Piero Baldovino, Laura Nosenzo, Biagio Mazzeo e Paolo Rampini (a fine articolo, galleria fotografica a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Dopo l’esordio avvenuto nella piazza al piano – 1 dell’ospedale Cardinal Massaia, aver toccato 28 luoghi in provincia di Asti ed essere approdata anche a Palazzo Lasscaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, da questa mattina i pannelli che compongono la mostra itinerante “Non crederci! Se ti tratta male e poi ti dice: non lo farò più…” sono stati allestiti nell’area attigua l’ingresso del Palazzo di Giustizia di Asti, dove saranno visibili fino al 15 dicembre in orario 8.30-17.30, prima di venire spostati in alcuni istituti scolastici che ne hanno fatto richiesta.

Il Palazzo di Giustizia è un luogo fortemente simbolico, come del resto lo è l’ospedale, nella quotidiana lotta contro la violenza di genere poiché, come ha sottolineato la giornalista e scrittrice Laura Nosenzo, curatrice della mostra con Giorgia Sanlorenzo che ne ha curato la parte grafica: “Sono due luoghi simbolo di altrettante esigenze delle vittime di violenza: il bisogno di cura e quello di giustizia”.

L’iniziativa, promossa da SOS donna, smaschera le bugie degli uomini che maltrattano le donne e mostra la realtà dei dati, con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza e fornire gli strumenti per affrontare il problema.

Lo fa attraverso i già citati pannelli con le frasi usate più spesso da chi si rende responsabile di violenze per cercare di ottenere il perdono. Affermazioni spesso prive di reale pentimento, vuote e che non portano a nulla se non ad ulteriore violenza. Affiancate da lenzuola dismesse dell’ospedale in cui, nell’arco dei mesi, i visitatori della mostra hanno scritto le proprie riflessioni.

“Ad Incisa Scapaccino, dove nello scorso giugno è stata uccisa Floriana Floris e la mostra è approdata ad ottobre – ha sottolineato la Nosenzo – è stata visitata anche dai bimbi e bimbe della Primaria e mi tra le frasi mi ha colpito quella di un bambino che ha scritto ‘La donna è oro’. Mentre un alunno di terza media ha scritto ‘A volte il mostro non è sotto il letto, ma dorme con te’”.

Ma il collegamento con i giovani – adulti del futuro e che pertanto, in quanto tali, è fondamentale educare al rispetto – è andato ben oltre, poiché è stato distribuito nelle scuole un questionario tematico: Ci attendevamo circa 7.000 risposte ha spiegato la Nosenzo – ma il dato definitivo si attesta su 9.107 questionari, ora i dati verranno elaborati e analizzati da una pedagogista. Molto positivo anche il riscontro del sito di SOS Donna, che ha fatto registrare 15.946 accessi per oltre 36.000 pagine visitate, il che significa che le persone non si sono limitati a collegarsi per recepire una singola informazione, ma hanno approfondito”.

L’arrivo della mostra in Tribunale è stato salutato dal presidente del Tribunale Paolo Rampini e dal procuratore capo Biagio Mazzeo. "Leggendo mille cause in cui la violenza alle donne emerge protagonista - ha affermato Rampini - mille volte si legge di promesse e impegni non mantenuti. Pertanto è molto importante che questa mostra sottolinei questo aspetto, mettendo in guardia le vittime dal rischio di credere a promesse che non verranno mantenute. Interessante poi che si rivolga anche agli uomini maltrattanti, invitandoli a cambiare. Ipotesi sulla quale nutro sentimenti contrastanti, tra speranza e sfiducia, ma spero di venir smentito”.

“Normalmente i procedimenti per maltrattamenti, stalking, violenze di genere emergono in momento acuto, spesso seguito da un percorso contrario - ha aggiunto Mazzeo - La donna si trova sola di fronte a molte persone che la tirano di qua e di là, invitandola a ritirare la denuncia, mentre è importante che ci sia la consapevolezza che iniziato il maltrattamento è molto improbabile si possa tornare indietro”.

“E’ inoltre difficile che una situazione di maltrattamento sia ignorata da tutti i parenti o vicini di casa – ha aggiunto il procuratore – però, purtroppo, spesso chi ha il sentore del problema preferisce non venire coinvolto e quindi queste gravi situazioni non emergono. Confido che questa mostra possa contribuire a cambiare questo atteggiamento”.

“Abbiamo compreso subito la portata di questa iniziativa – ha affermato Piero Baldivino, presidente dell’associazione “Mani colorate” che cura il progetto SOS Donna – perché il filo conduttore di ogni nostra iniziativa è il rispetto della persona umana, in ogni situazione: dal bullismo e cyberbullismo alla violenza di genere, che va contrastata con fermezza”.

In allegato, la locandina della mostra

Files:
 Mostra SOS DONNA - TRIBUNALE LOCANDINA (414 kB)

Gabriele Massaro

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