Attualità - 19 novembre 2023, 11:02

"Arte contro i pregiudizi": risate ed emozioni per lo spettacolo "Teatro oltre" nel carcere di Asti [FOTOGALLERY]

Dodici attori detenuti hanno messo in scena le loro emozioni e lo spettacolo scritto da uno di loro sotto la guida di Agar. Sul palco anche Silvana Nosenzo

Silvana Nosenzo di Agar con la direttrice del carcere Giuseppina Piscioneri (I volti dei detenuti sono stati oscurati per motivi di sicurezza)

Silvana Nosenzo di Agar con la direttrice del carcere Giuseppina Piscioneri (I volti dei detenuti sono stati oscurati per motivi di sicurezza)

Entrare in carcere il giorno dopo alcune aggressioni ad agenti, per seguire uno spettacolo teatrale, ha un sapore strano, che scava dentro emozioni contrastanti.

Le porte si aprono ma borsa e cellulare restano fuori, dall’altra parte del mondo. Gli spettatori, che oltre a pagare un biglietto, hanno dovuto attenersi a una rigida procedura, sanno che vedranno uno spettacolo recitato da detenuti.

E i detenuti del carcere di Asti, si sa, per la maggior parte non ha nulla da perdere, essendo un carcere di massima sicurezza.

Teatro oltre... I pregiudizi

C’è aspettativa, curiosità verso un mondo sconosciuto e che può certo dare i brividi alla maggior parte delle persone. Il lavoro che ogni giorno educatori – senza toccare, in questo caso la carenza di poliziotti penitenziari che esiste purtroppo – volontari, insegnanti, svolge, è davvero encomiabile, costante, faticoso, ma anche arricchente, perché non va certo dimenticato il lato umano della situazione. La voglia di rendere meno dura una (per alcuni a vita) permanenza in un luogo del genere è encomiabile anche se non si vuole certo sminuire le situazioni che hanno portato la maggior parte dei detenuti dietro le sbarre.

La città entra in carcere

Ieri, sabato 18 novembre, l’associazione Agar di Asti, formata da esperti nell’ambito delle scienze umane e dell’arte (psicologi, pedagogisti, operatori sociali, attori, registi) ha portato una parte del progetto “La città entra in carcere” con lo spettacolo “Teatro oltre”, diviso in due parti; “Arte contro i pregiudizi”, testo collettivo di alcuni detenuti e “Un picnic di tre disperati”, divertentissima commedia napoletana, scritta da Michele.

Il regista Pellegrino Delfino con Silvana Nosenzo e Mario Li Santi, hanno costruito lo spettacolo con loro, mesi dopo mesi, scoprendo talenti, qualità, voglia di raccontarsi. E “Arte contro i pregiudizi”, con 12 di loro sul palco, è un insieme di storie ed emozioni personali.

Con una sorpresa dell’ultimo minuto. Il detenuto che avrebbe dovuto interpretare una parte “en travesti” è stato trasferito proprio ieri in un altro carcere, per motivi di studio e allora Silvana Nosenzo ha recitato con alcuni di loro nella seconda parte.

Presto il carcere ospiterà le compagnie amatoriali

Il progetto si evolverà – spiega Nosenzo – e ospiteremo qui, alcune compagnie teatrali”.

La direttrice dell'istituto penitenziario Giuseppina Piscioneri rimarca il senso del progetto: “Un ponte tra dentro e fuori. Il teatro è una delle tante attività trattamentali, dove il detenuto esprime le proprie emozioni e riesce a far emergere il vissuto”.

Spettatori e forze dell'ordine

Ad applaudire i detenuti attori, oltre al pubblico e gli educatori, anche il vescovo di Asti, Marco Prastaro, il prefetto, Claudio Ventrice, la comandante della penitenziaria, Alessia Chiosso, rappresentanti dei vigli del fuoco, il comandante dei carabinieri, Paolo Lando, il questore Marina Di Donato, l’assessore ai servizi sociali, Eleonora Zollo, il comandante della guardia di finanza Antonio Garaglio e tanti spettatori nel teatro che durante la settimana diventa anche sede della scuola.

C’è che frequenta le medie, chi le superiori, in collaborazione con Agrario e Cpia. Un progetto davvero incredibile di rinascita e speranza.

Che spettacolo lo spettacolo!

Il pubblico applaude gli attori o i carcerati o gli attori carcerati?”, chiosa uno di loro in apertura.

Il teatro in carcere va oltre e oltre i pregiudizi”. “Il carcere è una livella: scippatore, signore, guappo… Hai comunque perso tutto: famiglia, casa… Libertà”, alcune delle frasi che emergono nella prima parte dello spettacolo.

Risate a crepapelle nella seconda parte. Tre disperati affamati che cercano di estorcere un pranzo in trattoria, una nobildonna con un vizietto “pericoloso”, un maggiordomo servile e una gentildonna danno vita a una serie di momenti di alto teatro napoletano che sarebbe piaciuto molto a Totò e Peppino.

Alla fine sono tutti con il sorriso e la lacrimuccia. Ed è stato bello vedere le strette di mano tra “attori” e forze dell’ordine che si complimentavano. Surreale, ma bello. Soddisfatto il regista Pellegrino Delfino: “Abbiamo lavorato mesi, ma alcuni di loro che sono qui da molto, molto tempo, sono bravissimi”,

Ho il cuore pieno”, racconta una distinta signora mentre cerca di radunare le sue emozioni e i suoi compagni di viaggio per tornare al di là delle porte che tornano ad aprirsi.

Betty Martinelli

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