Comunemente, se si pensa al termine “giardino”, lo si associa a distese di verde e di piante e solitamente, in effetti, la correlazione è corretta.
Però, purtroppo, non mancano le eccezioni. Come quella rimarcata dal consigliere comunale Mario Malandrone (Ambiente Asti) in un post che, per quanto senza rinunciare alla consueta e sferzante ironia (ad esempio definendoli “il giardino della banca”, con riferimento al fatto che l’area è gestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e rimarcando che “Sopravvive una pallida erba vicino alle api, sarà l'impollinazione…”, ovvero l’installazione artistica posta al centro), rimarca lo stato in cui versano i giardini Alganon prospicienti piazza Roma.
Un’area più volte al centro delle cronache per episodi deprecabili, che presenta un terreno completamente spoglio, brullo, ad eccezione appunto di qualche sporadico ciuffetto d’erba intorno all’installazione artistica. Una situazione riconducibile alla siccità, per cui, scrive ancora Malandrone: “Urgerebbe una lotta al cambiamento climatico. Chissà se c'è rimedio, chissà se c'è acqua, manutenzione, cura. Ma il giardino è un deserto. Un deserto in centro città...”