Economia e lavoro - 26 settembre 2023, 10:39

Vicenda del macello di Baldichieri, il gruppo Ciemme: "l'appaltatore pronto ad assumere i lavoratori fin da subito"

La proprietà precisa che a partire dal prossimo mercoledì ricomincerà una saltuaria e minima ripresa della macellazione, al solo fine di mettere un freno al deperimento dello stabilimento

Vicenda del macello di Baldichieri, il gruppo Ciemme: "l'appaltatore pronto ad assumere i lavoratori fin da subito"

Riceviamo e pubblichiamo una nota del gruppo Ciemme  in merito alle vicende del macello di Baldichieri d’Asti

La Società Agricola Gruppo Ciemme s.s., a fronte delle notizie per lo più suggestive e spesso del tutto fuorvianti, veicolate in questi giorni da alcuni organi di stampa, intende con il presente comunicato chiarire la verità dei fatti e confermare l’impegno imprenditoriale e l’investimento già avviato sul territorio di Baldichieri.

Il Gruppo Chiola, di cui Società Agricola Gruppo Ciemme s.s. fa parte, attivo da decenni in Italia nel campo della suinicoltura, tutt’ora intende portare avanti il rilancio del macello di Baldichieri, con investimenti graduali volti sia all’ammodernamento delle strutture e delle attrezzature presenti, sia alla stabilità occupazionale e financo al suo incremento.

Innanzi tutto, si precisa che a partire dal prossimo mercoledì la società ha pianificato una saltuaria e minima ripresa della macellazione, al solo fine di mettere un freno al deperimento dello stabilimento ed all’attuale grave rischio di perdita della clientela sul territorio nonché, più in generale, per evitare il naufragare dell'operazione e degli investimenti già eseguiti.

Il Gruppo Ciemme ritiene di aver compiuto ogni ragionevole sforzo per riprendere la macellazione con i lavoratori che in precedenza prestavano tale attività a Baldichieri in regime d'appalto (come dipendenti della Fortes Srl), ivi maturando professionalità e competenze nel corso degli anni.

In effetti, inizialmente è stata loro offerta l’assunzione diretta e ogni ragionevole beneficio (ad es. assenza periodo di prova, patto di stabilità minima garantita per due anni etc.) per rendere più agevole la transizione verso l’applicazione dell’unico contratto collettivo possibile per la Gruppo Ciemme, cioè quello sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative per le aziende agricole.

Detta fonte collettiva, lo si rimarca, prevede espressamente la qualifica di “addetto alla macellazione”, (comprensibilmente) rivendicata dai lavoratori Fortes per avere un giusto riconoscimento della loro professionalità e consentirebbe loro di percepire una retribuzione annua ben superiore rispetto a quella attuale (derivante dall’applicazione del CCNL Artigiani Alimentari applicato dalla Fortes).

A fronte del rifiuto opposto alla suddetta proposta dai lavoratori per mezzo della OS Flai Cgil, motivata dalla richiesta di vedersi applicato il CCNL Industria Alimentare, fermo tutto quanto sopra, la Gruppo Ciemme ha ulteriormente migliorato la propria offerta proponendo l'armonizzazione dei trattamenti retributivi tra i due contratti, offrendo cioè una retribuzione annua pari a quella che avrebbero percepito se fosse stato loro applicato il CCNL Industria Alimentare.

 

In pratica i lavoratori avrebbero ottenuto l’assunzione diretta e il trattamento retributivo desiderato. Incredibilmente la OS Flai Cgil, ha comunicato la non accettazione da parte dei lavoratori Fortes neppure di detta offerta.

A quel punto, per evitare il naufragio delle discussioni in corso, pur superando il proprio iniziale progetto (ovvero l’assunzione diretta dei lavoratori Fortes), è stata proposta da Gruppo Ciemme una soluzione alternativa, che, per il tramite di azienda terza a cui il servizio sarebbe stato affidato in regime di appalto diretto con la Gruppo Ciemme, avrebbe consentito l’assunzione con applicazione del CCNL Industria Alimentare per le PMI (sostanzialmente uguale a quello dell’Industria Alimentare).

Tale appalto sarebbe stato stipulato con un rinomato operatore del settore, con esperienza decennale, nonché svolto nel pieno rispetto della normativa vigente, previo ottenimento della “certificazione” da parte della Fondazione Biagi e ovvia assunzione del proprio ruolo di garante solidale ex art. 29 D.Lgs. n. 276/2003, da parte della committente Gruppo Ciemme, a piena garanzia dei lavoratori.

Di nuovo incredibilmente, neppure questa opzione è stata ritenuta accettabile. Per inciso, i lavoratori Fortes hanno sempre prestato le loro attività in regime di appalto in passato, senza aver mai formalizzato alcuna rimostranza sul punto ed avendo anzi sottoscritto per il tramite dei loro rappresentanti sindacali specifici accordi che contemplavano tale regime solo un anno fa.

In pratica, i lavoratori Fortes attualmente pretendono l’assunzione diretta e la scelta del contratto collettivo a loro più gradito.

La Gruppo Ciemme conferma a tutt’oggi la disponibilità del nuovo appaltatore individuato ad assumere anche nei prossimi giorni i lavoratori Fortes, che a tale fine, se interessati, potranno chiedere direttamente alla Gruppo Ciemme i riferimenti dell’azienda da contattare.

Di più si ritiene di non poter fare.

Ove neppure tale ultima offerta sia accettata, la Gruppo Ciemme dovrà, suo malgrado, abbandonare l’idea di proseguire l’attività con i lavoratori ex Fortes e sarà costretta a proseguire in autonomia con soggetti terzi, che possano garantirle il servizio.

In questa vicenda il diritto al lavoro non sembra centrare (più) nulla. A dire il vero, come emerge dalla lettura delle più recenti pubblicazioni degli organi di stampa, sembrerebbe essere in campo più una battaglia politico–sindacale per il diritto alla scelta del contratto collettivo, che andrebbe però “combattuta” a Roma, tra i banchi del Parlamento e non certo a Baldichieri.  

Va ribadito anche in questa sede, ancora una volta per scrupolo di massima chiarezza, che nel contesto giuridico attuale la Gruppo Ciemme non ha alcun vincolo verso i lavoratori Fortes, i quali, comunque, in nessun caso avrebbero diritto di vedersi applicato il CCNL Industria Alimentare. Ciò a differenza delle parole che abbiamo spesso sentito utilizzare non correttamente, nell’ambito di pareri non legali.

In nome di questa “battaglia per il CCNL”, già depressa e maltrattata la legittima iniziativa imprenditoriale, si sta finendo per sminuire il “Lavoro” stesso, quello celebrato dalla Carta Costituzionale, che, a differenza di tante altre tristi storie, in questo caso ci sarebbe ed è stato offerto in ogni forma possibile.  


C.S.

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