Un "cahier de doleances", quello elaborato da diverse associazioni cittadine, costituitesi nel Comitato Articolo 32 e che è stato illustrato ieri in occasione della presentazione del corteo del 2 ottobre ad Asti, dal titolo "La via maestra di piazza in piazza".
Tra le rivendicazioni, lavoro, salute, migranti, istruzione, e diritto alla casa. Sono tanti i temi affrontati dalle diverse associazioni, che vogliono rivendicare un'agenda alternativa su cui confrontarsi con l'Amministrazione.
"L'Astigiano rischia la desertificazione - spiega Luca Quagliotti, Cgil - in provincia, la fine del reddito di cittadinanza ha coinvolto oltre 4.000 persone, 600 delle quali sono in lista d'attesa per una casa popolare, e all'inizio dell'anno scorso c'erano 46 famiglie in emergenza abitativa." Secondo i dati del 2022, c'è stata una diminuzione del 18,9% delle iscrizioni di imprese, un aumento del 21% delle chiusure di unità locali e un aumento del 25% dei fallimenti e delle procedure concorsuali. L'unico dato positivo riguarda la crescita occupazionale, che registra un aumento del 4,3%, ma l'89% di queste nuove occupazioni sono contratti precari o a tempo determinato, con una considerevole percentuale di lavoratori in staff leasing, cioè assunti da agenzie interinali anziché direttamente dalle aziende.
"Il nord e il sud astigiano tengono botta, ma ad Asti città la situazione è critica" afferma. Non meglio la situazione abitativa. Luisa Rasero attacca: "La risposta dell'Amministrazione sulle tematiche del diritto alla casa è un censimento degli alloggi occupati. Siamo increduli di fronte al fatto che spesso sono le forze di polizia a portare avanti istanze di tipo sociale rispetto alla politica cittadina. Questo si è visto nei recenti sgomberi, come quello di Corso Casale. Le persone, senza un tetto sotto la testa, vanno semplicemente da un'altra parte, senza risolvere il problema"
Passando alla sanità, Enrico Mirisola, di Nursing Up, tratteggia un quadro piuttosto desolante: "C'è carenza di punti fissi per l'utenza: mancano i pediatri, i medici di medicina generale sono per lo più massimalisti (quindi oltre 100 pazienti). La carenza di personale medico ha innescato un processo costosissimo con i "gettonisti". I medici, spesso specialisti, lasciano il SSN dalla porta e rientrano dalla finestra come gettonisti. Ad ogni gettone vengono retribuiti almeno il doppio"
Inoltre alcuni servizi come i punti di primo intervento di Nizza sono un'illusione secondo il sindacato: "Sulla carta sono aperti ma a fronte di personale qualificato impiegato e costi diretti e indiretti fissi, la risposta è ridotta all'osso. Quindi le persone devono poi rivolgersi comunque altrove. Tutto questo porta alla formazione di liste di attesa bibliche contrastano il diritto ad essere curati sancito dalla costituzione. La risposta non può essere il privato convenzionato che a lungo termine non può essere sostenuto. Il Piemonte non può e non deve tra virgolette privatizzarsi come la Lombardia".
Problematiche anche per l'Università, come nota Mauro Ferro (Acli): "Con tutto il rispetto, ASTISS promuove ora corsi che si trovano nelle offerte formativa d moltissimi altri enti. Bisognerebbe promuovere corsi di alto livello, come quello di paleontologia o eno-meccanica, per sfruttare la peculiarità astigiana in questo ambiti"
Il corteo partirà alle 18 dalla sede dell'Atc in via Carducci e attraverserà le piazze Cattedrale, Roma e Medici per terminare davanti al municipio.
"Non si tratta di un attacco all'amministrazione, ma di un grido d'allarme - conclude Quagliotti - l'auspicio, anzi, è che le istituzioni locali si facciano portavoce delle istanze che stiamo portando alla luce"