Al Direttore - 21 luglio 2023, 08:14

Marco Castaldo: “Sconcertante dover ancora spiegare l’ABC del rispetto dei diritti dei disabili”

"Non è questione di 'robustezza' del soggetto o dell'altezza dei gradini - argomenta il componente della Segreteria cittadina PD -: è sacrosanto diritto dei disabili poter accedere ovunque, in piena autonomia"

Marco Castaldo

Marco Castaldo

A seguito della replica fornitaci dal responsabile nazionale sicurezza della catena di librerie "Giunti al Punto" (CLICCA QUI per rileggere l'articolo), che ci ha contattati per rispondere alla segnalazione-denuncia di una disabile che, causa barriera architettonica, non ha potuto accedere al loro punto vendita astigiano di recente apertura (CLICCA QUI per rileggere l'articolo), riceviamo e pubblichiamo un intervento di Marco Castaldo, componente della Segreteria cittadina del Partito Democratico.

Leggendo la vicenda di Manuela circa l’ennesima barriera architettonica, oserei dire anche banale, mi sorprendo, non tanto per lo scalino in sé che non è una novità, purtroppo, ma piuttosto per l’originalità della risposta del gentile responsabile sicurezza del gruppo Giunti, cui fa capo anche il punto vendita astigiana.

Le regole in tema di ristrutturazione di edifici aperti al pubblico le ha descritte molto bene Manuela nel primo articolo di denuncia, ma credo sia necessario aggiungere qualche dettaglio per “educare” commercianti e cittadini al concetto di accessibilità. Partiamo dal presupposto che non deve esistere la definizione “accessibilità condizionata” quando questa sia semplicemente il pretesto per evitare di effettuare lavori o per deresponsabilizzare proprietari e affittuari dal precipuo dovere di rispettare il diritto di accessibilità da parte di tutti, non solo delle persone con disabilità, persino per i disabili un po’ più “robusti”… (?)

Le misure dei gradini non si valutano in base alla percezione personale, bensì con le scale di misurazione inventate e adottate già nel 1795 in Francia, e la legge ci indica precisamente che questi non devono superare 5 cm proprio perché si considera che questo dislivello può essere superato abbastanza agevolmente sia con una carrozzina manuale a spinta, che, a maggior ragione, con una carrozzina a motore. Manuela ci ha descritto uno scalino di 30 cm, 25 in più di quanto concesso dalla legge e dal buon senso…

Sorvolando sull’aspetto poco gentile nel far notare la “robustezza” di donne e uomini, seppur con disabilità, la massa corporea del soggetto, in tal caso, non rappresenta certamente un problema in virtù del fatto che Manuela dispone, appunto, di una carrozzina elettrica a motore con una spinta sufficientemente potente per poter superare barriere anche oltre i 5 cm. Anche l’eventuale esile corporatura della commessa non sarebbe stata di impedimento alcuno, a meno che quest’ultima fosse in difficoltà anche per tenere aperta la porta d’ingresso.

Al di là delle curiose ed inaspettate giustificazioni, se tali si possono definire, del responsabile sicurezza della catena di librerie, quello che mi sconcerta e anche mi indigna ancor oggi è che si debba spiegare l’ABC dell’educazione civica, del rispetto dei diritti di tutti, dei fondamentali del buon senso. L’accessibilità per le persone con disabilità è normata da molteplici disposizioni di legge e quindi non c’è da inventarsi proprio nulla. Ciò detto, invece, è evidente che occorre ancora ribadire che è un sacrosanto diritto di tutte le persone con disabilità, anche temporanee, di poter accedere in qualsiasi luogo, pubblico e privato, in COMPLETA autonomia, ovvero anche senza un eventuale accompagnatore.

Ciò significa, pertanto, che anche le porte d’ingresso dovrebbero essere ad apertura automatica, con le casse a misura di persona seduta, che i percorsi e le corsie non dovrebbero essere più strette di 65 cm con la previsione di strumenti tattili per le persone non vedenti. Tutto ciò diventa ancor maggiormente esigibile quando le strutture sono di nuova costruzione o in fase di ristrutturazione.

In questo caso, poi, il fatto che il negozio sia di proprietà della Banca d’Asti è da considerarsi un’aggravante e non certo un’attenuante. La banca del territorio, degli astigiani che investono i loro denari per permettere lauti profitti, dovrebbe maggiormente rispondere alle esigenze dei propri concittadini più fragili, ma soprattutto dovrebbe ben conoscere le leggi in tema di abbattimento delle barriere architettoniche.

Solo ieri, il sottoscritto ha riportato all’attenzione sull’urgenza dell’applicazione dei PEBA (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche) da parte della pubblica amministrazione cittadina che, in questo caso, non interesserebbero gli esercizi commerciali privati, ma quando una comunità si dota di strumenti di accessibilità, in tutti i sensi, esercita una funzione culturale e di stimolo nei confronti di tutti i cittadini che si sentono coinvolti in un processo di democrazia partecipata per agevolare il benessere di tutti.

Perché, come sono uso ricordare, tutti noi, prima o poi, saremo disabili anche solo per il fatto di diventare anziani. Un simpatico suggerimento al referente del gruppo Giunti: la prossima volta, si limiti alle scuse e alla risoluzione del problema, perché talvolta, presi dall’ansia di prestazione, rischiamo che la pezza sia peggio del buco!

Un abbraccio a Manuela.

Marco Castaldo, disabile disilluso

Al direttore

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

SU