Torna sul tavolo del Consiglio Comunale, lunedì 23 ottobre, la pratica del dimensionamento scolastico, che molto aveva fatto discutere la scena politica astigiana in merito alla possibilità di alcuni accorpamenti tra i distretti scolastici (Leggi QUI).
Le organizzazioni sindacali sono state invitate per domani, giovedì 19 ottobre, alla Commissione Consiliare Istruzione dopo aver appreso dalla stampa la nuova proposta del Piano di Dimensionamento Scolastico avanzata al termine della riunione di maggioranza in Comune che prevede la soppressione dell’autonomia scolastica “Scuola Media Brofferio” annettendo il plesso Brofferio all’attuale I Circolo Didattico e del plesso Martiri all’attuale V Circolo Didattico per dar vita agli Istituti Comprensivi IC 4 ed IC 5.
I SINDACATI: "PREOCCUPAZIONI PER L'IMPATTO OCCUPAZIONALE, IL COMUNE NON PROCEDA"
"Esprimiamo forte preoccupazione a livello occupazionale per la perdita di posti: 1 Dirigente Scolastico, 1 Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), 3 Assistenti Amministrativi, 10 Collaboratori Scolastici nonché potenziale continuità didattico-educativa non garantita per le classi delle scuole medie Brofferio e Martiri per effetto delle legittime opzioni di scelta nella mobilità dei docenti - scrivono FLC Cgil, Cisl Scuola e Snals Confsal - La riduzione di 10 collaboratori scolastici metterà a rischio la sicurezza e la sorveglianza degli alunni, nonché l’igiene degli ambienti in quanto il numero dei locali resterà invariato".
"Inoltre - aggiungono - Le “verticalizzazioni” previste dall’Atto di Indirizzo della Regione Piemonte, ovvero il passaggio dai Circoli Didattici agli Istituti Comprensivi, non sono normativamente obbligatorie dato che la Sentenza della Corte costituzionale 7 giugno 2012, n.147 dichiara costituzionalmente illegittimo il comma 4 articolo 19 Legge 111/2011: “[…] a decorrere dall’anno scolastico 2011- 2012, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado […]”.
I sindacati, quindi, chiedono non si proceda con la riforma: "auspichiamo un sensibile allontanamento dell’Amministrazione dall’ipotesi nefasta di accorpamento “Artom – Penna” che creerebbe un mostro didattico di 1.700 alunni circa. L’accantonamento di questa ipotesi di razionalizzazione del secondo ciclo andrebbe a difendere l’autonomia scolastica del nostro Istituto Agrario che, complice l’avvio del percorso eno-gastronomico nel Comune di Asti, potrebbe diventare un “fiore all’occhiello” nel panorama dell’offerta formativa e rispondere all’obiettivo della “vocazione del territorio” come contenuto nell’atto di indirizzo della Regione Piemonte"
ASTI LAB: "LA MEDIA ASTIGIANA SUPERA DI 300 STUDENTI QUANTO RICHIESTO DALLA LEGGE"
Sul merito è intervenuto anche Asti Lab (Lavoro, ambiente e Beni Comuni) con una breve nota: "L’eventuale esecuzione di questa misura metterebbe a rischio 2 scuole sin da oggi, con buona probabilità che, visto l’andamento demografico generale, se ne aggiunga una terza nei prossimi anni. La prima autonomia a cadere sotto le grinfie del dimensionamento sarebbe l’I.I.S. Penna, una scuola con numerose peculiarità territoriali strategiche (turismo, enogastronomia, agraria). Facciamo notare come numerose regioni abbiano deciso di impugnare il decreto nazionale, manifestando la loro contrarietà a questa operazione. A livello piemontese, nella maggior parte delle province non si adempierà all’atto di indirizzo regionale. Si pensi che, nella sola Città Metropolitana di Torino, a fronte di 10 richieste di dimensionamento previste ne verranno messe in atto unicamente 2.
Per le 8 rimanenti verranno mantenuti i rispettivi circoli e le direzioni didattiche. La manovra di dimensionamento non solo avrà conseguenze sulle autonomie decisionali e gestionali degli istituti, ma naturalmente si verificherà una riduzione del personale impiegato, dal personale dirigente al personale ATA. I nuovi istituti così strutturati avranno un numero di iscritti ben superiore rispetto a quanto richiesto nel dimensionamento: nel contesto astigiano si parla di istituti che vanno dai 960 a circa 1500 iscritti, con un sovrannumero quindi di 300 unità" spiegano.
"La media degli studenti nelle istituzioni scolastiche appena ridefinite è di 1269 iscritti, una cifra che supera di 308 studenti la media richiesta dal ministro Valditara nel dibattuto decreto, che è stato contestato da diverse regioni, stabilendo una media di 961 prima e successivamente approssimandola a circa 930 per le istituzioni autonome. Nella stragrande maggioranza dei casi, le province piemontesi non hanno proceduto con la fusione e la verticalizzazione, in linea con l'atto di indirizzo (che non è un obbligo della Regione); in altre parole, hanno difeso la scuola pubblica" conclude Asti Lab.